Marcellinara brucia: gli incendi per autocombustione non cessano, lo Stato non interviene
Cronaca Calabria

Marcellinara brucia: gli incendi per autocombustione non cessano, lo Stato non interviene

domenica 26 settembre, 2010

MARCELLINARA (CZ) - Se ne è parlato troppo poco, eppure è un fatto gravissimo. Forse perché accade in Calabria, una terra dimenticata da tutti e della quale ci si ricorda volentieri solo quando si inizia a pensare alle vacanze estive. Certo, per arrivare in Calabria c’è quella terribile autostrada, però per spender poco e godersi panorama ed acqua pulita è l’ideale. Allora sì che ci si ricorda della Cenerentola d’Italia. Anche i cantanti si permettono di fare dell’ironia sulla nostra terra, per non parlare dei politici. Ma il fatto che nessuno presti ascolto al disastro ecologico che da un anno si consuma in Calabria è a dir poco crudele. [MORE]In provincia di Catanzaro, più precisamente a Marcellinara, c’è uno stabilimento della Seteco, una fabbrica che produce fertilizzanti, dalla quale fuoriescono da ormai un anno dei fumi, provocati dall’incendio di materiale organico. Sebbene lo stabilimento sia stato posto sotto sequestro dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, il fumo non accenna a diminuire e il fuoco continua a bruciare, per autocombustione, il materiale organico residuo, che si trova in vasche di raccoglimento. Abitanti e lavoratori, ma anche automobilisti che si trovano ad attraversare quel tratto di superstrada, temono per la propria salute.
Per il momento non è stato appurato se i fumi siano effettivamente tossici o meno, ma non è un buon motivo per non fare nulla e lasciare i cittadini in una situazione disagiata. Peraltro quei fumi emanano un odore pessimo, permetteteci di dire da voltastomaco. I Vigili del Fuoco sono intervenuti almeno sessanta volte per spegnere i continui incendi di autocombustione ed hanno sollecitato le istituzioni a trovare una soluzione definitiva ed efficace. Si legge infatti in una nota: “E’ una situazione difficile da gestire, perché ci costringe ad impiegare personale che dobbiamo sottrarre alle emergenze. Il problema andrebbe risolto una volta per tutte, ma in questo senso i ritardi sono notevoli.”
Nel frattempo è intervenuto anche un curatore fallimentare, che si è detto impossibilitato a risolvere il problema poichè servirebbe impiegare una somma che si aggira intorno ai 200.000 euro, di cui egli chiaramente non dispone.
 


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