Yara, la Procura contro Alfano: «Volevamo il massimo riserbo»
Cronaca Lombardia

Yara, la Procura contro Alfano: «Volevamo il massimo riserbo»

martedì 17 giugno, 2014

BERGAMO, 17 GIUGNO 2014 - Prima della giornata di ieri, dopo tre anni e mezzo di attesa, mai le indagini sull’assassinio di Yara Gambirasio erano giunte ad un punto di svolta così importante.

L’arresto di Massimo Giuseppe Bonetti, l’uomo ritenuto dalla Procura di Bergamo il possibile assassino, era stato annunciato ieri pomeriggio dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, il quale affermava: «Le forze dell’ordine, d’intesa con la Magistratura hanno individuato l’assassino di Yara Gambirasio. Ringraziamo tutti, ognuno nel proprio ruolo, per l’impegno massimo, l’alta professionalità e la passione investita nella difficile ricerca di questo efferato assassino che, finalmente, non è più senza volto».

Tuttavia Quest’oggi, soprattutto a seguito dell’enorme boom mediatico contro il presunto assassino, è intervenuto il procuratore capo di Bergamo, Francesco Dettori, il quale senza mistero ha espresso il proprio disappunto nei confronti dell’intervento del ministro. «Era intenzione della Procura – afferma Dettori – mantenere il massimo riserbo. Questo anche a tutela dell’indagato in relazione al quale, secondo la Costituzione, esiste la presunzione di innocenza».

Sempre il procuratore Dettori precisa che «il fermo avrà il consueto iter di tutti gli altri», ovvero gli atti riguardanti il caso saranno trasmessi entro 48 ore dall’esecuzione del fermo al gip che avrà a sua disposizione altre 48 ore per fissare l’udienza e decidere sulla convalida o meno dello stato di fermo al quale è sottoposto al momento Massimo Giuseppe Bonetti.

Naturalmente non è tardata ad arrivare la replica del ministro Alfano, che respinge al mittente le dichiarazioni del Procuratore di Bergamo: «In un giorno di grandi successi non voglio fare polemiche. Non ho divulgato dettagli e non credo che il procuratore ce l’abbia con me. Piuttosto – afferma Alfano – si dovrebbe chiedere chi ha inondato il nostro mondo dei mass media di informazioni e dettagli. Certamente non è stato il governo».[MORE]

Lo stesso Alfano poi ha comunque aggiunto: «L’opinione pubblica aveva diritto di sapere e di essere rassicurata e ha saputo. Questo è un elemento rassicurante perché i cittadini devono sapere che in Italia chi delinque va in galera». Ma al di là di tutto il ministro dell’interno cambia i toni e compie un piccolo passo indietro precisando: «La presunzione di innocenza vale per tutti e vale anche in questo caso. Saranno gli inquirenti, gli investigatori – conclude Alfano – a fornire tutti gli elementi relativi all’indagine che ha portato all’arresto dell’uomo». 

(Immagine da ilfattoquotidiano.it)

Giovanni Maria Elia


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