Diaz, Renzi chiude il caso De Gennaro: "in lui piena fiducia"
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Diaz, Renzi chiude il caso De Gennaro: "in lui piena fiducia"

giovedì 9 aprile, 2015

ROMA, 9 APRILE 2015 - Dopo l'attacco di ieri nei confronti di Gianni De Gennaro, condotto da Matteo Orfini, presidente Pd, suscitante le reazioni del mondo politico, giungono oggi le parole del premier Renzi che sembrano mettere la parola fine sul "caso morale" condotto ai danni dell'ex capo della Polizia durante il G8 genovese. [MORE]

LA FIDUCIA DI RENZI, CANTONE E L'APPOGGIO DEL CENTRO DESTRA

"Il governo non ha alcun dubbio sulla qualità e la competenza del presidente De Gennaro e lo diciamo in modo molto chiaro" ha ribadito in conferenza stampa il premier Matteo Renzi, rassicurando gli azionisti, ricordando i drammatici giorni di Genova "conosco bene il dolore di quella vicenda anche per motivi personali" e ponendo il punto di chiusura alle diatribe politico-polemiche sul caso De Gennaro, dirigente di Finmeccanica dal 2013. A difendere l'ex capo della polizia anche Raffaele Cantone, presidente dell'autorità nazionale Anticorruzione, che aveva dichiarato "De Gennaro è stato indagato e assolto. L'assoluzione conta pure qualcosa, quindi non può pagare per responsabilità complessive di una macchina intera" specificando "non mi piace l'idea che si possa utilizzare questa vicenda bruttissima, drammatica, una delle peggiori immagini dell'Italia all'estero per 'tirare' sulla polizia, che spesso è la parte più popolare del Paese". Forza Italia, Ncd e Maurizio Lupi si sono espressi in merito alla vicenda, mostrando la propria solidarietà al presidente De Gennaro "per i fatti di Genova De Gennaro fu assolto, ora gli chiedono le dimissioni, forse perchè è innocente? Ma in che Paese viviamo?" scrive su twitter l'ex ministro Lupi.

"QUESTIONE MORALE" E RIFLESSIONI

Dalla politica nostrana, pare che la sentenza di Strasburgo sia stata avvertita come un modo per rintracciare un necessario colpevole ai terribili avvenimenti del G8 Genovese, un modo, forse, per relegare il concetto di "tortura" o "macelleria messicana" come venne allora descritta da un carabiniere, a sparuti individui, ripulendo l'aura del Paese. Ma come molti hanno fatto notare, le responsabilità politiche, le responsabilità "a monte", non vennero mai con precisione individuate e la sentenza di Strasburgo, dopo 14 anni dagli avvenimenti del G8 ricorda con amarezza che nè a livello giuridico è stata approntata alcuna modifica, nè a livello "politico" risulta, in alcuni casi, possibile riconoscere le responsabilità. Da ciò l'attacco moralizzante di Orfini, della Serracchiani, prima salvante De Gennaro e successivamente invitante alla riflessione "il Pd non ha espresso la propria posizione attraverso quella personale di Orfini" per poi assicurare la presenza di una "responsabilità politica e morale". Pur vero è che De Gennaro era, a suo tempo, capo della Polizia, ma ben sappiamo che una sola persona non può determinare gli atteggiamenti di molti, inoltre la magistratura ha assolto il presidente di Finmeccanica e nel nostro Paese un'accusa conta nulla se successivamente risulta "annullata" con assoluzione. Rimane dunque la "questione morale" come unico appiglio o risposta "politica" alla sentenza di Strasburgo.

ORFINI NON CAMBIA IDEA

E se da Renzi e Cantone giunge la benedizione per De Gennaro, Orfini mantiene le sue posizioni e scrive "resto della mia idea: il cambiamento che il Pd sta promuovendo nel paese non dovrebbe fermarsi alla porta dei soliti noti".

GRILLO CONTRO NAPOLITANO

Sempre ieri, dal Movimento 5 Stelle erano giunti inviti alle dimissioni per De Gennaro, inviti che, oggi, sembrano aver cambiato destinatario "ora tutti vorrebbero cacciare De Gennaro da Finmeccanica, ma chi lo ha messo lì, non dovrebbe essere cacciato prima di lui? E chi ha avallato la scelta, come Napolitano, non dovrebbe essere chiamato a giustificarla e magari lasciare l'incarico di senatore?" scrive sul suo blog Beppe Grillo.

VENDOLA E LE "NOTTI CILENE"

Dal leader di Sel, Nichi Vendola, inviti alla riflessione "penso che De Gennaro e il governo qualche riflessione la debbano obbligatoriamente fare" e aggiunge "forse non c'era bisogno di aspettare una sentenza europea che certificasse il fatto che nel nostro Paese abbiamo vissuto alcune notti cilene". 

SALVINI RESPINGE REATO DI TORTURA

Voce, come sempre, fuori dal coro quella di Matteo Salvini, che dopo l'infelice commento sulla "distruzione dei campi Rom" annuncia il no, suo e della Lega, all'introduzione del reato di tortura "se devo scegliere se stare con le guardie o i ladri, io sto con le guardie", specificando "la tortura se la votino gli amici dei delinquenti, io non la voto". 

Fonte foto: scoopnest.com

Ilary Tiralongo


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