Una voce tipica della poesia del novecento italogreco: Felice Mastroianni
Societa' Calabria

Una voce tipica della poesia del novecento italogreco: Felice Mastroianni

sabato 11 aprile, 2015

11 APRILE 2015 - Felice Mastroianni, voce tipica di poesia del novecento italogreco, è stato omaggiato dall’Associazione Culturale omonima , presieduta da Serenella Mastroianni, con la presentazione della sua opera “Trilogia Neoellenica” sia agli studenti del Liceo Classico “Francesco Fiorentino” e sia al pubblico di Palazzo Nicotera di Lamezia Terme.

La Trilogia Neoellenica non è altro che la seconda edizione complessiva delle liriche in greco del poeta Mastroianni pubblicate in occasione del centenario della sua nascita ( 1914-1982) e rappresentative del recupero e ridefinizione identitaria della Calabria palpitante di una grecità secolare impressa nel suo codice genetico. Profondo conoscitore delle radici della poesia di Felice Mastroianni, il professore Benito Paola, affiancato dalla segretaria dell’Associazione Culturale “ Felice Mastroianni” Mirella Scuro, ha illustrato l’opera agli studenti del “ Fiorentino” individuandone i motivi più salienti ed esplorando l’ animo del poeta tanto legato alla tradizione greca per sangue e per spirito da scrivere le sue poesie in lingua greca più consona a rendere la musicalità e la bellezza dei suoi versi. Il greco, infatti, è la lingua dell’ anima del poeta, la lingua dei suoi antichissimi padri greci, che gli parlano nel pensiero, nel paesaggio, nella dimensione del paese di Platania, «il paese del cuore mio, dei miei morti, della mia speranza, di una speranza che si volge all’infinito in un azzurro che non si spegne e che trascolora». Nonostante si fosse affermato come poeta in lingua italiana, Felice Mastroianni decise di comporre in lingua neogreca alle soglie di una vecchiaia che fu, purtroppo, breve ma prodigiosa e feconda.  [MORE]

La Trilogia Neoellenica, tradotta dal poeta in lingua italiana, comprende tre libri: “ Quaderni di un’estate” (1975), “Primavera” ( 1977) e ultimo, pubblicato in Atene, “La favola di Eutichio” (1982), che il poeta non vide mai perché giunto al suo paese Platania il giorno delle sua morte. È una poesia meditativa, memoriale che trova il centro di ispirazione nel paese nativo del poeta collocandolo nell’eletta schiera dei poeti neogreci che lo apprezzarono con stupore considerandolo uno di loro per sangue e spirito. Eppure il poeta non aveva mai visitato l’ Ellade, i suoi viaggi furono circoscritti alla Calabria e a Napoli dove insegnò, « spiritualmente però - ha commentato Paola - Mastroianni camminò moltissimo».

« L’ampiezza dell’ispirazione e dei temi – ha sostenuto il professore Daniele Macris (Liceo Maurolico di Messina) - è veramente notevole: ricordi familiari, filtrati dalla nostalgia e da virile commozione assumono un velo di delicata malinconia, presente in tutti gli aspetti contemplati, « occhi d’oro delle volpi// ov’era tramontata la luna// per sempre!». «Felice Mastroianni - ha concluso Macris - è una vera ricchezza e un vero orgoglio per Platania, perché esorta al recupero della sua identità, alla riflessione a non perdere la tradizione linguistica della nostra terra. Perciò è necessario promuovere dei seminari estivi di poesia in maniera sostanziale per far sì che il suo messaggio continui a parlarci». L’incontro a Palazzo Nicotera, moderato dal vicepresidente dell’Associazione Culturale “Felice Mastroianni” Antonio Butera - è stato aperto da un intervento performativo curato da Scenari Visibili/Cantiere Teatrale Kalt durante il quale Maria Antonietta Grandinetti,Giulia Pollice,Soukaina Maktoum,Valeria D'agostino,Andrea Gigliotti, Dario Natale hanno interpretato alcune poesie di Felice Mastroianni.

Lina Latelli Nucifero

 


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