Così è (se gli pare). La crisi politica  dell'Italia
Cosi e' (se gli pare)

Così è (se gli pare). La crisi politica dell'Italia

giovedì 28 marzo, 2013

ROMA, 28 MARZO 2013 - Bersani ha il compito di ottenere la fiducia necessaria in Parlamento per formare il nuovo Governo. Il leader del Pd sostiene che tutte le forze politiche devono assumersi le proprie responsabilità. Matteo Renzi ha affermato che non farà parte della direzione del Partito democratico, nonostante siano in molti a volerlo. Mentre l’Italia si trova in una vera e propria crisi economica e politica, il Cavaliere ha organizzato una manifestazione del PdL a Roma nei giorni scorsi in cui i partecipanti venivano pagato 10 euro per riempire la piazza. Il portavoce del M5S continua a essere una figura controversa.[MORE]

Il 22 marzo 2013 Giorgio Napolitano affida a Bersani un mandato esplorativo per trovare la fiducia al Parlamento necessaria per formare un nuovo Governo. Il segretario del Pd propone «un Governo che abbia la capacità di agire senza paralizzarsi su alcuni punti di cambiamento per avviare la legislatura e una corresponsabilità vera di tutte le forze politiche». Possibili alleanze con Scelta Civica? Pdl o M5S?

Il Presidente Napolitano ormai da settimane lancia sempre lo stesso accorato messaggio: agire per permettere il cambiamento necessario per uscire dal pantano nel quale il nostro Paese si trova. Le elezioni hanno dato il gravoso compito al Pd, e Bersani ha immediatamente recepito il messaggio del Capo dello Stato. Così non è per M5S e Pdl. E siamo di nuovo, nonostante la cosiddetta nuova generazione di politici, al mercato delle pulci (intesi come parassiti). Il Pdl offre la propria collaborazione in cambio di poltrone di rilievo, ce l’hanno di vizio, o in cambio di leggi salva-berlusconi. A mio avviso è una indecenza. Ma pure il M5S non si comporta in modo migliore, perché astenendosi dall’impegno sul campo non appoggiando nessun esecutivo che non sia quello del proprio movimento, infatti, costringe il Parlamento all’immobilismo. Penso che alla fine il sostegno ad un governo Bersani arriverà, forse, da una compagine eterogenea di parlamentari, ma non durerà molto, temo.

«Bersani sta cercando di formare il governo e spero che ce la faccia. La mia serietà e lealtà sono fuori discussione», ha detto il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, rispondendo a un ascoltatore a Radio Toscana. «Oggi sto a casa, per un motivo molto semplice: è stata convocata all'ultimo momento e io sto a Firenze a fare il sindaco. Ho impegni istituzionali», si è limitato a dire per quanto riguarda la direzione del Partito democratico. La vera svolta politica è Grillo o sarebbe stato Renzi?

Io credo che Grillo abbia già dimostrato di non essere affatto la vera svolta politica, la parola “svolta” implica un movimento, un’azione che il M5S con la propria statuaria e supponente immobilità non sembra intenzionato a compiere. Forse c’è la volontà di fare saltare il sistema, ma non sarebbe comunque una svolta, sarebbe invece, secondo me, il caos. Renzi dal canto suo pare avere capito che il sistema si cambia dall’interno, non con assedi dall’esterno, ma bensì operando laboriosamente al fine di ottenere risultati diversi da quelli deludenti ottenuti dalla classe politica che ci ha rappresentato fino alla scorsa legislatura. Renzi sta crescendo politicamente dimostrando di essere in corsa per ruoli di ancor maggior rilievo nel prossimo futuro. Il successo ha permesso a Renzi di comprendere il proprio “peso specifico”, mentre ha scosso, prendendo tutti impreparati, il M5S.

L’ex premier ha deciso di organizzare una manifestazione del PdL a Roma. Il partito avrebbe pagato i presenti per riempire Piazza del Popolo. Il PdL avrebbe dato 10 euro a testa e avrebbe anche pagato le spese di viaggio. Non si riesce proprio a comprendere che l’Italia è nella morsa di una grave crisi economica e politica?

Il fatto che ci siano persone che accettano 10 euro per presenziare ad una manifestazione credo che sia già sintomatico di una grave crisi. Che poi, oltre che essere economica, la crisi sia anche morale e politica, mi sembra ormai più che ovvio. La sensazione è tuttavia quella che seppur freschi di nuove elezioni, in Italia si ripeta sempre lo stesso spettacolo, il cui copione per altro è già stato pienamente assimilato da ogni nuovo parlamentare, M5S incluso. Il futuro è dipinto a tinte fosche, per questo credo che torneremo presto a votare.

Grillo nei giorni scorsi lasciando il Quirinale il giorno delle consultazioni si è rivolto ai presidenti di Camera e del Senato affermando quanto gli fosse piaciuto Napolitano. Da una parte i suoi sostenitori lo identificano come colui che porterà cambiamento e risolverà i gravi problemi che affliggono il Paese, dall’altra viene paragonato a dottor Jekyll e mister Hyde. In pubblico non risparmia battute negative sul presidente della Repubblica, mentre in privato dà giudizi positivi. Come giudichi il comportamento del M5S e del suo portavoce?

Essere onesti non significa solamente non rubare o non truffare, significa pure essere onesti intellettualmente, non avere due o tre diverse facce e assumersi la responsabilità delle proprie affermazioni ed idee, accettando le critiche e misurandosi con l’opinione pubblica tutta. Come giudicare il M5S e il suo portavoce? I professori spesso a scuola dicono: è intelligente ma non si applica.

Don Gallo invita Beppe Grillo «a non fare il padreterno» e il portavoce del M5S cita D. Graeber, antropologo e attivista anarchico statunitense, sostenitore del fatto che gli «Stati non si possono democratizzare; la democrazia è in contraddizione con una società che si basa sulle diseguaglianze di ricchezza». Sei d’accordo?

Concordo sul fatto che “la democrazia è in contraddizione con una società che si basa sulle diseguaglianze di ricchezza”. Non ho mai guardato agli Stati Uniti come esempio brillante di democrazia, esistono società molto più evolute democraticamente, come molti Stati nord europei, ad esempio, dalle quali si potrebbe imparare qualcosa. Che il capitalismo nell’accezione americana del termine si sia dimostrato un fiasco lo dimostra la crisi che ci attanaglia ormai da diversi anni, ma l’errore sta anche nel accostare sempre troppo la politica alla finanza concedendo a quest’ultima il ruolo di primo piano che in una democrazia sana spetterebbe al cittadino, alla comunità. Senza il giusto ordine di priorità il declino è inevitabile, non solo a livello nazionale ma purtroppo globale.

Giulia Farneti e Alessandro Bertolucci
 


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