Lo "stub" è negativo su De Santis, ma i testimoni dicono che a sparare sia stato lui
Cronaca Lazio

Lo "stub" è negativo su De Santis, ma i testimoni dicono che a sparare sia stato lui

mercoledì 7 maggio, 2014

 ROMA, 7 MAGGIO 2014 – Ciro Esposito, il tifoso napoletano colpito da un proiettile nel corso della rissa avvenuta sabato pomeriggio poco prima della finale di Coppa Italia, è ancora ricoverato e lotta, in stato di coma farmacologico, tra la vita e la morte, ma sullo svolgimento della vicenda c’è ancora molta nebbia.

Daniele De Santis, ex ultrà romanista detto “Gastone”, è ritenuto responsabile di aver sparato alcuni colpi di pistola contro alcuni tifosi napoletani colpendone uno gravemente, Esposito, e altri in maniera lieve. Per questo De Santis è stato sottoposto all’esame dello “stub” ma è risultato negativo. Dall’esame della polvere da sparo sono state rilevate dalla polizia scientifica solo due particelle di polvere ma per rendere positivo il test ne sono necessarie almeno tre. L'accertamento tecnico era stato disposto dal pm Antonio Di Maio e dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani.

Nonostante la negatività dello stub, le condizioni di De Santis non cambiano, resta indagato per omicidio sulla base di altri elementi e testimonianze che saranno verificati dal Gip in sede di interrogatorio. L’esame della polvere da sparo risultato negativo non è quindi considerato un elemento in grado di far cambiare la pista seguita finora, e quindi l’impianto accusatorio non viene modificato.

A sostegno della pista seguita fino a questo momento c’è la testimonianza di un testimone oculare, un tifoso napoletano, che sabato sera si è recato all’ospedale Villa San Pietro, dove erano ricoverate le vittime, in cerca di qualche poliziotto per raccontare quanto aveva visto.

R.P., queste le iniziali dell’uomo, nel suo racconto, messo a verbale, dice di essersi avvicinato al luogo della rissa perché “la mia attenzione è stata attratta da una persona che urlava inveendo nei confronti di passeggeri di un autobus di colore bianco con a bordo tifosi del Napoli, tra i quali vi erano anche donne e bambini”.

Questa persona, che è stata poi identificata in Daniele De Santis, aveva lanciato un fumogeno acceso contro il pullman e poi lo aveva preso a calci, spaventando così i passeggeri. A questo punto, una cinquantina di tifosi napoletani hanno reagito, e scavalcando il guard rail hanno iniziato a inseguirlo mentre De Santis e altri tre uomini, secondo la testimonianza di R.P. che incuriosito li ha seguiti, hanno preso una stradina per tornare al vivaio, adiacente ad un circolo sportivo, dove lavora. A questo punto R.P. racconta che “Gastone” è caduto a terra ma “improvvisamente si è rialzato girandosi verso di noi, puntandoci contro una pistola e facendo fuoco ad altezza uomo, esplodendo alcuni colpi. In tale contesto ho notato un mio amico, che so chiamarsi Ciro, accusare un forte malore al petto e accasciarsi al suolo; ho prestato soccorso a Ciro rivolgendomi ad alcuni appartenenti alle forze dell’ordine perché chiamassero i soccorsi”. Nel frattempo alcuni tifosi partenopei sono riusciti a bloccare De Santis e lo hanno picchiato, R.P. ricorda che le aggressioni contro lo sparatore da parte dei napoletani sono state due, quasi in successione.

Quando è arrivata la polizia, dopo le segnalazioni avute di colpi di arma da fuoco contro i tifosi partenopei, i napoletani hanno indicato dove si trovava De Santis. Entrati all’interno del circolo lo hanno trovato a terra malridotto e subito dopo hanno trovato anche la pistola, nascosta da una signora in un secchio dell’immondizia.[MORE]

Anche la donna e il marito hanno testimoniato su ciò che era successo, raccontando di aver soccorso il tifoso romanista dopo che aveva subito il doppio pestaggio dai napoletani; i quali hanno smesso di aggredirlo solo quando la donna ha iniziato a gridare che stesse arrivando la polizia.

Un particolare a favore dell’ipotesi che a sparare sia stato de Santis è che: “Durante il primo sopralluogo, il personale operante notava la presenza di quattro bossoli e un proiettile inesploso nel luogo ove L.R., il marito della donna, dichiarava di aver soccorso il De Santis e dove aveva rinvenuto la pistola che aveva allontanato subito dopo con un calcio, asseritamente per sottrarla al possibile utilizzo da parte dei tifosi napoletani”.

Tale ricostruzione è contenuta nell’informativa della Questura di Roma - Digos e Squadra mobile - consegnata in Procura e da ieri a disposizione degli avvocati difensori delle quattro persone denunciate.

C’è ancora un’altra testimonianza, considerata smentita però dagli investigatori. Si tratta di quanto detto da Alfonso Esposito, cugino di Ciro, ferito anche lui alla mano. Esposito racconta di essere rimasto staccato dal gruppo, e di essersi avvicinato dopo aver sentito tre spari, quando si è avvicinato per soccorrere il cugino dichiara di essere stato anche lui colpito al pollice. La testimonianza non è considerata valida perché più fonti rendono certo che i quattro colpi di pistola siano stati sparati in rapida successione.

Per questo anche Alfonso Esposito è stato fermato come gli altri tifosi. La procura ha infatti chiesto al Gip il mandato di custodia cautelare in carcere, oltre che per De Santis, anche per i tifosi napoletani colpiti dagli spari e indagati per rissa.

Michela Franzone


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