ROMA, 5 DICEMBRE 2011. – . No delle sigle sindacali CGIL, CISL e UIL alla manovra economica varata dal Governo e illustrata oggi alla Camera e al Senato, dal nuovo Presidente del Consiglio Mario Monti. Lo stesso premier nel tentativo di schiarire le perplessità espresse dai maggiori partiti politici Pdl e Pd, nel corso delle sedute parlamentari ha precisato che “è nella natura di questo governo cercare di far contribuire il Paese con sacrifici ragionevoli e distribuiti in modo equo, finalizzati a un'operazione nell'interesse comune….non farlo adesso significa farne ben più gravi tra poche settimane, se non tra pochi giorni”. [MORE]
L’obiettivo del Governo in carica è di salvare l’Italia dal rischio di cadere travolta dai mercati come è accaduto in Grecia, ed obiettivo ancora più delicato è farlo secondo la ricetta dettata dall’Europa. Sul punto sono insorti i Sindacati, che considerano iniqua la manovra e contestano al Governo l’essersi sottratto ad un confronto sul tema della previdenza.
Secondo la CGIL infatti: “la manovra proposta dal Governo contiene poche novità positive (sulla crescita e sulle infrastrutture) e molte parti gravi che non la configurano come una manovra equa, ma che grava su lavoratori e pensionati - La non indicizzazione per le pensioni basse è una tassa sulla povertà, l’anzianità a 40 anni diventa impraticabile e provoca gli effetti di sottrazione di un diritto e di destabilizzazione del mercato del lavoro”.
Anche CISL e UIL hanno quindi rimproverato il Governo di voler ridurre le sigle sindacali a semplici comparse. Per il prossimo lunedì 12 dicembre hanno quindi indetto uno sciopero di due ore. Diversamente la CGIL che lo ha indetto per 4 ore, annunciando l’iniziativa di presidi in tutta Italia, già dalla giornata di domani in vista dello sciopero generale.
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