La Vignetta InfoOggi: "NUOVO PATTO SOCIALE"
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La Vignetta InfoOggi: "NUOVO PATTO SOCIALE"

sabato 4 settembre, 2010

LA VIGNETTA INFOOGGI -  "Non siamo più negli anni '60'' e occorre "abbandonare il modello di pensiero" che vede una "lotta fra capitale e lavoro e fra padroni e operai". "Serve un patto sociale, uno sforzo comune per condividere sacrifici e impegno e dare al Paese la possibilità di andare avanti". Così Sergio Marchionne, AD Fiat, al meeting di Cl, Rimini 27 agosto a.d. 2010. Ipse Dixit. Marchionne è un grande e su questo non ci piove. Molto amico di Obama, valore internazionale garantito. [MORE]

Anche i suoi guadagni sono altissimi. Si parla di circa 7 (dico sette) milioni di euro l’anno, 583.000 euro al mese senza tredicesima. Con due mesi di stipendio, Marchionne, e tutti i manager come lui (ce ne sono tantissimi) comprano una bella casa nel centro di Roma. Con quei soldi ci paghi 583 operai da mille euro al mese per un mese. Oppure, in altre parole, un salariato da 1000 euro dovrebbe lavorare circa 48 anni per guadagnare ciò che il manager prende in un mese.

Ed il buon Sergio è uno che sa fare il suo lavoro. La cosa simpatica è che anche i manager che fanno fallire le imprese (Alitalia?), i soldi li prendono lo stesso! Alla faccia dei licenziati.

Questa premessa, riconosco un po’ noiosa, serve per mettere a fuoco le giuste distanze, le giuste prospettive e proporzioni. C’è un immenso squilibrio tra i compensi dei manager, i profitti dei “padroni” ed i salari dei nuovi schiavi (noi…). In più c’è un'altra fortissima differenza tra salari e stipendi italiani e quelli dei paesi di riferimento come Stati Uniti, Germania, Francia ecc. I salari italiani sono molto più bassi, basta leggere le statistiche del settore. In aggiunta, tanto per gradire, paghiamo di più le telefonate, la benzina, i generi alimentari, i vestiti e tutto il resto.

Di che patto sociale volete parlare?

La prima cosa da fare, se ne avete davvero voglia, è portare gli stipendi italiani a livello di quelli tedeschi levando qualcosa ai manager ed ai padroni e dandola ai lavoratori. Tanto, alla fine, se Marchionne e tutti quelli come lui perdono anche un milione di euro in un anno (circa il 10% di quanto guadagnano) non v’è di certo il rischio che muoiano di fame o vadano in depressione. Magari, invece di due elicotteri ne useranno uno. Al posto della barca da 50 metri ne avranno una da 40 e la casa a Roma la pigliano sulla Tiburtina piuttosto che al Colosseo.

Sì, se questi nostri industriali da strapazzo e manager e politici da far west che si fanno solo i kazzi loro producessero il RADDOPPIO del netto in busta paga (detassato e preso dai profitti dei padroni e dai compensi dei manager) forse il popolo potrebbe comprare qualcosa in più, pagare l’affitto della casa, lavorare serenamente senza contrapposizioni tra operai e padroni. Quando si può “comprare” qualcosa servono più cose e quindi qualcuno dovrà costruirle, produrle. Ma è così difficile da capire? O si cresce insieme o il sistema è destinato ad esplodere e quando il popolo si inkazza non è mai una buona cosa.

E adesso parliamo un po’ di tasse. Ci piacerebbe sapere perché le pagano solo dipendenti e salariati e perché i “padroni” non più anni ‘60, secondo Marchionne, portano i soldi a S. Marino e perché gli “scudati” hanno pagato il 5% e gli operai pagano il 27% e perché gli speculatori pagano il 12% ed è meglio chiudere qua. Si potrebbe obiettare che il ragionamento è troppo semplice, troppo qualunquista, banale, da strada.
E allora perché in Germania l’hanno capita? Siamo più sprovveduti dei tedeschi o semplicemente abbiamo una classe dirigente politico-industriale miope, incapace e soprattutto avida?

Ed ora ritorniamo all’inizio: di che “patto sociale”  volete parlare?


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