L'omicidio di Melania Rea e gli strani avvistamenti il giorno in cui sparì

venerdì 6 maggio, 2011

ASCOLI PICENO, 5 MAG. – La vicenda di Melania Rea, scomparsa il 18 aprile dal Pianoro di Colle San Marco e trovata assassinata due giorni dopo a Ripe di Civitella, s’infittisce ogni giorno di particolari che rendono poco chiara la versione del marito. Nelle prossime 48 ore Salvatore Parolisi dovrebbe essere sentito dagli inquirenti. Il suo racconto non convince fin dall’inizio, nessun testimone è certo di aver visto il 18 aprile Melania al parco con la figlia e il marito. Nella telefonata fatta poco dopo la scomparsa della donna all’amico Raffaele P., guardia [MORE]

carceraria che poi lo aiutò nelle ricerche, Parolisi usa l’espressione: “Me l’hanno presa…”. L’amico in un primo momento pensa sia accaduto qualcosa alla bambina e solo nel corso della telefonata capisce che Salvatore parla della moglie.

Da alcune testimonianze raccolte dalla trasmissione “Chi l’ha Visto” sono emersi altri strani particolari. Il giorno in cui Melania sparì un allevatore di Colle San Giacomo, tra le 16 e le 16.30, avrebbe visto passare a velocità sostenuta due macchine molto vicine tra loro. Una delle due era rossa e non si trattava né di un Suv, né di una station wagon. L’uomo ricorda l’episodio perché era a cavallo e stranamente le vetture non rallentarono nel passargli vicino.

Sempre il 18 aprile a Villa Lempa (Teramo) qualcuno avrebbe notato due soldatesse insieme a un altro militare, “una delle quali in particolare molto agitata”. Il comportamento della donna, spiega il testimone era “molto strano, tanto che qualcuno voleva chiamare i carabinieri”. Il titolare dell'Hotel Panorama di Colle San Giacomo ricorda, invece, nel primo pomeriggio del 18 aprile un pullman di soldati di Chieti, poi ripartito in direzione Ripe di Civitella. Lo stesso testimone ha riferito che la notte successiva al 18 a Colle San Giacomo si è registrato un insolito traffico, un via vai di auto che in quella località, a 1.200 metri d'altezza, non si vede neanche di giorno.

Cristina Reggini

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