ROMA, 29 Settembre - Bocciata la mozione di sfiducia del ministro Romano
La mozione presentata dal Partito Democratico contro il ministro delle Politiche agricole, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, è stata bocciata con 315 voti contrari e 294 favorevoli.[MORE]Molto tormentata la seduta, la prima diatriba si scatena tra Antonio Di Pietro, che evoca un’ondata di violenza a causa dei comportamenti del governo, e la lega, scoppia poi la “grana” radicali in casa Pd: I sei pannelliani, infatti, non partecipano alla votazione in contrasto con il resto del gruppo, gridando in coro "Amnistia" ogni volta che ciascuno di loro viene chiamato.
Il presidente del consiglio, si ritiene però molto soddisfatto del voto a Montecitorio e afferma: “Saverio Romano, ha avuto la fiducia e l’appoggio di 315 voti con le assenze giustificate e questo significa che la maggioranza è a 325 e significa quindi che si possono fare le riforme".
Ovviamente felice anche lo stesso ministro Romano, che, dopo aver bollato come "inaccettabile" la mozione di sfiducia nei suoi confronti, attacca gli ex amici dell'Udc. "Sono molto amareggiato, è stato disperso un patrimonio di garantismo", rileva e va all’attacco.
"Quello che un tempo era l'ordine giudiziario ormai ha soverchiato il Parlamento e ne vuole condizionare le scelte", dice denunciando "la malattia del nostro ordine giudiziario", di una "magistratura irresponsabile che ha soverchiato il Parlamento".
In tutto questo l'opposizione, punta il dito sulla Lega, compatta come previsto sul no alla sfiducia a Romano.
Alla fine per poter sedare gli animi e far ritornare la calma in aula è necessario l’intervento di una serie di commessi, ma le polemiche e gli attacchi restano ed anche il ministro naturalmente.
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