Calcio Sicilia: il punto sulla 2^ giornata
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Calcio Sicilia: il punto sulla 2^ giornata

martedì 3 settembre, 2013

PALERMO, 3 SETTEMBRE 2013 - Con il posticipo di Serie B di ieri sera, che ha visto protagonista il Trapani contro il Pescara, si è conclusa per il calcio siciliano la seconda giornata. Un turno di campionato nel complesso non positivo per le tre squadre isolane considerato che, eccezion fatta per i granata che hanno guadagnato un buon punto casalingo, Catania e Palermo sono cadute vittime di due pesanti sconfitte interne rispettivamente contro Inter ed Empoli. Sconfitte che, seppur maturate in modalità differenti, hanno messo in luce limiti e difficoltà di gioco su cui Maran e Gattuso dovranno lavorare per mettere ben presto rimedio.[MORE]

Allo Stadio “Massimino” è andata in scena una partita a senso unico. Sia chiaro l’Inter di Mazzarri non è apparsa una macchina irresistibile ma, contro un Catania poco reattivo ed incapace di controbattere agli attacchi avversari, si è comunque dimostrata assai solida. D’altra parte il neo allenatore nerazzurro sembra essere riuscito a dare un’impronta già precisa alla sua squadra, innanzitutto attenta a non prenderle e poi pronta a colpire l’avversario con ripartenze veloci e prediligendo il gioco sulle fasce. Vedi azione del primo gol: al 19’ Jonathan irride Monzon (a proposito le cattive prestazioni del terzino argentino iniziano a preoccupare) cross rasoterra in mezzo e Palacio mette comodamente in rete. La squadra etnea stenta a riorganizzarsi e l’unica azione degna di nota è un tiro da fuori area del greco Tachtsidis che esce di poco a lato. A complicare i piani di mister Maran ci si mette l’infortunio a fine primo tempo di capitan Izco costretto a lasciare il campo al posto di Maxi Lopez. Nella ripresa il copione non cambia, anzi l’Inter all’11’ raddoppia: altra offensiva sulla fascia destra dove questa volta è Palacio a mettere sul secondo palo un pallone che il “gigante” Nagatomo mette in rete con un tuffo di testa. Da lì in poi non c’è più partita. Il Catania si butta con disordine in avanti esponendosi ai facili contropiedi nerazzurri. Ed è proprio da uno di questi che Ricky Alvarez mette a segno la terza rete.

Risultato diverso ma stessa infausta sorte è toccata al Palermo di Rino Gattuso. Al debutto casalingo per i rosanero doveva essere la partita del riscatto. Invece contro l’Empoli di mister Sarri lo spartito suonato dai rosanero è stato lo stesso che oramai si sente dalla scorsa stagione: triste, all’inizio di gara finanche presuntuoso, ma soprattutto perdente. Una musica alla quale i tifosi palermitani non sono naturalmente disposti ad abituarsi. Dopo la sfuriata della scorsa settimana Gattuso mette in campo, fin dal primo minuto, la “Joya” Hernandez. Nei primi minuti, di buon piglio, il Palermo gioca nella metà campo avversaria. Un atteggiamento che fa ben sperare, ma che in poco tempo si rivela illusorio. Al 15’, infatti, l’Empoli passa in vantaggio: Tavano trova scoperta la retroguardia rosanero e con un preciso diagonale dal limite d’area batte Sorrentino. E come se non bastasse la squadra di Gattuso si ritrova a giocare in 10 a causa della sciagurata quanto inesperta espulsione del centrocampista Ngoyi, che nel giro di pochi minuti si fa rifilare due ammonizioni. Tuttavia l’episodio sembra dare una scossa agli undici palermitani che al 30’, inaspettatamente, trovano il pareggio. Dybala lancia in profondità il veloce Hernandez che solo dinanzi al portiere Bassi non può fallire il gol dell’1 a 1. Nella ripresa il Palermo sembra voler far sua la partita ma dopo alcuni attacchi più o meno pericolosi al 67’ si ritrova in svantaggio. Calcio d’angolo per i toscani sul quale l’ex di turno Maccarone è lesto a colpire di testa mandando la palla in rete: 2 a 1. Un risultato che non cambia e che inchioda il Palermo alla sua prima sconfitta stagionale ma soprattutto alla sua ennesima brutta figura. In via del Fante è già tempo di primi bilanci e l’impressione è che Gattuso non possa più sbagliare: se non vince a Padova il presidente Zamparini potrebbe dargli il benservito.

Chi può dirsi soddisfatto di questa giornata di campionato è il Trapani di mister Boscaglia. Contro il blasonato Pescara, i granata raccolgono, tra le mura amiche, un punto importante al termine di una partita piacevole ma durante la quale sono andati in svantaggio per ben due volte. E se si considera che entrambi i gol del pareggio sono due autoreti abbruzzesi si capisce come alla fine della gara a dover recriminare è soprattutto la squadra di mister Marino (piuttosto per il tecnico siciliano, marsalese di nascita, la sfida contro il Trapani ha avuto il sapore di un vero e proprio derby). Al Trapani va comunque il grande merito di essere rimasto sempre in partita con grande intelligenza tattica e senza mai scoraggiarsi, specie se dopo pochi minuti ti ritrovi già sotto di un gol. È, difatti, il 9’ quando l’esterno abruzzese Ragusa, uno dei migliori in campo, trafigge con un bel diagonale il portiere Nordi. I granata non perdono la testa ma con carattere si portano in avanti sfiorando il pareggio al 30’, quando in acrobazia Lo Bue manca di poco la rete. Ma il pareggio è nell’aria e arriva puntuale dopo appena 3 minuti. Dagli sviluppi di una punizione capitan Pagliarulo devia di testa la palla che prima colpisce il palo e poi rimbalza sul malcapitato Capuano che manda la palla nella propria porta: 1-1. Dagli spogliatoi esce un Pescara intenzionato a far sua la partita imprimendo un gioco costantemente a ridosso dell’area avversaria. E dopo un netto rigore negato al 47’ al solito ed instancabile Ragusa, la squadra abruzzese si riporta in vantaggio: al 57’ l’estremo difensore Nordi compie il miracolo sul ravvicinato tiro di Maniero ma non può nulla sul tap-in vincente di Cutolo. Ma anche questa volta gli undici di Boscaglia non demordono e con un po’ di fortuna riagguantano il pareggio. È il 68’ quando Rizzato senza troppe pretese effettua un cross nell’area del Pescara. L’intesa tra il portiere Pelizzoli ed il suo compagno Bocchetti non è delle migliori e la palla colpisce il difensore finendo così in rete. Dice bene l'adagio: “la fortuna aiuta gli audaci”.

(Immagine da goal.com)

Giovanni Maria Elia


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