Pegna interviene sul Magna Graecia Teatro Festival dopo le contestazioni di Enrico  Montesano
Cronaca Calabria

Pegna interviene sul Magna Graecia Teatro Festival dopo le contestazioni di Enrico Montesano

lunedì 15 luglio, 2013

REGGIO CALABRIA, 15 LUGLIO 2013 - Dopo aver dedicato una vita intera e sacrifici infiniti alla ideazione e organizzazione di grandi eventi in Calabria, peraltro eletto per ben tre volte alla dirigenza dell’associazione nazionale degli organizzatori e produttori di spettacoli dal vivo, non possono scivolarmi le parole durissime che il grande attore Enrico Montesano ha indirizzato all’organizzazione del Magna Graecia Teatro Festival, le cui debacle organizzative si ripetono sistematicamente ogni anno in barba ai milioni di euro che vengono spesi dall’Assessorato Regionale alla Cultura e, soprattutto, ai professionisti calabresi di questo settore. Innanzitutto, dispiacendomene, dico al signor Montesano che anche il suo entourage deve aver peccato della stessa superficialità che caratterizza, ormai, questa manifestazione carica di soldi, attese e sistematici insuccessi di ogni tipo.

Una normale produzione, infatti, avrebbe dovuto accertarsi in tempo utile della corretta preparazione dell’evento e, quindi, evitare all’artista simili incidenti. Poi, mi preme confortarlo informandolo che, in Calabria, tutta la parte professionale di questo settore soffre la mala politica dei colletti inamidati e dei perfetti nodi di cravatta della pubblica amministrazione che, ovviamente, mal si coniugano alle camice inzuppate di sudore di chi ogni giorno, al contrario, si batte per assicurare, pure qui, i migliori eventi con la migliore organizzazione possibile, lavorando anche di notte e affrontando rischi e ostacoli inimmaginabili!

Che Albertazzi sia un grande personaggio del teatro italiano non è discutibile, ma non è da meno la grande dose di presunzione e supponenza che ha ostentato nel farsi raccomandare dalla politica per assicurarsi la gestione di questo festival calabrese. Presunzione pari a quella di tutto l’apparato politico–burocratico che avrebbe dovuto sovrintendere al perfetto svolgimento di eventi dagli ingenti costi e dagli ingiustificabili, oltre che imperdonabili, insuccessi. In Italia ci sono due problemi: la politica che segue le sue logiche, spesso distanti da meriti e competenze, e gli apparati degli uffici, fatti di funzionari e dirigenti che vivono al posto di vero comando, tra nuovi asini da legare e vecchie stalle piene di incrostazioni. Il comparto della Cultura e dello Spettacolo meriterebbe, invece, la serietà, il rigore e l’attenzione che si devono a ogni settore produttivo importante e complesso, capace di creare anche nuova occupazione e ricadute economiche di ogni tipo sull’intero territorio, oltre a quanto facilmente deducibile.

Ormai è chiaro a tutti: il Magna Graecia Teatro è stato un fiume di soldi sprecati, di occasioni perdute, di promozione e crescita culturale mai, neppure minimamente, attivate. E non basterà certo il colpo di coda di personaggi come Montesano o Massimo Ranieri, quest’ultimo peraltro di casa in Calabria grazie a promoter che lo hanno proposto decine di volte rischiando in prima persona, a modificare il bilancio amaro di questo evento mai tale. A Montesano, come si intuisce dal suo sfogo, non è neppure sfuggito che il suo spettacolo sia stato programmato in coincidenza con altri che, neanche a dirlo, rientravano nel quadro dei progetti recentemente approvati dal medesimo assessorato, facendo così danno a tutti.

Un vero esempio di programmazione e corretta pianificazione! Quando tre anni fa, in attesa del mio colloquio al bando della direzione del Magna Graecia, vidi arrivare Albertazzi, pensai che fosse di passaggio e volesse curiosare dietro le quinte di un fantomatico concorso per specialisti di settore affidato a qualche dipendente regionale. Poi, quando si sedette per il suo colloquio, mi nascosi alle sue spalle, curiosissimo di origliare domande difficili e risposte esatte. “Maestro, lei è mai stato in vacanza in Calabria?”, gli chiese una funzionaria con le guance arrossate dall’emozione. “Per lavoro sì, ma una vera vacanza mai!”. Beh, oggi il maestro non potrà più rispondere così; se l’è fatta con tutto il suo codazzo di signore e signorine ed anche ben pagato, oltre che riverito da assessore e dirigenti, certamente non avari di chiacchiere e tabacchiere!

Ruggero Pegna [MORE]
 


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