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La Vignetta InfoOggi: "LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI"

Franco Gallo
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Tempo di lettura: ~2 min

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 LA VIGNETTA INFOOGGI- “La legge è uguale per tutti”. Sta scritto in ogni tribunale. Ce lo hanno detto e ripetuto migliaia di volte sin dalla scuola dell’infanzia. Ma (sì c’è un ma!) ci sono una serie di eccezioni. Anche questo ci viene insegnato fin dalla tenera età.

Per esempio il figlio dell’assessore Tizio non può essere punito o bocciato. Il nipote del Dottor Caio vince la borsa di studio o il concorso anche se è una capra. Discorsi qualunquistici e da uomo della strada. Tuttavia, alla fine, la maggior parte, uomini e donne, semplici siamo. Ragioniamo per schemi elementari.[MORE]

E allora ci viene spontaneo incavolarci quando vediamo ingiustizie palesi, raccomandazioni, privilegi, cricche che rubano, imbroglioni. L’Italia è famosa nel mondo per le “raccomandazioni”. Si impara a scuola, si continua col posto di lavoro.

Le “raccomandazioni” vengono chieste dalla gente comune ai potenti, ai politici in primis. La casta dunque cresce e diventa sempre più potente e arrogante tanto da sentirsi addirittura al di sopra e fuori dalle regole che valgono per tutti gli altri cittadini. E sennò se le fanno ad hoc.

Le regole, leggi e leggine, con le amicizia politiche, possono essere tranquillamente aggirate. E così i proprietari dei panfili sono tutti nullatenenti. Il signor Rossi può costruire dove gli altri non possono, il signor Bianchi può avere le cose ad un terzo del prezzo che pagano gli altri. Insomma, un mondo di furbi.

Capita poi che i magistrati facciano indagini e peschino assessori, consiglieri, dirigenti, ministri, sottosegretari, con le mani nella marmellata o nel sacco. E quelli si offendono! Replicano che no, non è possibile fare un uso politico della giustizia.

Forse qualche magistrato un po’ più interventista e politicizzato c’è, e questo può gettare qualche ombra sulla “legge” ma siamo convinti che la maggior parte siano persone serie.

Cattiva idea quella di usare politicamente la giustizia. E’ chiaro che poi un tal politico importante o va dal magistrato o fa il proprio lavoro. E quindi ci piovono addosso legittimi impedimenti, lodi ed altre cose carinissime.

Sarebbe comunque meglio che gli eletti fossero onesti e non commettessero reati. E tuttavia la gente li vota lo stesso.

Nelle aree sotto schiaffo della criminalità organizzata c’è un esercito di elettori pronti a votare chiunque. “Il primo che mi veste la mattina lo chiamo papà”. Questo è il motto.

No, i delinquenti, anche se eletti dal popolo non devono essere al di sopra della legge. Però bisogna prima dimostrarlo che sono delinquenti. E per questo ci vogliono magistrati seri e preparati.


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Scritto da Franco Gallo

Giornalista di InfoOggi

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