Disturbi alimentari: sempre più diffusi in Italia
Cronaca Lazio

Disturbi alimentari: sempre più diffusi in Italia

mercoledì 9 giugno, 2010

ROMA- Crescono a dismisura le cifre delle persone colpite da disturbi del comportamento alimentare. In Italia le persone che ne soffrono sono almeno 3.000.000. Il 35% delle persone di età compresa tra i 13 e i 35 anni ha questo problema. Ma anche la fascia degli over 40 è in rapida acesa. Dati preoccupanti se si pensa che alcuni ragazzi tra i 10 e gli 11 anni mostrano di avere problemi col cibo.
E’ quanto emerge da una ricerca effettutata dal Ministro della Gioventù Giorgia Meloni. E’ stata effettuata una vera e propria mappatura di tutti i centri che si occupano di curare questa patologia. Sono in tuttto 158 le stutture accreditate per quesot tipo di assistenza di cui 21 in Lombardia, 17 nel Lazio, 14 in Emilia Romagna. [MORE]
Il ministro Meloni dichiara che: “Su Internet ormai si trova di tutto ci sono persino siti in cui questi ragazzi con problemi alimentari si scambiano consigli su come non farsi scoprire. Si rischia che in Rete ci sia qualunque cosa tranne le risposte di cui questi malati hanno bisogno. Di qui l'idea di una mappatura di centri, lavoro non facile che però ci ha permesso anche di capire quali sono le regioni virtuose e quelle in cui c'è una risposta scarsa. “
Ed il sottosegretario Martini aggiunge: “Proporremo alle Regioni delle linee guida per velocizzare le procedure e i tempi tra diagnosi e cura facilitando anche, dove necessario, la mobilità dei pazienti tra regioni. La possibilità di guarigione è legata al momento della diagnosi e di presa in carico del paziente a volte ci vuole troppo tempo tra diagnosi e cura".
Tre le giovani adolescenti sarebbero il 20% quelle a rischio ed il 15% dei maschi in età compresa tra gli 11 e i 17 anni.

Martini ha poi proseguito dicendo: “La difficoltà nell'approccio al trattamento dei disturbi del comportamento alimentare è legata innanzitutto a due grandi criticità: la prima è nel fatto che coloro che ne sono affetti non si considerano malati e quindi non vogliono curarsi perché hanno una errata percezione del sé e della propria massa grassa in rapporto al peso, quindi passa molto tempo tra la manifestazione della malattia e la diagnosi vera e propria e questo crea ritardi nella cura con ricadute sulle possibilità di guarigione. La seconda criticità è nella difficoltà oggettiva a trovare i Centri più adatti alla presa in carico del paziente. Molte pazienti hanno infatti posto l'accento sulle difficoltà che hanno trovato quando nella propria regione mancano centri specializzati nel trasferirsi in altre per essere curate adeguatamente. "La mappatura dei Centri italiani che abbiamo realizzato con il ministero della Gioventù e la regione Umbria - ha concluso Martini - vuole essere un servizio per i pazienti e per le loro famiglie, per i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta al fine di fornire un'adeguata informazione sui centri più vicini al luogo di residenza, ma contestualmente è per noi un valido strumento per conoscere le possibilità di cura offerte dal territorio e valutare lo sviluppo della rete dei centri in un ottica di equità di accesso alle cure per tutti".
 


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