Coisp su Azzollini : lettera di risposta alla segreteria nazionale del sindacato di polizia Coisp
Al Sig. Gabriele Ghezzi c/o Consiglio Comunale di Milano Egregio Gabriele Ghezzi, abbiamo creduto, sbagliando, che la nostra lettera del 1.3.2012 avrebbe potuto farla riflettere attentamente ed in silenzio sulle dichiarazioni da Lei fatte nella seduta del Consiglio Comunale di
Milano del 27 febbraio 2012.
Così invece non è stato, visto che Lei ha inteso tornare a cercarsi qualche attimo di notorietà
rispondendo a tale nostra lettera manifestando uno stile che evidentemente Le appartiene, ma che a noi
fa solamente specie.
Non poteva sottrarsi, scrive Lei.
Avrebbe fatto meglio invece a farlo, diciamo noi, perché ciò Le avrebbe evitato questa nostra nuova
missiva. L’ultima, sia ben inteso, perché non abbiamo alcuna intenzione di portarla via dall’anonimato
che Le si addice.
Con la nostra lettera sopra ricordata, egregio signor GHEZZI, avevamo cercato di farle comprendere
l’inopportunità di giustificare, come Lei ha fatto, la presenza nelle Istituzioni di elementi che hanno
attivamente combattuto lo Stato e quegli uomini “in divisa” che l’hanno sempre difeso anche nei
momenti più pericolosi del nostro Paese.
Puntualizzavamo che «gli ex mafiosi devono stare fuori dalle Istituzioni, e noi crediamo anche dal
Parlamento, quanto gli ex terroristi, fiancheggiatori ed ideologi della lotta armata allo Stato. Ci sono
moltissime persone oneste, che hanno lavorato per una vita o che stanno studiando e faticosamente
conducendo una vita onesta.” e concludevamo: “Invece, purtroppo, ogni volta che un terrorista, diventa
"ex" e quando balza agli onori delle cronache, c'è sempre qualcuno che, come lei, invoca il
superamento degli steccati. Vada a raccontarlo agli orfani ed alle vedove, e provi a farlo senza
vergognarsi.»
Ebbene, Lei ha inteso ribattere di non riuscire a comprendere le motivazioni per le quali dovrebbe
vergognarsi (non ha evidentemente compreso le nostri affermazioni e non vogliamo nemmeno tentare di
spiegargliele nuovamente) e si è perso in una serie di divagazioni e tediose asserzioni con l’evidente
intento di sfuggire al nostro invito ad assumersi le conseguenze della Sua difesa verso certi soggetti,
raccontando (riuscendo a farlo senza provare vergogna per sé stesso) “agli orfani ed alle vedove” che
coloro che hanno ucciso i loro cari o che hanno condiviso la mano, le azioni e gli ideali dei loro
assassini, possano meritare, dopo un certo periodo di tempo, seppur lungo, di amministrare quello stesso
Stato avverso il quale hanno combattuto “armati” e quei cittadini ai quali hanno provocato la privazione
di mariti e genitori.
Lei si è quindi poi perso nella speranza di una “giustizia riparativa” che purtroppo non può valere a
senso unico, ma per essere ammessa dovrebbe riuscire anche a riportare indietro quei Servitori dello
Stato ammazzati da terroristi che tali sono stati e tali rimarranno sempre nelle nostre menti ed in quelle 2
dei cittadini onesti, anche se un “manipolo” di politici (di cui Lei fa parte?) tentano di esaltarne o
dimenticarne le gesta.
Non contento dell’aver dimostrato ancora una volta l’altissima moralità che la contraddistingue, è
andato quindi a ricordare i Suoi (asseriti) 27 anni trascorsi nella Polizia di Stato e la Sua attività, che
nessuno rimpiange, in uno dei sindacati di Polizia che fortunatamente, contrariamente a Lei, sa bene che
i propri compiti non si limitano, come Lei crede, alla sola “rivendicazione del diritto alla
riqualificazione della stessa Polizia, alla specializzazione degli operatori, alla concessione di mezzi e
strutture idonee all’attività operativa e alla garanzia dei diritti salariali e personali degli appartenenti
stessi” e che comunque tra i “diritti personali degli appartenenti stessi” ci sono anche quelli di veder
pagare tutta la vita i comportamenti terroristici di chi ti ha sparato contro ed ha condiviso la tua morte.
Ancora non appagato dei Suoi incredibili discernimenti, Lei è successivamente naufragato nel tentativo
di delegittimare questa O.S. ed il Suo massimo rappresentante a Milano, colpevole di non appartenere al
Suo stesso schieramento politico e colpevole – aggiungiamo noi – di aver sempre saputo scindere il Suo
credo politico da quello sindacale non avendo mai fatto mancare la Sua partecipazione a tutti quei
momenti in cui il COISP, Sindacato Indipendente (!!), manifestava anche, e con forza, contro il governo
di centro-destra quando questo, senza pudore, “pugnalava alle spalle” i poliziotti con innumerevoli
provvedimenti volti ad umiliarli anche economicamente. Avesse seguito l’attività del COISP durante i
vari governi sia di centro-destra che di centro-sinistra che si sono succeduti, saprebbe bene che la nostra
Indipendenza è salda e non avrebbe provato a metterla in discussione così stupidamente!
Per nulla soddisfatto delle scempiaggini dette, infine, Lei ha concluso in maniera ancora più sciocca,
affermando che “Con la manifestazione messa in atto giorni fa davanti a Palazzo Marino, il COISP e le
altre due sigle sindacali aderenti l’iniziativa, hanno compiuto una selezione nell’interlocuzione politica,
schierandosi di fatto in una parte politica. Ne prendo atto con disappunto. Conoscendoli molto bene è
solo una conferma di quanto ho sempre pensato di loro, ne più ne meno.”
Ebbene, riteniamo di non dover spendere tempo per replicare a tali idiozie. Le basti sapere che il Suo
stile – come le abbiamo rappresentato all’inizio di questa nostra lettera – fa solamente specie, e che
terminata la lettura della sua missiva, ci fa specie di più … non di meno.
Concludiamo con un’ultima precisazione. [MORE]
Nella Sua risposta alla nostra lettera, Lei dice di aver pensato molto se era per Lei opportuno
risponderci oppure no, e che non sapendo decidere è dovuto anche ricorrere “al conforto di moltissimi
amici, tanti, numericamente molti di più di quanti il COISP ne rappresenti a Milano”.
Beh, non ritiene che i 344 cittadini di Milano che l’hanno preferita (più o meno lo stesso numero di
poliziotti di Milano iscritti al COISP …) non debbano preoccuparsi nel caso in cui venissero a
conoscenza del fatto che Lei, per prendere una decisione, ha bisogno di chiedere aiuto a centinaia di
amici?
E si è mai chiesto dove fossero tutti questi amici (moltissimi, tanti, numericamente molti di più di quanti
il COISP rappresenti a Milano …. e quindi moltissimi, tanti, numericamente molti di più di quei 344)
quando dovevano votarla?
Rifletta, Gabriele Ghezzi, e torni nell’anonimato che Le appartiene.
La Segreteria Nazionale del COISP Consiglio Comunale
Gruppo Consiliare Partito Democratico
Milano, 12 marzo 2012
Lettera di risposta alla Segreteria Nazionale del Sindacato di Polizia COISP
Ho molto riflettuto in questi giorni sull’opportunità o meno di rispondere alla missiva
che la Segreteria Nazionale del Sindacato di Polizia COISP mi ha così “gentilmente”
dedicato.
Mi sono chiesto se fosse opportuna una mia risposta e all’uopo sono ricorso al
conforto di moltissimi amici. Tanti, numericamente molti di più di quanto il sindacato sopra
citato ne rappresenti a Milano.
Non potevo sottrarmi.
Non riesco proprio a comprendere le motivazioni per le quali dovrei vergognarmi.
La vergogna è un’emozione che deriva essenzialmente da un evidente senso di colpa.
Mi sottraggo da questo infimo gioco nel quale vuole coinvolgermi il COISP.
E perché mai dovrei sentirmi in colpa?
Per avere rifiutato la pretesa di un manipolo di Poliziotti di esercitare una loro legge e
una loro civiltà giuridica?
Per avere espresso concetti che hanno la speranza di completare un sistema
giudiziario che abbia il gene della giustizia riparativa piuttosto di quella esclusivamente
repressiva?
Per avere auspicato una riconciliazione di un periodo drammatico della nostra storia
repubblicana, attraverso il riconoscimento essenziale ed importantissimo delle vittime per
l’adempimento del proprio dovere?
Per avere preteso di onorare la memoria delle vittime, ridando la dignità a tutti gli
operatori delle Forze dell’Ordine, fin qui negata da una classe politica insensibile ed
incapace a tal fine?
Non mi vergogno e non mi sento in colpa nello specifico!!
Ma non ho la presunzione che invece i miei accusatori dimostrano di ostentare nello
stile della loro lettera. Ho sicuramente delle colpe da scontare, ma non questa, poiché la
mia posizione risponde a quello che ho rappresentato in 27 anni di servizio nella Polizia di
Stato e parallelamente nel SIULP, con incarichi di responsabilità. Mi sono sempre battuto
affinché la mia categoria fosse riconosciuta come una istituzione dal grande valore sociale
e soprattutto democratica. Penso in parte di esserci riuscito. Malgrado il COISP!!!
Non sentirsi mai in errore come pensa questo sindacato è un pecca decisiva.
Impedisce normali relazioni con le altre entità politiche ed amministrative, vissuti solo
come soggetti da strumentalizzare. Il rischio? L’isolamento politico, che per un sindacato è
la morte della propria rappresentanza. Consiglio Comunale
Gruppo Consiliare Partito Democratico
Molto modestamente penso che il ruolo del sindacato della Polizia di Stato debba
essere quello di rivendicare il diritto alla riqualificazione della stessa Polizia, alla
specializzazione degli operatori, alla concessione di mezzi e strutture idonee all’attività
operativa e alla garanzia dei diritti salariali e personali degli appartenenti stessi.
In tal senso un sindacato vero non impiega tempo e risorse importanti per cadere
nella trappola delle strumentalizzazioni politiche di parte, in barba alla loro tanto decantata
indipendenza dalla politica che hanno premesso nella lettera a me indirizzata.
Strano concetto dell’autonomia hanno questi signori. Nulla contro il collega, sia di
giubba sia politico, ma avere come segretario generale provinciale dello stesso sindacato
un Consigliere Comunale eletto nelle fila di un partito, ora di minoranza (per non citare
altri incarichi che lo stesso ha in corso), penso sia quantomeno azzardato invocare il
concetto dell’indipendenza dalla politica.
Con la manifestazione messa in atto giorni fa davanti a Palazzo Marino, il COISP e
le altre due sigle sindacali aderenti l’iniziativa, hanno compiuto una selezione
nell’interlocuzione politica, schierandosi di fatto in una parte politica. Ne prendo atto con
disappunto. Conoscendoli molto bene è solo una conferma di quanto ho sempre pensato
di loro, ne più ne meno.
John Fitzgerald Kennedy asseriva che un uomo fa ciò che è suo dovere fare, quali
che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni.
Questa è la base di tutta la moralità umana.
Difficile perseguire questi dettami, io ci provo, altri nemmeno ci tentano!!
Il Consigliere Comunale
Gabriele GHEZZI
COISP · COORDINAMENTO PER L’INDIPENDENZA SINDACALE DELLE FORZE DI POLIZIA
Prot. 202/12 S.N. Roma, 1 Marzo 2012
Al Sig.Gabriele Ghezzi
c/o Consiglio Comunale di Milano
Sig. Ghezzi,
Questo Sindacato di Polizia pone l'Indipendenza quale valore fondante della difesa dei diritti dei
poliziotti.
Nessuna forza politica condiziona il nostro pensiero, nessun obbligo verso "riferimenti" sindacali
esterni alla nostra Amministrazione o ad altri centri di potere.
Utilizzeremo quindi la dichiarazione da lei resa nella seduta del Consiglio Comunale di Milano del
27 febbraio 2012, come chiaro esempio di malcelata avversione, non tanto ad una forza politica
concorrente, ma alla memoria di chi è stato ammazzato a causa del servizio che stava rendendo allo
Stato.
Giustificare, come lei fa, la presenza nelle Istituzioni di elementi che hanno attivamente
combattuto quelle divise a cui lei pretende di "ridare dignità" a parole, non onora la memoria dei morti,
né tantomeno dei vivi.
Gli ex mafiosi devono stare fuori dalle Istituzioni, e noi crediamo anche dal Parlamento, quanto gli
ex terroristi, fiancheggiatori ed ideologi della lotta armata allo Stato. Ci sono moltissime persone oneste,
che hanno lavorato per una vita o che stanno studiando e faticosamente conducendo una vita onesta.
Costoro non riusciranno mai a vedere riconosciuti i propri meriti né tantomeno saranno gratificati con
una promozione come l'ex terrorista Azzollini, i cui talenti debbono essere tali da farne scordare il
passato.
Gli steccati ideologici non c'entrano, basta un pizzico di buon senso. E di opportunità.
Invece l'opportunismo dilagante fa scordare troppo in fretta i nomi dei morti e dei feriti in divisa, e
ciò accade anche a causa del disinteresse delle Istituzioni a partire da quelle più piccole, come i Comuni,
dove ci sono persone che sono sempre pronte a considerare se stessi al di sopra dei drammi, come ha
fatto lei.
Se ognuno di quelli che ne avevano il dovere avesse fatto la propria parte, nel rispettare coloro che
servono lo Stato da vivi o che sono stati ammazzati per questo, oggi l'Italia sarebbe un Paese migliore.
Invece, purtroppo, ogni volta che un terrorista, diventa "ex" e quando balza agli onori delle
cronache, c'è sempre qualcuno che, come lei, invoca il superamento degli steccati.
Vada a raccontarlo agli orfani ed alle vedove, e provi a farlo senza vergognarsi.
La Segreteria Nazionale del Co.I.S.P. Seduta consiliare in bozza del 27 febbraio 2012
INTERVENTO AI SENSI DELL’ART. 21
SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 27 FEBBRAIO 2012
omissis
Il Presidente Rizzo dà la parola al consigliere Ghezzi.
Il consigliere Ghezzi così interviene:
“Grazie, Presidente. Cattivo gusto e inopportunità politica
vanno sempre a braccetto. La strumentalità politica di alcuni
esponenti dell’Opposizione in merito al ruolo dirigenziale del
dottore Azzolini è di un cattivo gusto mai notato in questi mesi.
È inopportuno alimentare polemiche dopo un fatto di cronaca
che ha visto, suo malgrado, il protagonista della vicenda quasi
rischiare la vita per il crollo di un pesantissimo portone, soprattutto
quando lo stesso Dirigente è stato ai servigi e con profitto delle
Amministrazioni Albertini e Moratti, partecipando e intervenendo
attivamente nelle Commissioni Consiliari.
Nessun oblio, ma riesumare un fatto in questo contesto,
comunque gravissimo, di 35 anni fa è fuori dalla logica di chi
pretende un Paese normale, un Paese capace attraverso la propria
classe politica di superare gli steccati ideologici e di fazione per il
bene comune. Seduta consiliare in bozza del 27 febbraio 2012
Non dovremmo farci schiacciare dall’antistorica lotta degli
opposti estremismi da riesumare alla bisogna, dovremmo
pretendere un Paese pacificato e non in continua lotta tra chi ha
interessi corporativi e ideologici da tutelare.
La nostra Amministrazione non dovrà essere distratta da
queste inutili polemiche, i cittadini milanesi hanno ben altre priorità
da chiedere alla politica.
Non ultimo vorrei ricordare in questa ultima mia dissertazione
che ieri sono stati espressi dei dati dove vedono il nostro Paese una
media di stipendi la più bassa d’Europa e all’interno di questi
stipendi i più bassi nei confronti delle altre Forze dell’Ordine in
Europa sono quelli italiani a braccetto con quelli della Grecia.
Vedete, io conosco solo un modo per onorare la memoria dei
caduti per l’adempimento del proprio dovere: ridare dignità a chi
indossa le divise, ancora adesso, rispetto a quelli che sono caduti
non soltanto per mano terroristica, ma anche per mano di mafia!
E questo la nostra amministrazione dovrà avere bene in
mente nei prossimi giorni, mesi e anni. Grazie”.
omissis
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