Gli embrioni vanno in letargo! La nuova scoperta italiana
Scienza & Tecnologia Lombardia

Gli embrioni vanno in letargo! La nuova scoperta italiana

martedì 13 marzo, 2012

MILANO, 13 Marzo 2012 – Un fantastico team di scienziati italiani, che dimostrano ancora una volta di aver risorse intellettuali superiori alla media e che andrebbero sfruttate al meglio, ha dato oggi un contributo enorme all’umanità. I nostri cervelloni, infatti, hanno scoperto che ad andare in letargo non sono soltanto gli embrioni di orsi e canguri: in tutti i mammiferi, compreso l'uomo, l'embrione può sospendere il suo sviluppo quando la madre lo mette in allerta lanciandogli particolari segnali legati a condizioni di stress, per riprendere a crescere quando la situazione diventa più tranquilla. [MORE]

La scoperta, pubblicata sulla rivista Plos One e finanziata nell'ambito del programma europeo Ideas, si deve al gruppo coordinato da Grazyna Ptak, del Laboratorio di Embriologia diretto da Lino Loi. Si apre così uno scenario completamente nuovo, le cui conseguenze per l'uomo potrebbero riguardare da vicino la gravidanza e il parto, le tecniche di produzione delle cellule staminali e la lotta ai tumori. La scoperta non arriva all'improvviso, ma riprende ricerche nate fra gli anni '60 e gli anni '80, poi abbandonate e dimenticate.

La diapausa embrionale (questo il termine scientifico) era finora conosciuta in pochissime specie: foche, canguri, orsi, visoni e topi. Si sapeva che nei marsupiali e in questi mammiferi lo sviluppo dell'embrione può fermarsi se la stagione fredda, l'allattamento di altri cuccioli o perfino lo stress sociale creavano nella madre una condizione di "allerta". In natura l'embrione può fermare la propria crescita anche per periodi molto variabili, dai 15 giorni del topo ai 12 mesi dei canguri e nei visoni. Nell'uomo, invece, la durata massima si pensa essere di cinque mesi, ma ovviamente saranno necessari dei test ancor più approfonditi.

Potrebbe essere questa la spiegazione di tante gravidanze che vanno oltre i nove mesi. Ecco come argomenta la dottoressa: « se fosse così, non sarebbe necessario ricorrere alla stimolazione del parto, né al parto cesareo", spiega la ricercatrice. Negli altri mammiferi come nell'uomo, lo stop allo sviluppo dell’embrione potrebbe essere un fenomeno adattativo che entra in azione ogni volta che lo sviluppo dell'embrione viene minacciato, ad esempio dalla bassa temperatura, dalla carenza di cibo e soprattutto dallo stress della madre.

La scoperta più rilevante, però, viene dal fatto che questo periodo di letargo è il migliore per prelevare cellule staminali. Se infatti si introducono cellule tumorali nell’utero in queste condizioni, esse di riparano. Insomma potrebbe essere una nuova cura per il Male. Speriamo…

Stefano Villa

 


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