Spaccamurgia, dall'Adriatico allo Ionio al ritmo "rivoluzionario" della camminata
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Spaccamurgia, dall'Adriatico allo Ionio al ritmo "rivoluzionario" della camminata

lunedì 15 maggio, 2017

MONOPOLI, 15 MAGGIO 2017 - Dalla suggestiva cittadina marinara di Monopoli al conglomerato urbano ricco di storia e contraddizioni di Taranto, i cambi di scenario sono un’infinità. Magari in poco più di un’ora di superstrada, attraverso i finestrini della propria auto, questa varietà si riesce appena a percepire.

Ma se la distanza tra i due diversi “mondi” pugliesi la si colma al ritmo della camminata, le cose cambiano non poco. Un ritmo “rivoluzionario” in una società animata dalla fretta di bruciare in breve tempo tappe e sensazioni È quello che è avvenuto a ridosso dello scorso periodo pasquale ( dal 22 al 25 aprile) con l’indovinata seconda edizione della “Spaccamurgia”, un’iniziativa curata da Legambiente di Putignano con il patrocinio del governo italiano.

Un trekking di quattro giorni, ma anche molto più di un trekking. Potrebbe benissimo essere considerato alla stregua di uno degli indovinati "social trekking" di waldeniana memoria. Una marcia responsabile e consapevole cui hanno partecipato quasi cinquanta camminatori consapevoli. In realtà Monopoli e Taranto non sono collegate da una vera e propria via escursionistica, ma i 100 chilometri a piedi della Spaccamurgia hanno dimostrato che le premesse per crearne una nell’immediato futuro ci sono tutte.[MORE]

Giovanni Pugliese di Legambiente è stato uno degli artefici nonché il “condottiero” di questo particolare trekking in salsa pugliese. Significativa la sua efficace sintesi a posteriori dell’assolata marcia: “Mi è piaciuto giocare, come su una enorme pagina della Settimana Enigmistica, ad unire i puntini e sorprendermi solo alla fine di quel che ne è venuto fuori”.

Dicevamo della varietà di scenografie di questo corale cammino pugliese. Se le suole in vibram delle scarpette da trekking dei partecipanti potessero parlare, narrerebbero delle superfici così diverse che hanno calcato in quei quattro giorni. Racconterebbero delle rocce primordiali e della sabbia fine della costa adriatica. Confiderebbero i tentennamenti sulle placide insidie del terreno duro, pietroso e talvolta scosceso dei sentieri contornati da ulivi tentacolari e solidi muretti a secco. Parlerebbero della rilassatezza nel contatto con il basolato degli affascinanti centri storici di Monopoli, Locorotondo e Martina Franca. Non tralascerebbero di trasmettere le emozioni dell’incerta pressione sulle traversine della linea ferroviaria abbandonata nei pressi dello Ionio, di cui la natura si sta lentamente riappropriando. Si ricorderebbero della sabbia compatta e un po’ malaticcia del pur affascinante Mare Piccolo, in sentore d’Ilva e del traguardo finale tarantino.

Giovanni Pugliese riesce anche in questo caso a sintetizzare al meglio le centinaia di suggestioni vissute dai partecipanti dell’impegnativa, gratificantissima camminata: “alla Mi sono piaciuti gli ulivi, il mare, le masserie, le gravine, i treni, i binari, i prati, le colline, i trulli, i muretti a secco, i vicoli, le scogliere, le orecchiette, il capocollo, il cielo, il vento. Ma più di tutto mi è piaciuto camminare. Con la testa fra le nuvole ed i piedi per terra”. Impossibile dargli torto.

testo e foto di Raffaele Basile

 

 


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