Juncker, discorso sullo stato dell'Unione
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Juncker, discorso sullo stato dell'Unione

mercoledì 14 settembre, 2016

 STRASBURGO, 14 SETTEMBRE - Nella mattinata di oggi ha parlato il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker. Nell’aula del Parlamento europeo a Strasburgo, il numero uno dell’esecutivo ha tenuto un discorso sullo stato dell’Unione, evidenziando ed analizzando le problematiche principali della comunità europea.[MORE]

IUno dei problemi dell’Ue è che «l’Europa non è abbastanza sociale, e dobbiamo lavorare sui diritti. Lo faremo con energia ed entusiasmo». Le disuguaglianze sociali tra stati, le ingiustizie sociali. Questi i temi principali toccati, senza dimenticare le difficoltà del mercato del lavoro.

«Dal 2013 ad oggi, sono stati creati 8 milioni di posti di lavoro in tutta Europa, ma il livello di disoccupazione resta troppo alto». E’ dunque un Europa che ha bisogno di ritrovare la luce. Un’Europa che deve fare di più per i propri cittadini. Junker lo sottolinea, invocando un «Europa sociale».

«Non c’è abbastanza unione in Europa, l’Ue non è in gran forma e attraversa una crisi esistenziale. Il numero degli ambiti in cui spontaneamente o meno ci ritroviamo assieme è troppo grande, ma i settori in cui collaboriamo basandosi sulla solidarietà è troppo ristretto».

Juncker ha poi toccato il capitolo investimenti, prima di analizzare le note problematiche del terrorismo e della Brexit. Qui l’obiettivo sarebbe quello di un raddoppio della durata e della capacità finanziaria. Una sorta di flessibilità da aggiungere al patto di stabilità, perché «non vogliamo un patto di flessibilità, ma un applicazione intelligente della flessibilità nel rispetto delle regole esistenti».

Il Patto di stabilità, insomma, non si tocca. Il concetto di flessibilità intelligente apre probabilmente tuttavia ad un maggior margine di manovra all’interno del Patto stesso. Si comincia dal potenziamento del nuovo fondo europeo per gli investimenti: 315 miliardi per il 2017. L’obiettivo in campo è quello di una mobilitazione di capitali che arrivi a 500 miliardi nel 2020 sino ai 630 nel 2022.

Sulla Brexit rassicura: «Non deve essere considerata una minaccia per l’esistenza dell’Europa stessa. I nostri amici e partner internazionali si chiedono con preoccupazione se la Brexit non sia l’inizio dello scioglimento ma noi siamo sicuri che non sia un pericolo».

Infine il capitolo sicurezza e la lotta al terrorismo. Chiaro come non possa che restare l’obiettivo comune e fondamentale. Secondo il presidente della Commissione occorre una «risposta unitaria» ad una problematiche che è «priorità assoluta». Una sicurezza dalla risposta unitaria non può che partire dal tema Difesa: «L’Ue dovrà contare su riforme militari comuni ed un centro di coordinamento».

Juncker si spinge oltre: «Federica Mogherini dovrà diventare un vero ministro degli Esteri dell’Ue» ha affermato, con l’auspicio che l’Europa possa trovare punti di incontro sulla creazione di una vera e propria figura di rilievo in campo internazionale. «L’Europa dovrà avere un posto al tavolo dei negoziati in Siria» - ha infine concluso.


foto da: infooggi.it

Cosimo Cataleta


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