Lettera agli Italiani del Sud Italia costretti all'abbandono
Politica Calabria

Lettera agli Italiani del Sud Italia costretti all'abbandono

sabato 15 ottobre, 2011

CROTONE 15 OTTOBRE 2011 - 25 Milioni di italiani, del Sud, tanti sono quelli che sono stati costretti ad abbandonare una terra ricca di primati tecnologici e di speranze in un futuro in progressivo miglioramento, grazie all’impegno ed alle riforme attuate dalla legittima dinastia dei Borbone. Tutto ciò fino al 1860. Poi i fratelli d'Italia, del Nord, vennero a "liberarci" con una guerra di resistenza durata 10 anni! Dalle nostre ricchezze vennero a liberarci.[MORE]

Il Sud, infatti, prima dell'unità d'Italia, nel 1856 riceve a Parigi il premio per la maggiore potenza economica fra gli staterelli d'Italia (il Regno delle Due Sicilie era il più grande) e come terza potenza industriale d’Europa! Le statistiche a cui hanno messo mano gli studiosi hanno evidenziato un numero di addetti all'industria nel Sud, superiore rispetto al Nord! Giuseppe Garibaldi, il "prode" eroe dei due mondi, in effetti era un mercenario con l'orecchio mozzato dal padre di una fanciulla della quale aveva abusato, giunto in Calabria chiude la ferriera di Mongiana, allora la più grande acciaieria d'Italia per qualità e produttività, i macchinari, assieme a quelli delle altre acciaierie del Regno delle Due Sicilie vengono trasferiti alla Ansaldo di Genova della quale era socio Carlo Bombrini, presidente della neonata Banca d'Italia per 20 anni.


Sue le parole famose pronunciate in Parlamento, che diedero origine formale alla Questione Meridionale: "Non dovranno essere mai più in grado di intraprendere!, riferito ovviamente ai meridionali. E così fu. La gente al Sud non andava via, partivano a milioni dal Nord Est e Nord Ovest. Tutti erano proprietari di casa e di terreni, tugurio o castelli e fazzoletto di terra o estensioni gigantesche, se il terreno non era sufficiente per il sostentamento le famiglie poteva godere del diritto agli USI CIVICI facendo legna, pascolo, coltivando e raccogliendo il frutto del proprio lavoro su quei terreni che lo Stato dedicava ai meno abbienti, per questo dal Sud non andava via nessuno, non si moriva di fame ed in effetti la Campania prima dell'unità aveva indicatori statistici che la ponevano fra le più ricche regioni d'Italia.


Gli occupanti, per garantirsi il sostegno dei ricchi e "potenti" cedettero le terre demaniali agli usurpatori ed ai latifondisti negando il consolidato godimento del diritto agli usi civici sui terreni demaniali, il popolo, disperato ed alla fame si trovò di fronte al tragico bivio, "brigante o emigrante". I briganti, quelli veri, erano un fenomeno diffuso in molte regioni d'Europa, vi furono anche in Germania. Il Passador Cortese, il Cancrini ad esempio erano veri briganti del Nord Italia ma i meridionali che combattevano contro soprusi, violenze e genocidi furono accomunati, con accezione negativa ai briganti di stampo delinquenziale. L'obiettivo dei fratelli d'Italia venuti a liberarci comprendeva anche le ricchezze finanziarie, il Piemonte aveva 22 milioni di lire di riserve oro, il Regno delle Due Sicilie 443 milioni, provate ad indovinare che strada presero.


L'altro obiettivo, perseguito fin dall'inizio e che ha costituito il fulcro della politica di tutti indistintamente i governi succedutisi sin da allora, era di fare del Sud una colonia per il consumo dei beni prodotti al Nord. La chiusura delle industrie, la spoliazione finanziaria, l'affidamento di poteri alle mafie (che sono state funzionalizzate a mantenere sotto scacco il Sud per non produrre, geniale vero?) sono tasselli per il raggiungimento di questo fine, nei nostri frigoriferi non vi è più del 5% di prodotti del Sud, il 95% sono beni prodotti al Nord.


Alcuni libri recentissimi, Terroni di Pino Aprile, Dieci Anni di storia nascosta di Michele Bisceglie, Fuoco del Sud di Lino Patruno, stanno sollevando il gigantesco e vergognosissimo coperchio che ha tenuto nascosta per 150 anni la verità, sono migliaia le persone, Patrioti, che svolgono la missione di portare la verità a conoscenza della gente. (Natale Cuzzola)
 


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