Affidi illeciti Bibbiano: da arresti domiciliari ad obbligo di dimora per il Sindaco
Cronaca Emilia Romagna Reggio Emilia

Affidi illeciti Bibbiano: da arresti domiciliari ad obbligo di dimora per il Sindaco

venerdì 20 settembre, 2019

BOLOGNA, 20 SETTEMBRE – Il Sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, passa dagli arresti domiciliari all’obbligo di dimora nel suo Comune di residenza (Albinea). È questa la decisione del Tribunale del Riesame di Bologna sulla richiesta presentata dalla difesa del Primo Cittadino bibbianese, attualmente sospeso dopo il coinvolgimento nell’inchiesta “Angeli e Demoni” della Procura di Reggio Emilia, nell’ambito della quale è indagato per abuso d’ufficio e falso ideologico (correlativamente alle procedure amministrative per l’appalto dei servizi di psicoterapia nel Comune emiliano).

Lo scorso 27 giugno Carletti era stato raggiunto da un’ordinanza del gip di Reggio Emilia in cui si disponevano i suoi arresti domiciliari, mentre la Prefettura lo aveva sospeso dall’incarico pubblico da lui rivestito alla guida dell’amministrazione bibbianese (ora guidata dalla sua ex-vice, Paola Delfina Tognoni); nei giorni successivi, poi, lo stesso Carletti aveva deciso anche di autosospendersi dal Partito Democratico in attesa di chiarire la sua posizione nel corso del procedimento penale in cui è coinvolto. I giudici del riesame, invece, hanno oggi disposto un’attenuazione della misura cautelare nei suoi confronti, ritenendo prive di gravità indiziaria alcune delle ipotesi di abuso d’ufficio contestategli dal PM di Reggio Emilia Valentina Salvi.

Resta ai domiciliari, invece, Federica Anghinolfi, l’ex responsabile dei servizi sociali della Val d’Enza, considerata una figura chiave nell’intero sistema degli affidi illeciti e indagata per falso ideologico, frode processuale, violenza privata, peculato, depistaggio e lesioni personali aggravate nei confronti di alcuni bambini sottratti alle loro famiglie. Ancora ai domiciliari anche l’assistente sociale Francesco Monopoli e Nadia Bolognini, psicoterapeuta di Torino e moglie di Claudio Foti – entrambi alla guida della onlus piemontese “Hansel e Gretel” i cui operatori praticavano sedute di psicoterapia con i piccoli bibbianesi – nei confronti del quale invece il Riesame ha riformulato la misura in obbligo di dimora nel Comune di Pinerolo. Infine, Marietta Veltri, altro membro dello staff di coordinamento dei servizi sociali della Val d’Enza, è tornata in libertà in concomitanza con il pensionamento dalla sua attività lavorativa.

Per quanto concerne poi gli altri indagati, è scaduta la sospensione temporanea dall’attività lavorativa che era stata disposta nei confronti di Cinzia Magnarelli, la quale è infatti tornata al lavoro ma in un settore diverso dell’AUSL rispetto a quello nel quale sarebbe stata coinvolta nei fatti oggetto d’inchiesta, avendo ammesso di aver falsificato alcuni rapporti psicosanitari su pressione dei suoi superiori ed avendo dunque chiesto ed ottenuto il trasferimento. Fadia Bassmaji e Daniela Bedogni, invece, hanno ancora il divieto di avvicinamento alla minorenne che avevano avuto in affidamento e che avrebbe subito maltrattamenti dalla coppia. Tra gli indagati a piede libero ci sono l’avvocato Marco Scarpati (indagato per concorso in abuso d’ufficio per aver accettato l’incarico di seguire dal punto di vista legale le vicende degli affidi ed aver anche percepito compensi per 20mila€) e il direttore provinciale dell’AUSL, Fausto Nicolini (anch’egli indagato per concorso in abuso d’ufficio). Infine, il reato di falso ideologico potrebbe essere contestato anche agli ex Sindaci dei vicini Comuni di Cavriago e Montecchio, Paolo Burani e Paolo Colli, peraltro entrambi ex presidenti dell’Unione Val d’Enza.

Al centro dell’indagine ci sono ancora le delicate vicende che hanno vissuto almeno dieci bimbi residenti nel Comune di Bibbiano, i quali sarebbero stati strappati alle loro famiglie naturali ricorrendo a sistemi illeciti messi in piedi dagli operatori dei servizi sociali del Comune reggiano. Secondo gli inquirenti, questi avrebbero stilato relazioni in cui venivano evidenziati falsi particolari delle vite familiari, architettati ad hoc al fine di mettere in cattiva luce i genitori naturali dei bambini – ad esempio, raccontando di abusi in realtà mai subiti o di scarse attenzioni affettive, nonché descrivendo fantasiosamente abitazioni in pessimo stato di igiene – e poter così disporre l’affidamento coatto dei minori ad altre famiglie. Dietro l’organizzazione ci sarebbbe stato un vero e proprio business del settore: i piccoli venivano sottoposti a sedute di psicoterapia nella sede della “Cura”, una struttura pubblica del Comune di Bibbiano, praticate da operatori della onlus torinese “Hansel e Gretel”, i quali avevano in pugno l’intero sistema percependo alla fine un compenso orario doppio rispetto a quello medio di analoghi professionisti.


Francesco Gagliardi


Fonte immagine: 24emilia.com


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