Niger: Usa, sviluppi su indagine imboscata islamista
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Niger: Usa, sviluppi su indagine imboscata islamista

giovedì 9 novembre, 2017

NIAMEY, 9 NOVEMBRE - Ancora non sono state definitivamente chiarite le circostanze dell'imboscata del 4 ottobre scorso in Niger, che ha causato la morte di 4 soldati americani. L'attacco contro le forze statunitensi ha spinto Washington a aumentare il proprio coinvolgimento nel contrasto del terrorismo nel Sahel, investendo decine di milioni di dollari su corpi di sicurezza locali e ottenendo l'autorizzazione a utilizzare droni armati in Niger. Il Penagono ha annunciato oggi che l'indagine nell'imboscata avvenuta in Niger il 4 ottobre a opera di miliziani islamisti saranno rivelati a gennaio 2018. "Le famiglie sono state informate che la squadra impegnata nelle indagini viaggera' tra Stati Uniti, Africa ed Europa per raccogliere informazioni riguardo la vicenda", si puo' leggere nel comunicato rilasciato dal Pentagono.[MORE]

L'inchiesta e' guidata dal maggior generale Roger Cloutier, capo di Stato maggiore del Comando delle forze statunitensi in Africa. Il 4 ottobre, una squadra di 12 berretti verdi stava pattugliando un'area nei pressi del villaggio nigerino di Tonga Tonga, vicino al confine con il Mali, accompagnata da 30 soldati locali, quando almeno 50 miliziani armati hanno attaccato il gruppo con razzi, granata, mortai e colpi di mitragliatrice pesante. In seguito all'agguato il convoglio si e' diviso, una possibile spiegazione per la separazione di La David Johnson, il cui corpo e' stato trovato dopo 48 ore. La morte di Johnson e' stata al centro di polemiche negli Stati Uniti per una controversa telefonata del presidente Trump alla vedova del soldato. L'attacco di Tongo Tongo e' stato il piu' sanguinoso per le forze statunitensi da quando il presidente Donald Trump e' salito al potere. 

 Negli scontri, durati almeno 4 ore, sono morti 4 soldati statunitensi, 4 soldati del Niger e almeno 20 combattenti islamisti. In seguito all'attacco, gli Stati Uniti hanno fornito finanziamenti al cosiddetto G5 del Sahel per combattere il terrorismo nella regione. il 30 ottobre hanno garantito fondi per $60 milioni per sostenere le operazioni antiterrorismo del G5 del Sahel, che include Mali, Niger, Burkina Faso, Ciad e Mauritania. "Questa e' una lotta che dobbiamo vincere, e questi fondi giocheranno un ruolo chiave per raggiungere questo obiettivo" aveva dichiarato il segretario di Stato Rex Tillerson. La forza arrivera' a contare 5.000 uomini da 7 battaglioni diversi e sara' impegnata anche in lavori umanitari, oltre ad affrontare la minaccia jihadista proveniente da gruppi legati a al Qaeda e all'Isis. In Niger gli Stati Uniti hanno ottenuto il permesso per utilizzare droni armati all'interno del paese.

Sabato 4 novembre il governo di Niamey ha annunciato che le forze degli Stati Uniti presenti nel paese potranno armare i droni oggi utilizzati soltanto in missioni di ricognizione per localizzare e identificare i miliziani appartenenti ai gruppi terroristici attivi nella zona del lago Ciad. Quella che era cominciata come una semplici missione di addestramento antiterrorismo, vede ora impegnati gli Stati Uniti in Niger con una forza di 800 uomini, che include droni da 100 milioni di dollari di stanza nella citta' di Agadez, nel centro del paese, utilizzati pero' soltanto in missioni di ricognizione. Il Niger si era precedentemente mostrato riluttante a permettere alle forze di Stati Uniti e Francia di utilizzare droni armati sul proprio suolo, per paura che causassero vittime civili.


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