Un concerto in omaggio alla Beata Vergine Maria e a Santa Lucia a Lamezia
Cultura e Spettacolo Calabria Catanzaro

Un concerto in omaggio alla Beata Vergine Maria e a Santa Lucia a Lamezia

lunedì 17 dicembre, 2018

LAMEZIA TERME (CZ)17 DICEMBRE - Spiritualità e musica hanno caratterizzato il concerto tenuto dalle Ancillae Domini   nella Chiesa di Santa Lucia di Lamezia Teme su invito del parroco don Vittorio Dattilo al fine di animare la novena  dedicata alla santa dopo il restauro della sua statua tornata a splendere nella sua antica  bellezza. Il concerto si è tramutato in  una meditazione cantata e imperniata sul canto gregoriano, inestimabile tesoro della musica sacra, espressione millenaria di trasmissione di fede e consono ad omaggiare egregiamente la Beata Vergine Maria e Santa Lucia, entrambe evocate  nel periodo dell’Avvento e ricordate nella Divina Commedia da Dante Alighieri  nei versi in cui entrambe esortano Virgilio a soccorrere il poeta smarrito.

Le Ancillae Domini, Maria Gabriella De Capitani, Enza Mirabelli, Maria Sabrina Funaro, Armida Nicotera, Angela Scalise, dirette dal maestro Licia Di Salvo, da un ventennio  sono presenti sul territorio regionale e nazionale grazie al loro costante impegno e studio sulle fonti manoscritte da cui attingono melodie gregoriane eseguendole sia durante  solenni cerimonie e sia durante  conferenze e dibattiti culturali. In ogni occasione le Ancillae brillano  per le loro  proposte basate sulla  storia della salvezza al femminile, sul  fiat, sulla forza delle fede che si sprigiona ogni volta dai loro canti tratti da un repertorio che  spazia tra Oriente ed Oriente testimoniando il   culto antichissimo di Maria presente nella tradizione greco-bizantina e romana.

E anche in questa circostanza  le Ancillae hanno espresso l’eccellenza della loro attività musicale volta  alla ricerca continua della bellezza che scaturisce dal più antico canto cristiano che avvia  lo spirito al silenzio e alla contemplazione del mistero divino. «Il canto gregoriano - ha spiegato Licia Di Salvo – è il canto proprio della liturgia romana, ma è anche il canto dell’innamorato che esprime la gioia di sentirsi amato e di riamare con l’unico strumento umano che possiede cioè  la voce. Ecco perché non utilizza altri strumenti, ma docilmente si piega alla parola, si sottomette al testo, si pone al servizio della liturgia». Da qui l’esigenza di «mettersi in ascolto in una dimensione che è altro da sé e dal contingente» ha affermato  don Vittorio Dattilo a conclusione dell’evento ricordando ai presenti  che il  canto è preghiera che tempra e fortifica lo spirito.

Foto: Ancillae Domini

Lina Latelli Nucifero


Autore
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