25 marzo, l’Annunciazione, la fratellanza come frutto della Quaresima
Chiesa e Società Calabria Catanzaro

25 marzo, l’Annunciazione, la fratellanza come frutto della Quaresima

martedì 5 marzo, 2019

Meditando la Lettera per l’itinerario quaresimale del 2019 dell’Arcivescovo di Catanzaro-Squillace e presidente CEC, VINCENZO BERTOLONE, dal titolo “Ardente desiderio di bontà: Rallegratevi con tutte le creature!”, ho trovato nell’incipit  la dolce presenza della “benedetta fra le donne”: la lettera si apre infatti ricordando la gioia della vita nuova a cui il cammino quaresimale ci deve portare perchè “Il saluto dell’arcangelo Gabriele alla ragazza di Nazaret ci viene presentato, dal redattore del Vangelo di Luca, mediante un verbo che incita ad essere gioiosi, a rallegrarsi, ad esultare: “Rallegrati, Maria” (Lc 1,28). In quel Kàire – che noi traduciamo con Salve, o con Ave, nella preghiera mariana che eleviamo ogni giorno nel santo Rosario – c’è effettivamente qualcosa in più di un semplice saluto. 

Ci sono insieme la gioia, l’allegria e, soprattutto, la Grazia per quella giovane donna, che il Padre celeste ha prescelto come “grembo fecondo” del Figlio eterno, e che lo Spirito Santo, Potenza dell’Altissimo, coprirà con la sua ombra!”Queste parole ricorderemo quando celebreremo, il 25 marzo, l’Annunciazione, festa che, cosa straordinariamente bella, si celebra anche in Libano come Festa Nazionale Islamico‐cristiana: in sintonia col  recente viaggio di Papa Francesco negli Emirati Arabi, pensavo che segno esemplare di questo essere fratelli e sorelle coi musulmani, è proprio il comune culto a Maria, la madre di Gesù! Nel mondo musulmano, infatti, è molto sentito il culto a Maria, unica donna che nel Corano viene chiamata per nome; i santuari mariani sono meta di pellegrinaggio di fedeli musulmani che a Lei chiedono grazie e rivolgono preghiere.

In Egitto, in Siria, in Marocco e in altri paesi, cristiani e musulmani coltivano questo comune amore per la Vergine: straordinario, poi, è il segno di pace che avviene in Libano, dove cristiani e musulmani festeggiano insieme l’Annunciazione come FESTA NAZIONALE! L’incontro, trasmesso dalla televisione, è seguito da più di un milione e mezzo di persone. Paese lacerato in passato da una lunghissima guerra civile, il Libano è consapevole di quanto importante sia l’armonia tra i popoli e per questo le autorità politiche hanno stabilito che la giornata del 25 marzo si celebri come Festa Nazionale Islamico‐cristiana. E tornando alla lettera per la Quaresima, dopo una bella e lunga disamina sui mezzi per ottenere che la gioia sia piena (deserto, preghiera, digiuno, perdono), mons. Bertolone ricorda che “una certa luce sul senso antropologico e cosmico del digiuno ci viene anche dalla tradizione islamica, nella quale si digiuna particolarmente nel mese di Ramadan. Nella vera e propria “prova del digiuno”, il fedele musulmano impara a controllare i suoi desideri”. Poi l’Arcivescovo raccomanda:”Il frutto della Quaresima: la fratellanza”.

 “Siamo fratelli”. Una frase pacificante, balsamo sulle ferite aperte dell’umanità, nei tempi dell’odio instillato dalla paura e dell’ostilità generata dal sospetto. “Tra cristiani e musulmani siamo fratelli”, aveva già affermato Papa Francesco nella moschea di Koudoukou a Bangui. Ma oggi, ancora più avanti, nella linea delle grandi Dichiarazioni internazionali, come quella sui diritti dell’uomo nel secondo dopoguerra, si pone il “Documento comune sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, firmato nel febbraio scorso dal Papa e dal Grande Imam di AlAzhar (il Cairo), Ahmad Al-Tayyeb, nello storico incontro al cui proposito Bertolone ricorda:“la parola più ripetuta del viaggio apostolico negli Emirati è stata: fraternità (o anche fratellanza). Questa parola sia il frutto più bello del nostro impegno quaresimale!...In nome della fratellanza, Papa Francesco dà una spinta ulteriore al dialogo tra le religioni mediterranee. Il Papa e i capi della comunità civile, politica e religiosa degli Emirati, la base comune per ogni tipo di dialogo l’hanno, insomma, scelta: la fraternità, anzi l’umana fraternità” Oggi, anche nei nostri territori dove la presenza musulmana è ormai considerevole, cristiani e musulmani di buona volontà siano sostenuti da Maria, dal suo grembo fecondo di Misericordia, segno sorale di un’amicizia che può salvare il mondo!

Anna Rotundo


Autore
https://www.infooggi.it - Il Diritto Di Sapere

Entra nel nostro Canale Telegram!

Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!

Esplora la categoria
Chiesa e Società.