Governo, Padoan sfida l'Ue: risposta alla lettera da Bruxelles
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Governo, Padoan sfida l'Ue: risposta alla lettera da Bruxelles

giovedì 2 febbraio, 2017

ROMA, 02 FEBBRAIO – Ieri il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha trasmesso alla Commissione europea il “Rapporto sui fattori rilevanti” che influenzano la dinamica del debito pubblico italiano, con delle analisi riguardanti – tra le altre cose – la sostenibilità del debito, le riforme strutturali avviate dal Governo e quelle da implementare ulteriormente nel medio e lungo periodo.

Ma quello su cui si è concentrata maggiore attenzione non è il Rapporto, quanto una lettera inviata dal ministro a margine del documento. Si tratta di una risposta ufficiale dell’esecutivo alla lettera che Bruxelles aveva inviato lo scorso 17 gennaio, chiedendo al Governo di intervenire con alcuni correttivi da 3,4 miliardi di euro per riportare il deficit verso il livello concordato nella primavera del 2016. L'ultima legge di Bilancio varata da Renzi, infatti, ha previsto un aumento del deficit al 2,3% del Pil, per far fronte ad alcune "spese eccezionali" causate da emergenza terremoto e migranti.

All’interno della lettera inviata dal Mef si legge: “Il governo italiano intende continuare nel quadro di un consolidamento favorevole alla crescita e delle riforme strutturali in quanto un eccessivamente accelerato ritmo di aggiustamento colpirebbe l’economia in un momento di accresciuta incertezza economica e geopolitica a livello globale, correndo il rischio di un consolidamento autolesionista", continuando poi: "In merito al presunto scarto tra il saldo di bilancio previsto per il 2017 dal Governo e il margine ritenuto necessario dalla Commissione onde ridurre progressivamente il debito pubblico, con la lettera di accompagnamento al rapporto il ministro indica le iniziative di politica economica capaci di colmare questa eventuale differenza".

Per quanto riguarda la lotta all’evasione fiscale Padoan scrive che “il Governo prenderà tra l’altro provvedimenti di contrasto all’evasione fiscale in continuità con quelli già adottati nel recente passato, estendendone la portata, e di riduzione della spesa, anche grazie alla nuova modalità di costruzione del bilancio dello Stato entrata in vigore con la riforma completata nel 2016".

Vi è anche uno sguardo su quello che sta accadendo nel mondo anglosassone, con riferimenti espliciti sia all’Inghilterra che agli Usa: "Il mutato atteggiamento degli Usa verso le istituzioni multilaterali e il libero commercio, e la possibilità concreta di una concorrenza fiscale in Europa, pongono un rischio per le economie aperte come l'Italia. L'Italia gioca un ruolo cruciale l'accesso ai mercati esteri e agli investimenti diretti dall'estero".

Da quello che emerge, dunque, il Mef non intende dare seguito alle richieste stringenti che erano arrivate dal vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis e dal commissario, Pierre Moscosvici, perché non vengono considerate adeguate al periodo storico italiano, caratterizzato dalle problematiche legate al sisma e ai fenomeni migratori, questioni che hanno provocato “inattese pressioni sul budget”. Su questo Padoan scrive: “ Allo stato attuale non si può stimare con esattezza l’impatto dei recenti terremoti sulle finanze pubbliche, ma sarà molto probabilmente molto superiore a 1 miliardo di euro già nel 2017”.[MORE]

Carlo Giontella


Immagine da ilsole24ore.com


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