"Pensavo fosse amore invece era un calesse": finisce il sodalizio Napoli-Unesco
Cultura e Spettacolo Campania

"Pensavo fosse amore invece era un calesse": finisce il sodalizio Napoli-Unesco

giovedì 15 novembre, 2012

NAPOLI, 15 NOVEMBRE 2012-Riprende il titolo di un celebre film di Troisi la nuova iniziativa di sedici comitati civici napoletani che chiede la cancellazione del centro storico di Napoli dalla prestigiosa lista dell’UNESCO. La motivazione con cui nel 1995 l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura aveva dichiarato la città campana suo patrimonio, era stata: «Si tratta di una delle più antiche città d’Europa, il cui tessuto urbano contemporaneo conserva gli elementi della sua storia ricca di avvenimenti. I tracciati delle sue strade, la ricchezza dei suoi edifici storici caratterizzanti epoche diverse, conferiscono al sito un valore universale senza uguali, che ha esercitato una profonda influenza su gran parte dell’Europa e al di là dei confini di questa».[MORE]

Ma oggi l’idillio finisce. A chiederlo, paradossalmente, associazioni cittadine, che, nella giornata di venerdì 16 novembre, nel corso di un sit-in organizzato presso l’Aula Magna della Federico II, forniranno al Presidente della Commissione nazionale dell’Unesco, Giovanni Puglisi, un dossier che testimoni dello stato di degrado in cui versa il centro storico partenopeo. Oltre a questo gravissimo dato, altre tre, secondo i promotori dell’iniziativa, le cause che hanno condotto ad una simile, sofferta, richiesta: in primo luogo, il furto di alcuni prestigiosi volumi verificatosi alla storica biblioteca dei Girolamini; lo sfratto di un’altra biblioteca, quella di Gerardo Marotta presso l’Istituto degli Studi Filosofici; infine, il fallimento del Forum Universale delle Culture, la cui IV edizione, prevista per il 2013 ma assegnata a Napoli sin dal 2007, viene accolta nel suo approssimarsi da un’organizzazione del tutto insufficiente. Tutti fatti gravissimi questi, cui l’UNESCO ha risposto con un assordante silenzio.

Intanto incuria e abbandonano regnano sovrani in un uno degli angoli più spettacolari d’Italia, senza che nessuno s’interessi seriamente alla causa, in un rimbalzo continuo e vergognoso di responsabilità che non ha alcuno risvolto pratico.

(Immagine: Comunedinapoli.it)

Emmanuela Tubelli
 


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