Inchiesta Mamma Ebe: indagato anche un prete
Cronaca Toscana

Inchiesta Mamma Ebe: indagato anche un prete

domenica 20 giugno, 2010

PISTOIA- Fermato un prete, di origine africana, che operava in una diocesi di Pistoia: sarebbe coivolto nell’inchiesta su ‘Mamma Ebe’, nuovamente in manette da venerdì.
Il Vescovo di Pistoia, monsignor Mansueto Bianchi, conferma la notizia delle indagini a carico del prete, che attualmente è stato allontanato dalla parrocchia. Intanto don Sebastiano, l’accusato, dichiara di non voler rispondere a nessuna domanda ma che è certo di non aver mai fatto del male a nessuno. Sulle prime ha cercato di difendersi dalle accuse, in seguito ha smesso di negare il coivolgimento con l’attività criminosa della donna, del marito e dei suoi collaboratori. L’uomo sarebbe nella lista dei 14 indagati destinatari della misura di divieto di soggiorno a Quarrata ed è proprio per questo che il vescovo lo avrebbe indotto a lasciare la parrocchia. [MORE]
Intanto don Sebastiano ribadisce di non voler rilasciare alcuna dichiarazione e ad un giornalista che gli ha chiesto se si rendesse conto della gravità della situazione, risponde: “Se fossero stati compiuti atti gravi, non avrei mai partecipato. I fedeli lo difendono, attribuendogli più il peccato di ingenuità che quello di truffa.
La diocesi esprime profonda sofferenza “per il coinvolgimento di un sacerdote diocesano nella vicenda di mamma Ebe, rispetto e fiducia nel lavoro della magistratura a cui forniamo e forniremo tutta la collaborazione dovuta, sincera richiesta di perdono a tutti coloro che si sono sentiti scandalizzati e turbati per comportamenti sbagliati di un nostro sacerdote''.
Monsignor Bianchi afferma poi:''Da tempo, sia il vicario generale della diocesi sia il vescovo, avevano intimato al sacerdote di non avere rapporti con la Giorgini. Di fronte alle assicurazioni del sacerdote che tali rapporti non esistevano, non sono mancate le nostre ripetute insistenze e le nostre ferme raccomandazioni. Pur dovendo valutare che, in questo specifico caso, i condizionamenti culturali possono aver avuto il loro peso, la Chiesa pistoiese non poteva certo tollerare simili frequentazioni. Ricordo anche che sul caso della Giorgini sia il mio predecessore che il sottoscritto siamo stati, ripetutamente, molto chiari nel ribadire la totale estraneità della Chiesa a certe pratiche di pura superstizione e sulle quali anche la giustizia umana è, nel tempo, intervenuta con la dovuta chiarezza.”
Conclude poi dicendo: “Voglio davvero sperare che la sua collaborazione con la Giorgini sia stata, almeno nelle intenzioni, motivata da una sorta di ingenua buona fede nel fare del bene ai bisognosi e non certo da altre cause''.
 


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