Lavoro, Ilo: «All'Italia servono 1,7 mln posti di lavoro». Più sgravi fiscali e meno austerità
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Lavoro, Ilo: «All'Italia servono 1,7 mln posti di lavoro». Più sgravi fiscali e meno austerità

lunedì 3 giugno, 2013

MILANO, 03 GIUGNO 2013 - Duro il "Rapporto sul mondo del lavoro 2013" dell’Ilo (organizzazione internazionale del lavoro dell’Onu) riguardo alla situazione del lavoro nel nostro Paese: «All'Italia servono circa 1,7 milioni di nuovi posti di lavoro per riportare il tasso di occupazione ai livelli pre-crisi», tracciando una situazione ancora più critica di quella delineata dalla Cgil, secondo cui i posti di lavoro mancanti sarebbero 1,5 milioni e per recuperarli saranno necessari 63 anni: ovverosia nel 2076.

Nello specifico, i dati dell'Ilo collocano il nostro Paese nella categoria di quelli dove la disoccupazione continua ad aumentare. Infatti, dopo il periodo 2011 e l’inizio del 2012 - dove i livelli di occupazione sono rimasti stabili - nella seconda metà del 2012, la flessione dei posti di lavoro nel nostro paese ha registrato una accelerazione: quasi 100.000 posti nei due ultimi trimestri. Nel solo quarto trimestre del 2012, gli occupati sono diminuiti di oltre 48.000 rispetto al trimestre precedente. Andando a ritroso negl’anni precedenti all’attuale crisi - dal secondo trimestre del 2008 - l'economia italiana ha perso circa 600.000 posti di lavoro. Da quel momento, Il tasso di disoccupazione è aumentato regolarmente, passando dal 6,1% nel 2007, per raggiungere l'11,2% nel quarto trimestre 2012. [MORE]

Come sotto linea il sopraindicato Rapporto:«In Italia, la sfida della ricerca di un posto di lavoro è stata particolarmente difficile per i giovani tra 15 e 24 anni: il tasso di disoccupazione di questa fascia di età è salito di 15 punti percentuali ed ha raggiunto il 35,2% nel quarto semestre 2012. L'occupazione precaria (contratti involontari a tempo determinato o part-time) si è diffusa largamente. A partire dal 2007, il numero dei lavoratori precari è aumentato di 5,7 punti percentuali ed ha raggiunto il 32% degli occupati nel 2012. La percentuale dei contratti a tempo determinato sull'insieme dei contratti precari è probabilmente aumentata a seguito della riforma Fornero».

Critico il Rapporto anche in merito alla “staffetta” che starebbe valutando l’attuale governo Letta: «I lavoratori giovani, in Italia, non devono prendere il posto di quelli più anziani. Qualora si considerino le recenti proposte di condivisione del lavoro tra lavoratori giovani e anziani è importante notare che i giovani non devono prendere il posto degli adulti nel mercato del lavoro. Infatti, il contatto con lavoratori più sperimentati attraverso il tutoraggio può fornire consigli, istruire alle buone pratiche sul luogo di lavoro, aiutare a dissipare i malintesi riguardo ai giovani».

Così, secondo l’Ilo, «Il governo dovrebbe considerare altri mezzi per sostenere l'occupazione giovanile, come ad esempio: il sistema di garanzia per mantenere i giovani dentro il mercato del lavoro; incentivi all'assunzione di giovani più svantaggiati (disoccupati di lunga durata o giovani poco qualificati); borse di formazione; e sforzi per migliorare la corrispondenza delle competenze (skills matching)», concludendo che l’esecutivo dovrà «monitorare le forme atipiche di occupazione. Sarà importante monitorare e valutare la recente proposta di ridurre di un terzo il periodo di interruzione tra due contratti successivi a tempo determinato. Siccome l'occupazione precaria è in continuo aumento, sarebbero necessari maggiori sforzi per incentivare la trasformazione di contratti a tempo determinato in contratti di lavoro fisso».

(fonte: La Repubblica)
 

Rosy Merola


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