Samsung: l'erede del colosso industriale nega le accuse di corruzione
REGGIO CALABRIA, 9 MARZO 2017 - Lee Jae-Yong, l'erede del colosso industriale sudcoreano Samsung, ha negato tutte le accuse a suo carico nel corso della prima udienza del processo iniziato a Seul. [MORE]
Lee, 48 anni, è stato arrestato nel quadro dell'inchiesta per corruzione e traffico di influenze che ha portato alla destituzione della presidente della Corea del Sud, Park Geun-Hye e ha travolto anche il colosso della tecnologia Samsung, un vero e proprio pilastro dell'economia coreana.
L'accusa nei confronti di Lee è di corruzione, falsa testimonianza e appropriazione indebita. Secondo i giudici coreani, c'è il rischio che Lee possa occultare o distruggere prove importanti, ritenute essenziali per ricostruire lo scandalo politico che ha coinvolto l'ex presidente Park, la prima donna a ricoprire tale carica in Corea del Sud.
L'udienza del processo è durata circa un'ora ed il primo verdetto potrebbe arrivare tra circa 18 mesi. Samsung è accusata dai magistrati di aver versato circa 40 milioni di dollari in tangenti a Choi Soon-Sil, una donna dalla personalità torbida ribattezzata la "Sciamana", o la "Rasputin" sudcoreana.
Choi, che non ricopre incarichi ufficiali, è sotto inchiesta per aver utilizzato la sua relazione di amicizia con con la Park per estorcere denari alle grandi aziende sudcoreane.
Daniele Basili
immagine da nextquotidiano.it
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