Un decreto che costerà mediamente 635 euro a famiglia, può davvero salvare l'Italia?
Economia Sardegna

Un decreto che costerà mediamente 635 euro a famiglia, può davvero salvare l'Italia?

martedì 6 dicembre, 2011

ROMA, 6 DICEMBRE 2011 - Che una manovra andasse fatta, non è necessario essere economisti per capirlo. Che la situazione del nostro Paese non fosse rosea è altrettanto palese, ma erano necessari 17 giorni, come Monti ha tenuto a sottolineare più volte, per introdurre nuove tasse che non faranno altro che gravare sulle famiglie di ceto medio-basso? Forse dalla squadra di tecnici bocconiani tutti noi ci aspettavamo qualcosa di più geniale, e comunque di diverso.[MORE]

Presentato come salvatore della patria, rovinata da Berlusconi, era questo il leitmotiv della fase pre-Monti e pre-dimissioni dell’ex premier, sembrava quasi che il suo avvento potesse essere la panacea di tutti i mali del nostro Paese: il problema spread, il debito pubblico, e quant’altro ogni famiglia italiana, e non solo, si trova a dover vivere. La derivazione bocconiana della sua squadra di tecnici sembrava, per qualcuno, essere garanzia di efficienza e promessa di assoluta efficacia del suo, e del loro, futuro lavoro, eppure l’entusiasmo e l’ottimismo che hanno accompagnato l’avvento del professor Monti, sembrano quasi assopirsi parallelamente ai primi atti del suo Governo.

Tanti termini tecnici, paroloni, per i non esperti in materia, e per chi non vanta un curriculum in cui faccia bella mostra una laurea, non in economia, ma alla Bocconi, perché nel capoluogo lombardo studiano un’economia differente rispetto a quella che si studia in tutte le altre università di serie B, in cui la “B” non sta per Bocconi. Ed ora, vengono chiesti sacrifici a tutti, queste le parole che Monti sceglie nel presentare le linee principali della manovra.  Un pacchetto di misure, quello della manovra salva-Italia, “ispirate a tre pilastri: rigore, equità e crescita”. Tre pilastri, questi, “semi di un’azione che mira a disegnare l’Italia dei nostri figli, un’Italia seria, europea, saldamente ancorata ai valori del lavoro e del risparmio, ma capace finalmente di esprimere crescita duratura”, dice Monti sottolineando quanto quello attuale sia un ”momento storico” in cui bisogna dimostrare “la grandezza di una nazione che attraversa un momento critico”. “Un pacchetto senza il quale l’Italia crollerebbe incamminandosi verso una situazione simile a quella della Grecia, un Paese simpatico – dice Monti – ma che non vogliamo imitare”. "Chiediamo sacrifici a tutte le componenti del paese. Non fare questi sacrifici, significa farne ben più gravi tra poche settimane, se non tra pochi giorni". Ma in concreto quali sono le principali misure del decreto "salva-Italia” che secondo l'ufficio studi della Cgia di Mestre avrà un costo medio per famiglia di 635 euro e secondo le stime delle associazioni dei consumatori arriverà addirittura a 1700 euro?

Tassazione sugli immobili: la vecchia Ici è sostituita dall’Imu imposta municipale unica. Viene ripristinata la tassa sulla prima casa, che dovranno pagare tutti, con un'aliquota dello 0,4% per la prima casa e dello 0,76% per le seconde case (nel caso dell’Ici era del 5). Parallelamente all’aumento delle aliquote Imu, si procederà alla rivalutazione delle rendite catastali del 60%. Due provvedimenti dunque paralleli che renderanno quella sui mattoni la tassa più pesante con cui gli italiani si ritroveranno letteralmente a fare i conti nell’immediato. E considerando che l’80% delle famiglie italiane possiede la casa in cui abita, frutto dei risparmi d'una vita, sarà proprio questo il colpo più duro per tutti noi.

Si legge nell’articolo 13 del testo ai punti 6, 7, 8:

6. L'aliquota di base dell’imposta è pari allo 0,76 per cento. I comuni con deliberazione del consiglio comunale, adottata ai sensi dell’articolo 52 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, possono modificare, in aumento o in diminuzione, l’aliquota di base sino a 0,3 punti percentuali.
7. L’aliquota è ridotta allo 0,4 per cento per l’abitazione principale e per le relative pertinenze. I comuni possono modificare, in aumento o in diminuzione, la suddetta aliquota sino a 0,2 punti percentuali.
 

Ciò che più fa sorridere è il fatto che la nuova manovra prevede un ulteriore sconto di 200 euro per le abitazioni più modeste e considerando che l’Italia dei piccoli centri è fatta per buona parte di case modeste, sembrerebbe una buona cosa, ma la rivalutazione del 60% delle rendite catastali determinerà un aumento della base imponibile anche per queste case, e in secondo luogo i comuni avranno la facoltà di innalzare, o abbassare, di due millesimi l’aliquota base del 3,6 per mille. E se dall’attacco ai mattoni delle prime case le casse statali dovrebbero arricchirsi di un miliardo e mezzo di euro, dalle seconde case e dagli immobili ad uso produttivo si arriverà a raggiungere tra i 10 ed i 12 miliardi di euro, e di questi soldi ai comuni non andrà nulla, e, come osserva dalle pagine de La Stampa Graziano Delrio, presidente dell’Associazione dei Comuni, la nuova tassa "dovrebbe in realtà chiamarsi Isi, imposta statale sugli immobili, perché di comunale non ha più niente”.

Iva: dal 1° settembre 2012 probabile aumento Iva. Il precedente governo con delega fiscale ha previsto risparmi di 4 miliardi nel 2012 derivanti da tagli a sgravi e agevolazioni, qualora questi risparmi non venissero raggiunti, dal primo settembre 2012, scatterebbe un aumento del 2% dell’aliquota Iva (dal 21 al 23%). Le somme che si recupereranno, andranno, ha detto il sottosegretario Giarda "a favore delle famiglie, dei giovani e delle donne". Tale manovra porterebbe ad un gettito pari 16 miliardi di euro.
 

Accise carburanti: dal 1° gennaio 2012 l'imposta di fabbricazione sulla benzina salirà a 704,20 euro per mille litri, mentre quella del diesel a 593,20 euro per mille litri. Ciò comporta un aumento di quasi 10 centesimi per la verde e di 13,6 centesimi per il gasolio. Tali maggiori entrate serviranno a rifinanziare il trasporto pubblico locale.

Articolo 15 del testo stabilisce:

1. A decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto, le seguenti aliquote di accisa sono fissate nelle misure sottoindicate:
a) benzina e benzina con piombo: euro 704,20 per mille litri;
b) gasolio usato come carburante: euro 593,20 per mille litri;
c) gas di petrolio liquefatti usati come carburante: euro 267,77 per mille chilogrammi;
d) gas naturale per autotrazione: euro 0,00331per metro cubo.

Irpef: le aliquote Irpef rimangono immutate ma l’addizionale regionale aumenta dallo 0,9 all'1,23%, che diverrà il valore base in ogni parte d’Italia, a cui andrà a sommarsi la parte manovrabile da ciascuna Regione, che inciderà soprattutto sulle Regioni in deficit sanitario. Le addizionali maggiori si registreranno in Campania, Molise e Calabria con aliquote del 2,03; la Calabria rispetto all’anno 2010 vedrà crescere la sua aliquota dello 0,66%, non molto meglio la situazione del Lazio, Sicilia e Abruzzo, la cui addizionale per il 2011 toccherà quota 1,73%. Per tutte le altre Regioni l’addizionale Irpef è fissata all’1,23% ma per i redditi più alti, in base alle specifiche norme di ogni regioni, essa potrebbe arrivare all’1,73%.  Un incremento della tassazione pari allo 0,33%, che sarà totalmente destinato a finanziare il mancato taglio del Fondo sanitario nazionale.

Queste sono le voci della manovra che più graveranno sulle tasche di tutti noi italiani.

Monti, dopo aver illustrato le misure del decreto alla Camera ha aggiunto “Ne siamo sicuri l’Italia non fallirà”, e chissà in che modo riuscirà a convincere anche tutti gli italiani.

(Fonti: Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore, Libero)
 

Sara Marci


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