Festa del lavoro, ricordarla è un dovere. Bergoglio: "lavoro fondamentale per dignità della persona"
Chiesa e Società Lazio

Festa del lavoro, ricordarla è un dovere. Bergoglio: "lavoro fondamentale per dignità della persona"

martedì 1 maggio, 2018

ROMA, 1 MAGGIO - Per secoli il lavoro è stato l’argomento principale delle lotte sociali. Il lavoro è un dovere, ma è anche un diritto e per questo deve essere difeso. La dignità di un lavoro onorevole deve essere assicurata, la possibilità di lavorare in condizioni umane e sicure deve essere tutelata, lo sfruttamento deve essere represso.

Il primo maggio è la festa dei lavoratori e ancora oggi deve ricordare alle persone i sacrifici che le generazioni passate hanno fatto per ottenere uno status sociale migliore, con condizioni di lavoro eque e paritarie, lottando contro lo sfruttamento e l’abuso della classe operaia. Il Papa Bergoglio, oggi in visita al Divino Amore, è intervenuto dicendo che “il lavoro è un elemento fondamentale per la dignità della persona". Nell’ultimo anno il Papa ha parlato spesso sulla tematica del lavoro, prima a Roma e Milano, poi a Genova, dove ha affermato che “il lavoro è dell’uomo ed è per l’uomo. C’è un legame intrinseco, essenziale tra uomo e lavoro” e che questo comincia col “lavorare bene, per dignità e per onore”. Il lavoratore deve essere aiutato dall’imprenditore, “una persona che lavora accanto ai suoi operai, che li conosce, che ne condivide le gioie e le fatiche. Consapevole dell’importanza del lavoro per la vita di ciascuno, fa di tutto per evitare anche solo un licenziamento, facendosi venire buone idee per evitare di licenziare”. Condanna però i lavori “non degni”, come ha sottolineato a Cagliari lo scorso ottobre: “Ci sono lavori che umiliano la dignità delle persone, quelli che nutrono le guerre con la costruzione di armi, che svendono il valore del corpo con il traffico della prostituzione, che sfruttano i minori. Offendono la dignità del lavoratore anche il lavoro in nero, quello gestito dal caporalato, i lavori che discriminano la donna e non includono chi porta una disabilità”.[MORE]

La festa ha origini ottocentesche, quando nel 1886 ai primi di maggio la polizia di Chicago sparò sui manifestanti che richiedevano l’attuazione della legge che imponeva il tetto massimo di 8 ore lavorative. Le proteste continuarono per giorni, fino alla manifestazione di Haymarket, la piazza del mercato delle macchine agricole, dove un attentato esplosivo uccise agenti e manifestanti. Sette di loro vennero arrestati e processati con prove insufficienti. Si dice che prima dell’esecuzione i condannati a morte cantarono la Marsigliese. Nel 1889 la Seconda Internazionale sancì il primo maggio come festa dei lavoratori, in onore ai “martiri di Chicago”.

Tale ricorrenza è festeggiata in molte parti del mondo. In Italia si ricorda con il “concertone” organizzato dai sindacati UIL, CISL e CGIL a piazza San Giovanni di Roma. Dopo l’entrata in vigore nel 1890 questa ricorrenza venne soppressa dal fascismo per paura che potesse portare in auge pensieri che avrebbero spinto i socialisti a manifestare contro il regime di Mussolini. Venne rinstaurata nel 1945 e due anni più tardi molti contadini manifestarono contro il latifondismo a Portella della Ginestra, Palermo, dove la banda di Salvatore Giuliano, uno dei criminali più ricercati dell’epoca, compì una strage uccidendo undici persone e ferendone più di cinquanta.

 

Federico De Simone


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