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Inchiesta Open: Bianchi, non c'è nessun archivio segreto

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Inchiesta Open: Bianchi, non c'è nessun archivio segreto
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FIRENZE, 29 NOVEMBRE - "Non esiste nessun archivio segreto dei finanziatori di Open. Tutti i contributi sono stati effettuati su un unico conto corrente bancario, intestato ad Open, ne era conoscibile e tracciata la provenienza, la data e l'importo", "non esistono elenchi con nomi diversi da quelli che hanno fatto bonifici bancari, non esistono carte di credito intestate a parlamentari". Lo scrive l'avvocato Alberto Bianchi, indagato nell'inchiesta Open di Firenze in una nota.

"Tutto ovviamente vagliato - come ogni altra spesa - anche dal contabile e dal revisore della Fondazione", aggiunge l'avvocato Alberto Bianchi nella stessa nota sottolineando che "è completamente falso, inoltre, che Open mi abbia restituito contributi che avevo versato a titolo di donazione, come dimostrerò documentalmente al momento opportuno". "E' completamente falso che io sia ad oggi indagato per riciclaggio o autoriciclaggio - ancora Bianchi -. Sono stato oggetto di perquisizioni e sequestri significativamente estesi, che si sono spinti indietro fino al 2007. Segnalo che l'ipotesi di reato a mio carico è riferita all'anno 2016.

Dell'importo netto di consulenze professionali, scritte o verbali come uso di ogni avvocato, sono libero di disporre nel modo che credo, comprese donazioni significative ad un movimento in cui credo e ad una Fondazione di cui ero amministratore illimitatamente responsabile con tutto il mio patrimonio personale". Infine, conclude la nota, "vedo che il presupposto da cui partono i pm è che Open sia da equiparare a un partito politico. Constato però che c'è voluta una legge del 2019 (c.d. spazzacorrotti), quando Open era già chiusa, per applicare alle Fondazioni le regole, anche penali, che valevano per i partiti. Forse allora l'equiparazione non era possibile prima del 2019. Non è mia abitudine ma mi troverò costretto a ricorrere a querele laddove false informazioni a discredito della mia persona vengano ancora diffuse".


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Scritto da Redazione

Giornalista di InfoOggi

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