Troppo zucchero porterebbe a rischio di cancro al seno: lo ipotizza una ricerca americana
Salute Puglia

Troppo zucchero porterebbe a rischio di cancro al seno: lo ipotizza una ricerca americana

martedì 5 gennaio, 2016

BARI, 5 GENNAIO 2016 – Assumere eccessive quantità di zucchero porterebbe a una più alta probabilità di sviluppare un tumore al seno: lo rivela uno studio americano condotto da un team di ricercatori dell’Università del Texas, secondo i quali il rischio sarebbe più elevato anche per le metastasi ai polmoni.

“Abbiamo scoperto che nei topi - ha commentato Yang Peiying, professore assistente di riabilitazione e medicina integrativa - l’assunzione di saccarosio in quantità paragonabile ai livelli presenti nelle diete occidentali ha portato a un aumento della crescita del tumore e delle metastasi. Ciò è dovuto, in parte, a una maggiore espressione di 12-LOX e un acido grasso correlato chiamato 12-HETE”.

L’équipe di scienziati ha condotto quattro esperimenti paralleli, alimentando quattro gruppi di topi secondo regole diverse. Nell’analizzare i risultati, ci si è resi conto che i topi a cui veniva somministrata un’elevata quantità di zucchero, già a partire dall’età di sei mesi, sviluppavano tumori alle mammelle e segni di metastasi ai polmoni.

“Lo studio”- ha spiegato il co-autore Lorenzo Cohen - ha osservato l’impatto dello zucchero nella dieta, sullo sviluppo di un tumore della ghiandola mammaria in diversi modelli di topi, insieme ai meccanismi che possono essere coinvolti. Abbiamo stabilito che il fruttosio presente nello zucchero da tavola e ad alto contenuto nello sciroppo di mais, onnipresente nel nostro sistema alimentare, facilita lo sviluppo delle metastasi polmonari e la produzione di 12-HETE, nei tumori al seno”. [MORE]

Resta ancora da capire il che modo lo zucchero possa portare alla produzione di 12-HETE e se il suo ruolo nella formazione del tumore sia diretto o invece secondario. Quel che è certo, spiega il tema di ricerca, è che negli ultimi anni i consumi di zucchero sono notevolmente aumentati. Questo fenomeno non è dovuto tanto a una maggiore assunzione di dolcificanti, quanto piuttosto a una sempre più sviluppata dipendenza dalla bibite gassate.

Contestualmente, altri articoli comparsi sulla stessa rivista, dal titolo Cancer Research, hanno evidenziato uno stretto rapporto tra l’insorgere del tumore al seno e uno squilibrio a livello di metabolismo: in alcuni soggetti in cui la produzione di insulina non funziona correttamente ci sarebbe “un aumentato rischio dell’84% di sviluppare il tumore al seno, nelle donne già in menopausa”.

Ma come si può diagnosticare un malfunzionamento metabolico? “Si tratta di una patologia caratterizzata dall’aumento della circonferenza addominale (più di 88 nelle donne, più di 96 nell’uomo), dall’ipertensione arteriosa, dall’elevata concentrazione di trigliceridi nel sangue (più di 150 milligrammi per decilitro), da bassi livelli di colesterolo 'buono' Hdl (45 e 50 i valori 'soglia', per uomo e donna) e dall’aumento della glicemia a digiuno (oltre 100). Si fa una diagnosi quando sono presenti almeno tre di queste caratteristiche. La sindrome metabolica aumenta il rischio di cancro: più alta è la circonferenza addominale, più probabilità ci sono che le cellule dei muscoli e del fegato non 'rispondano' all’insulina. In queste condizioni un tumore trova terreno fertile per prolificare”, spiega Antonio Moschetta, docente di medicina interna all’Università degli Studi di Bari.
 

(foto: tuttoperlei.it)

Sara Svolacchia


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