Mafia, smantellato mandamento di Corleone: nei piani punire Alfano per il 41bis
Cronaca Sicilia

Mafia, smantellato mandamento di Corleone: nei piani punire Alfano per il 41bis

venerdì 20 novembre, 2015

 PALERMO, 20 NOVEMBRE 2015 - L'operazione antimafia condotta dai Carabinieri del Gruppo di Monreale, con l'aiuto di unità cinofile per la ricerca di armi e di un elicottero, all’alba di stamane ha portato all'arresto di sei persone, appartenenti alla famiglia dei corleonesi, tra loro anche il capo mandamento, Rosario Lo Bue, fratello di Calogero, già condannato per favoreggiamento nei confronti di Bernardo nel 2008, ma poi assolto e liberato. L’operazione, ancora in corso, si sta svolgendo tra i comuni di Corleone, Chiusa Sclafani e Contessa Entellina, nel palermitano.

I boss mafiosi catturati, vicini al boss Totò Riina, avevano progettato l'omicidio del ministro dell'Interno Angelino Alfano, 'colpevole' di avere aggravato il regime di carcere duro al 41 bis. Gli investigatori hanno captato, durante l'inchiesta "una intercettazione in chiaro in cui gli indagati si lamentavano del 41 bis inasprito dal ministro dell'Interno Alfano". E per questo stavano organizzando di ucciderlo, proprio come accadde nel 1963 a Dallas al Presidente degli Stati Uniti. "Se c'è l'accordo - si legge nelle intercettazioni - gli cafuddiamo (diamo una botta ndr) in testa. Sono saliti grazie a noi. Angelino Alfano è un porco. Chi l'ha portato qua con i voti degli amici? È andato a finire là con Berlusconi e ora si sono dimenticati tutti". "Dovrebbe fare la fine di Kennedy", affermavano i boss nelle intercettazioni. I sei boss sono allevatori, legati alla mafia rurale, la più antica. Vivevano nel mito di Totò Riina, il capo di Cosa nostra rinchiuso da ventidue anni al 41 bis.[MORE]

Dalle indagini è emerso che i boss facevano anche delle ipotesi sul luogo dove realizzare l'attentato al ministro dell'Interno: sarebbe dovuto essere in Sicilia, durante una campagna elettorale; poiché ritenevano che in quella occasione Alfano sarebbe stato più vulnerabile. Nelle ultime settimane sono stati intercettati anche mentre parlavano di armi da nascondere. Per questo motivo i carabinieri di Monreale e Corleone hanno agito repentinamente. Il provvedimento è firmato dal procuratore Francesco Lo Voi, dall'aggiunto Leonardo Agueci e dai sostituti che hanno condotto l'indagine dentro gli ultimi misteri di Cosa nostra, Sergio Demontis e Caterina Malagoli.

(foto dal sito gds.it)

Michela Franzone


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