Arrivano in Italia nuovi superbatteri: strutture sanitarie in allerta
Salute Emilia Romagna

Arrivano in Italia nuovi superbatteri: strutture sanitarie in allerta

venerdì 2 dicembre, 2011

BOLOGNA, 2 DICEMBRE - Stavolta arrivano dall’India e sono, secondo quanto dichiarato dall’équipe medica del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, molto pericolosi: si tratta di alcuni “super batteri” che, dopo aver raggiunto la Gran Bretagna la scorsa estate, sono infine sbarcati nel nostro Paese.[MORE]

Come spesso accade, quando ci si trova d’innanzi a notizie del genere è difficile non farsi prendere la mano e riversare fiumi d’inchiostro “digitale” e non su articoli dai toni allarmisti e sensazionalisti. Mantenendo invece il solito approccio che ci contraddistingue, vaglieremo le prime informazioni disponibili in merito. Innanzitutto i batteri avrebbero cominciato a diffondersi da alcune strutture ospedaliere: i sei casi positivi ai “super batteri” - varianti dei famosi “escherichia coli” e “klebsiella” (rispettivamente il “virus dei cetrioli” che spaventò la Germania e il l’agente patogeno che avrebbe aumentato particolarmente la propria resistenza agli antibiotici negli ultimi anni) – sono stati registrati infatti in alcune strutture del bolognese. In queste ultime, attraverso il ricovero di un portatore che gli esperti indicano come “paziente zero”, sarebbe iniziata quindi la corsa dei batteri: per la precisione i microbiologi farebbero risalire il tutto al 2 luglio scorso, ovvero l giorno in cui un individuo di origine indiana, ricoverato nei primi mesi dell’anno a Nuova Delhi, sarebbe stato accettato da una struttura medica privata della città.

Le varianti dei batteri sarebbero potenzialmente pericolose perché resistenti agli antibiotici (risultano “impermeabili” alle sostanze curanti) e in grado di causare infezioni particolarmente gravi. Il presidente dei microbiologi italiani Giacomo Fortina ha dichiarato: “E’ probabile che la diffusione sia già importante anche in Italia, servono misure urgenti per il contenimento della propagazione di questi batteri”. I casi accertati sino ad oggi sono circa un centinaio, due terzi dei quali registrati nella sola Gran Bretagna.

Gianluca Francesco Pisutu


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