Verso Gerusalemme Domenica XIII del Tempo Ordinario - Anno C
Parola e Fede Calabria

Verso Gerusalemme Domenica XIII del Tempo Ordinario - Anno C

sabato 25 giugno, 2016

Vangelo della Domenica
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.[MORE]

Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

Riflettiamo insieme
Sono tanti gli spunti di riflessione nel Vangelo di questa domenica.
“prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme”. Gesù va verso Gerusalemme, ovvero va verso la volontà che il Padre ha disegnato per Lui e va con ferma decisione. La prima domanda che tutti dovremmo poterci porre: come siamo messi in quanto a decisione di compiere tutta la volontà di Dio su di noi? Quante volte ritardiamo il nostro cammino, la nostra missione e la nostra stessa conversione. Anche nella seconda parte del Vangelo quei tali pongono tante condizioni per seguire Gesù. Ognuno ha una preoccupazione, anche legittima. Pensate, però, per un attimo se Gesù avesse ritardato i suoi incontri con le persone che ha salvato, guarito o risuscitato da morte, se fosse arrivato ad esempio, un’ora dopo il passaggio del corteo funebre del figlio della povera vedova di Nain? Gesù non avrebbe potuto consolare quella donna e non avrebbe potuto restituirgli il figlio alla vita. Ci sono cose che vanno fatte e non si può indugiare, ritardare.

Chi è allora Gesù. È forse un incarnato, uno con la testa nelle nuvole, un idealista, un sognatore, uno che è fuori di ogni realtà, che vive in un mondo tutto suo? Nulla di tutto questo. Possiamo ben dire che Gesù ha esercitato sulla nostra terra tre lavori. Il primo lavoro è quello d’orecchio. Lui è vissuto solo per ascoltare il Padre. Il secondo lavoro è ancora una volta l’ascolto. Ascolta lo Spirito Santo che gli spiega ogni Parola del Padre, gli offre l’eterno e divino significato di ognuna di essa e anche gli manifesta come essa va realizzata nella sua vita.

Poi vi è il terzo lavoro: come trasformare ogni Parola in storia, in vita, in strumento di salvezza e di redenzione. Per questo lavoro l’udito non basta più, gli occorrono anche gli occhi e ancora una volta sono gli occhi dello Spirito Santo che gli sono dati in aiuto. Gesù, nello Spirito Santo vede come il Padre opera e Lui opera, in perfetta imitazione. È come se Gesù fosse impegnato a rendere storia, fatto, evento quanto il Padre vive nell’eternità.

Oggi il Padre dice a Gesù di incamminarsi verso Gerusalemme e Lui prontamente, decisamente, con obbedienza immediata si incammina verso la città di Dio. Il Padre gli dice di avere infinita pazienza con gli uomini che non vogliono accoglierlo e Lui si dirige verso altri villaggi. Il Padre gli detta le regole della sequela e Lui le dona agli uomini. Il progettista della vita di Cristo è il Padre. Solo Lui. Il progettista di ogni vita dei discepoli è solo Cristo e solo Lui. Gesù però sempre la riceve dal Padre. La riceve e la dona ai suoi discepoli. Il Padre parla e Lui ascolta. Cristo parla e il discepolo ascolta. Stolta e insipiente, infruttuosa e tristemente amara è la vita di ogni discepolo che non ascolta Cristo. Sarà una vita senza alcun frutto di salvezza, perché vita senza possibilità che in essa e per essa si possa realizzare la vita di Gesù.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci un orecchio sempre pronto e attento per ascoltare la Parola di Gesù, di obbedire alla voce dello Spirito Santo. Donaci Signore anche tanta pazienza nella missione e nel lavoro quotidiano con i fratelli. Non possiamo invocare fulmini dal cielo che sterminano tutti coloro che non ascoltano la nostra parola.

Don Francesco Cristofaro

 


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