Basket, Serie A1 - Milano espugna Trento e conquista il suo 28° Scudetto
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Basket, Serie A1 - Milano espugna Trento e conquista il suo 28° Scudetto

venerdì 15 giugno, 2018

TRENTO, 16 GIUGNO – Non sarà necessaria la “bella” in gara 7 per aggiudicare lo Scudetto del basket italiano: in una gara 6 praticamente senza storia, infatti, l’Olimpia Milano è riuscita ad espugnare l’infuocato parquet del PalaTrento con il punteggio di 71-96. Per la seconda stagione consecutiva, dunque, il volo dell’Aquila si ferma in finale, costringendo peraltro amaramente i tifosi trentini ad osservare ancora i festeggiamenti degli avversari tra le mura amiche, dopo l’analoga sconfitta patita lo scorso anno per mano della Reyer Venezia. Curiosa, viceversa, la striscia vincente dell’Olimpia, in grado da un lustro di trionfare in campionato in tutti gli anni pari (2014, 2016, 2018). Senza dubbio da sottolineare anche l’abilità di coach Simone Pianigiani, giunto ormai al sesto titolo di squadra ottenuto in Italia (se si considera anche lo Scudetto del 2012 conquistato con la Mens Sana Siena, poi revocato dal Tribunale Federale per frode sportiva), senza contare la grande impresa compiuta lo scorso anno in Israele, portando anche l’Hapoel alla vittoria del campionato. [MORE]

In questa circostanza, l’ex CT della Nazionale italiana ha certamente potuto beneficiare di un roster più profondo rispetto a quello degli avversari, arrivati ad un tiro dalla vittoria in gara 5 ma mai realmente in partita invece in quest’ultima serata stagionale. Tuttavia, coach Pianigiani ha dato lustro alle sue capacità gestionali e motivazionali fornendo in tutte le partite decisive una vera anima ad una squadra che in stagione regolare non aveva forse trovato quella continuità che sulla carta molti si sarebbero aspettati. L’emblema dell’applicazione e della concentrazione delle star biancorosse è senza dubbio la strepitosa prestazione difensiva di questa gara 6, soprattutto nel trattamento riservato a Shavon Shields, eroico nelle sfide precedenti ma tenuto a soli 14 pt con un magro 0/1 dalla distanza. Notevole anche la prova balistica degli uomini dell’EA7, con un buon 16/29 da 2 ed un ottimo 18/35 da 3 che ha sostanzialmente tagliato le gambe agli avversari. L’emotività e la stanchezza accusate progressivamente dai ragazzi di coach Buscaglia hanno fatto il resto, creando confusione e scompaginando anche gli schemi più consolidati per la squadra trentina, che è stata poi travolta nel finale da Goudelock e compagni.

L’Olimpia ha cercato di fare la voce grossa già nella prima frazione, provando a costruire il primo parziale decisivo per scavare un solco nel punteggio ed evitare velleità dei padroni di casa. L’ex Lakers Goudelock è riuscito a mettere subito il suo sigillo sulla gara con 5 punti dei primi 7 complessivi della sua squadra, con l’intenzione di lasciare un’ottima impressione di sé ai tifosi meneghini, avendo già annunciato la sua volontà di lasciare l’Italia nella prossima stagione. La mossa decisiva della prima frazione è stata però probabilmente la scelta di Pianigiani di sguinzagliare capitan Cinciarini alle calcagna del pericolosissimo Shields, che tanto male aveva fatto alla difesa milanese negli scontri precedenti, ma non è riuscito a ripetersi in questa occasione, dal momento che l’ex playmaker reggiano di fronte a lui si è dimostrato un vero e proprio mastino, controllandone con grinta tutte le sfuriate. Una tripla di Forray (14) ed una stoppata di Silins hanno ridato vigore al tifo locale, ringalluzzito poi dal primo vantaggio della DolomitiEnergia, raggiunto anche grazie all’apporto di Sutton (15). Tuttavia, con l’ingresso in campo di Jerrells (12 pt e 6 as), Milano ha ripreso a macinare gioco ed ha nuovamente ribaltato la situazione in pochi possessi, trovando anche due triple consecutive di Kuzminskas (15 pt con un 5/6 complessivo dall’arco) in chiusura di parziale.

Il secondo quarto è iniziato sulla falsa riga del primo, con l’apporto costante della panchina biancorossa (importanti i 15 punti di Bertans ed i 14 di Gudaitis, ma anche alcune giocate di Abass). Non è bastata una fiammata dei padroni di casa con una bella stoppata di Gomes, cui non è stato dato seguito nell’altra metà del campo, con poche idee, poca circolazione di palla ed un attacco in generale abbastanza asfittico, culminato in uno sfondamento di Shields. La frustrazione dell’Aquila è risultata ancora più chiara quando, sul -15, Sutton ha commesso ingenuamente il suo terzo fallo personale lottando a rimbalzo con i lunghi avversari dopo un errore di Gutierrez al tiro. Nel complesso, a fine primo tempo non è apparsa impeccabile la prestazione al tiro dei padroni di casa, giunti all’intervallo lungo con 9/21 da 2 ed appena 1/8 da 3, ma anche le difficoltà a rimbalzo sono sembrate evidenti (14-21 il conto parziale), forse soprattutto in virtù della presenza fastidiosa di Tarczewski sotto le plance con i suoi 213 cm.

L’Olimpia è rientrata in campo dopo l’intervallo con l’aria di aver avvertito l’odore della preda, decisa a chiudere i giochi il prima possibile, come si è potuto evincere dagli sguardi concentratissimi dei Biancorossi, che hanno lottato su ogni pallone per evitare il rientro degli avversari ed i rischi di una più equilibrata, eventuale, gara 7. Micov, con la sua classe e pulizia al tiro (2/2 da 2 e 2/5 da 3), è sembrato in grado di mettere il punto esclamativo alla gara e conferme sembravano essere arrivate da una perentoria stoppata di Bertans. Nonostante tutto, invece, l’Aquila è riuscita inaspettatamente a risalire nel punteggio con le unghie e con i denti, portandosi sul -7 e caricando Tarczewski di falli (4 a metà terzo periodo). Silins e Gutierrez hanno iniziato poi a carburare, provando a caricarsi la squadra sulle spalle in virtù dell’assoluta sterilità offensiva di Shields, ancora ingabbiato nella morsa difensiva degli avversari. Le speranze trentine si sono però affievolite nuovamente nel momento in cui coach Buscaglia è stato costretto a richiamare in panchina Sutton dopo il quarto fallo personale di quest’ultimo, perdendo un’altra pedina importante dello scacchiere casalingo senza poter impedire agli ospiti di concludere il parziale con la doppia cifra di vantaggio.

Gli ultimi 10’ di partita, poi, hanno ancora di più rappresentato una inesorabile cavalcata dell’Olimpia verso il titolo finale: è stata sontuosa l’apertura del quarto periodo, nel quale hanno subito ripreso a brillare le stelle del “Mini Mamba” Goudelock (autore di almeno due canestri pazzeschi) e del cecchino Kuzminskas, che ha schiacciato le ultime resistenze casalinghe sotto il peso delle sue triple. Gli ultimi assalti di Trento sono infatti apparsi alquanto confusi, sebbene generosi, per di più vanificati infine da un fallo tecnico di squadra in cui i Bianconeri hanno sfogato il proprio nervosismo. Con Milano avanti 82-64 a 6’ dalla fine, anche lo staff tecnico della DolomitiEnergia ha riconosciuto la sconfitta e la superiorità tecnica degli avversari, trasformando gli ultimi minuti di gioco in garbage time ed una passerella per i vincitori, al termine di quella che è stata a tutti gli effetti la più squilibrata gara di questa serie.

Scontato anche il premio individuale di MVP assegnato ad Andrew Goudelock: il prodotto di Charleston College, ex miglior giocatore anche dell’NBA D-League, ha disputato una partita da campione vero mettendo a referto 21 punti in 30 minuti con alcune giocate da fuoriclasse, chiudendo una serie in cui ha viaggiato a 18.3 pt di media, conditi dalla ciliegina sulla torta rappresentata dalla spettacolare stoppata su Sutton che aveva deciso gara 5. Anche le lacrime dei tifosi trentini si sono dopo pochi minuti tramutate in applausi sportivi nei confronti di Goudelock e compagni, grandi avversari e parte di un team costruito per ambire dichiaratamente alla vittoria finale. Il sogno spezzato dei tifosi dell’Aquila, però, non si fermerà certamente al termine di questa stagione: il grande gruppo, il nucleo portante del roster della DolomitiEnergia (purché la società riesca a confermarlo per la prossima stagione), ha dimostrato grande grinta e determinazione nel corso dei playoff, attestandosi sulla strada giusta per crescere ed imporsi anche ad alti livelli.

 

Francesco Gagliardi

 

Fonte immagine: gazzetta.it


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