Trump, "Il muro anti-immigrati si farà, pagato dal Messico"
Estero Calabria

Trump, "Il muro anti-immigrati si farà, pagato dal Messico"

giovedì 1 settembre, 2016

PHOENIX, 1 SETTEMBRE- È stato poche ore dopo l’incontro con il presidente messicano Enrique Pena Nieto che il candidato repubblicano per la Casa Bianca Donald Trump ha annunciato in un intervento a Phoenix, Arizona, che "Costruiremo un grande muro lungo il confine meridionale e il Messico lo pagherà, credetemi, al 100%.[..] Non lo sanno ancora, ma pagheranno per il muro. Sono un grande popolo, hanno grandi leader ma pagheranno per il muro".[MORE]


"Un muro impenetrabile, alto, imponente e bello, con sensori di superficie e sotterranei e dotato di altre tecnologie per fermare i cartelli criminali. [..] E il Messico lavorerò con noi. Lo credo fermamente dopo aver incontrato il presidente messicano".
“Costerà poco” e verrà edificato “a tempo record”.


Il muro fa parte del suo piano anti-immigrazione, un piano organizzato in dieci punti, che si prospetta intollerante ed aggressivo verso tutti gli immigrati clandestini.
"Il nostro messaggio al mondo è il seguente: non si potrà ottenere uno status legale o diventare cittadini americani se si entra nel nostro paese da clandestini" avvisa. “Saranno cacciati dal mio primo giorno in carica. Chiamateli pure deportati, se volete" ha terminato il tycoon.


Nonostante quanto annunciato dal miliardario newyorchese, il presidente Pena Nieto fa sapere dal suo profilo twitter che “All’inizio della conversazione con Donald Trump ho chiarito che il Messico non pagherà per il muro.”
Il presidente messicano aveva ricevuto mercoledì 31 agosto il candidato repubblicano nella residenza presidenziale di Los Pinos, con l’obiettivo dichiarato di far fronte alle minacce a ai rischi che gravano sul Paese centramericano, e lo ha ribadito anche in un intervista al notiziario Televisa:”Sono convinto che i problemi, le minacce e i rischi che pesano sul Messico, devono essere affrontati”.


Nonostante sembri che l’incontro tra i due personaggi pubblici sia stato fruttuoso, non sono mancate critiche e proteste, poiché lo stesso presidente messicano, a marzo, aveva commisurato Trump a Mussolini e Hitler per via della sua retorica anti immigrazione. Le proteste arrivano dai cittadini messicani, che non hanno gradito il metodo xenofobo del repubblicano, che li aveva additati come “criminali, stupratori e corrotti”: lo stesso presidente ha dichiarato apertamente, che: “I messicani si sono sentiti offesi da quanto detto... L’intenzione è di incontrare entrambi i candidati in modo da poter costruire insieme”, ha aggiunto riferendosi all’invito fatto anche alla candidata Hillary Clinton.


Tuttavia nella conferenza stampa congiunta con il presidente messicano, Trump ha utilizzato toni ben diversi, dicendo che: È un grande, grande onore essere invitato qui da lei” e che “Ho un grande sentimento di rispetto per i messicani. […] Sono gente onesta.” Condividendo il suo “rispetto” per “i loro forti valori nei confronti della famiglia, la fede e la comunità. […] Coloro i quali lavorano nelle mie imprese sono grandi persone, tanti amici vanno e vengono in Messico.”
Non è mancato l’intervento di Pena Nieto sullo stesso argomento, che ha dichiarato come gli immigrati messicani siano “gente onesta”, “grandi lavoratori” e “meritano il rispetto di tutti”, aggiungendo che “La comunità messicana negli Stati Uniti contribuisce ogni giorno con il suo talento e il suo lavoro alla prosperità del paese”.


Nonostante queste dichiarazioni, Trump è restato fermo sul muro al confine, dichiarando che :” Avere una frontiera sicura è un diritto sovrano. Costruire un muro o una barriera è di interesse comune per fermare il contrabbando e l’immigrazione”.                                                                                                                                      Anche il presidente messicano deve guardare a questo muro con una prospettiva diversa, ovvero “come un’opportunità congiunta ed entrambi i Paesi devono investire” per un incremento della “sicurezza ed efficienza”, e il presidente Pena Nieto ha convenuto con lui:” Traffici di armi illegali, droga e denaro in entrambe le direzioni hanno conseguenze negative su entrambi i lati del confine.”


Nell’atteso comizio al Centro Congressi di Phoenix, Trump ha attaccato duramente i clandestini, indicandoli come ladri di risorse al sistema assistenziale e affatto qualificati, aggiungendo che sottraggono posti di lavoro e sono al centro della criminalità e traffico illecito, se non terrorismo, intimando: “Gli immigrati illegali devono diventare un ricordo del passato”.


Nel suo piano anti immigrazione, infatti, Trump pone fine al sistema del “catch and release” (catturare e rilasciare) che consiste nella cattura di clandestini senza che questi vengano né incarcerati né “deportati”.
E, per rincarare, i clandestini espulsi non saranno solo riportati nei loro Paesi di origine, obbligati ad accettarli, ma saranno anche collocati lontano dal confine, rendendo così difficile un’altra emigrazione clandestina.


Oltre al catch and release, Trump intende tagliare i fondi federali alle “città-rifugio”, particolari centri urbani che agevolano l’accoglienza degli immigrati.
Trump si esprime così:” È diritto dell’America scegliere gli immigrati che possono aver successo e che ci amano.” Bisogna focalizzare la questione principale, specificando che:” non sono i bisogni degli 11 milioni o quanti sono i clandestini negli Stati Uniti; è il benessere degli americani” e che l'immigrazione è primariamente “una questione di sicurezza [..] di vita e di morte per il Paese”


Tolleranza zero per i clandestini criminali, che Trump ha contato come oltre due milioni negli Stati Uniti: il repubblicano farà richiesta al congresso di passare leggi più dure, volte ad assicurare pene più severe contro questi criminali e clandestini malavitosi.


Per questo progetto di ripulitura del Paese, Trump intende dare più potere e valorizzazione alle forze dell’ordine: “la polizia avrà il potere di risolvere questo pericoloso pasticcio”, con l’intenzione di triplicare gli agenti addetti alle espulsioni e irrobustire una task force adibita all’aiuto delle autorità locali in questo progetto. Sempre secondo questo, è prevista l’assunzione di cinquemila agenti di polizia specificatamente per il controllo dei confini.


Per quanto riguarda i visti, il repubblicano intende sospendere tutti quelli provenienti da Paesi che non forniscono adeguati controlli, citando la Libia e la Siria, ma anche Paesi alleati come Iraq e Afghanistan. Per chi richiede un visto, invece, sono previsti i test ideologici.


Questo è quanto detto ai sostenitori presenti nel Centro Congressi di Phoenix, terminando il comizio con l’intervento delle “Angels Moms”, madri i cui figli sono rimasti uccisi da criminali clandestini. “Se Trump fosse stato presidente, mio figlio non sarebbe morto"

(foto da parstoday.com)

Eleonora Ranelli


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