Quando il Welfare non c'è, la mafia balla!
Editoriale Lazio

Quando il Welfare non c'è, la mafia balla!

lunedì 26 settembre, 2011

Roma, 26 Settembre 2011 - Vi pongo una domanda, semplice. Un quesito cui potrebbe rispondere chiunque: bambino, laureato, pensionato e, soprattutto, politico. La premessa da fare è breve, immediata. Immaginiamo di essere nel nostro orticello dietro casa. Secondo voi è più facile raddrizzare una pianta storta quando essa è giovane o quando ormai il suo fusto è rigido e cresciuto? Secondo voi si spendono più fatica, risorse economiche e tempo nell'intervento in una pianta appena nata o in una stagionata? Trasportiamo ora questo interrogativo nell'ambito umano.[MORE] Secondo voi è più facile educare un bambino dalla nascita o quando è già maturo? Credo che tutti quanti noi possiamo convenire sul fatto che agire durante lo sviluppo è più saggio che intervenire quando il problema rischia di diventare ingestibile.

Il problema della devianza, della criminalità italiana, è lontano dall’essere risolto. Quello che lo Stato potrebbe fare è circoscriverlo. Ossia cercare di bloccare il reclutamento costante e massiccio adoperato in quelle zone in cui diventare criminale è l’unico modo per uscire dalla povertà e dalla miseria. La presenza dello Stato e delle Istituzioni dovrebbe porsi come diaframma tra i giovani e la criminalità organizzata. L’obiettivo diventerebbe così quello di coltivare dei Cittadini con il valore della legalità che, insieme ad una formazione scolastica medio-superiore, porterebbe benefici evidenti.
 

Com’è risaputo, la lungimiranza e la visione prospettica non sono le qualità migliori di questo governo e di quelli precedenti. Loro cercano sempre dei paliativi momentanei. Soluzioni temporanee. Non è poi così importante se si spendono valanghe di soldi pubblici per la costruzione di carceri che spesso abbandonati a metà, fin quando il magna-magna e i soldi non finiscono.
 

Ricordo la scena di un film, con protagonisti Robert De Niro e Chazz Palminteri. Il film s’intitolava Bronx. Nel film un giovane ragazzo chiedeva al boss, suo amico, perché con il suo potere e i suoi soldi vivesse in quel "cesso" di posto. Sonny, il boss, rispose che effettivamente avrebbe potuto vivere ovunque, ma che decise di restare li per essere presente, costantemente. L'importanza di essere presente, diceva Sonny, significa vivere la gente e, al crearsi del problema, essere pronti ad intervenire con risolutezza ed immediatezza. Sonny diceva che i problemi possono essere paragonati al cancro, se non li prendi in tempo, crescono e ti uccidono.

L’essere presente in modo capillare nel territorio è l’arma vincente. Questo è quello che la mafia ha sempre fatto nella sua storia. Controllare in maniera completa e pressante il proprio feudo. Questo è quello che lo stato sta smettendo di fare. Se si permette alla criminalità organizzata di inquinare il futuro del nostro Stato, i giovani, ammaliandoli e inculcandogli valori marci e sbagliati., Ci ritroveremo in un futuro, purtroppo, non molto lontano, ad avere un tasso di criminalità giovanile sempre più alto.

Se l’uguaglianza formale dice che siamo tutti uguali e siamo dotati dei medesimi fondamentali diritti, l’uguaglianza sostanziale afferma che lo Stato deve garantire e intervenire con i propri mezzi e strumenti per facilitare ciò. Il modo più diretto è quello di dotare gli enti locali, più vicini ai cittadini, di finanziamenti e mezzi per aiutare gli strati sociali più deboli che risulteranno sempre i più inquinabili da parte della criminalità organizzata.

E' qui che ci vuole un grande sacrificio. Questo è il welfare. Non si chiama spesa. Si chiama investimento. Investire in tutte quegli enti, associazioni che stanno sul territorio a diretto contatto con la gente. Le ultime puntate di Presadiretta, programma ottimo ed indispensabile, ci hanno raccontato, dal punto di vista del popolo, quali sono i problemi a cui stiamo andando incontro. I servizi sociali sono stati annientati da tagli impressionanti. Migliaia di famiglie rimangono sole con i propri problemi.

E la politica che fa? La risposta che va per la maggiore, in stile carillon ormai in loop, è semplice e disarmante allo stesso tempo: bisogna risanare i conti. Il pareggio di bilancio! Ma la crescita? L’assistenza ai bisognosi? L’istruzione? Non ha importanza. Ciò che preme ai nostri parlamentari è arrivare al fatidico giorno in cui matureranno, di diritto, la pensione.

Leandro Solimene


Autore
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