Aiuti Grecia, rinviato  l'ok di  Ue-Fmi
Economia

Aiuti Grecia, rinviato l'ok di Ue-Fmi

lunedì 20 giugno, 2011

ATENE, 20 GIUGNO 2011- Dopo 7 ore di riunione, i 17 ministri delle finanze dell'Eurozona hanno deciso di subordinare il via libera del piano di salvataggio a favore della Grecia all'approvazione, da parte del Parlamento greco, delle nuove misure per il risanamento delle finanze e del piano di privatizzazioni che "spianeranno la strada per il prossimo esborso entro la metà di luglio".

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In particolare, ha chiarito il ministro delle finanze belga, Didier Reynders: “ Abbiamo bisogno di una chiara decisione del Parlamento greco (di fiducia al nuovo esecutivo del premier George Papandreu e di appoggio al programma di aiuti)”.

Per tutti i presenti, il risamanento dei conti pubblici rappresenta la conditio sine qua non per la Grecia, al fine di poter accedere ai finanziamenti previsti dal pacchetto di aiuti da 110 miliardi. La strada per raggiungere la sostenibilità del debito pubblico, si presenta con una serie di impegni da rispettare: il consolidamento fiscale, le privatizzazioni da 50 miliardi entro il 2015 e le riforme strutturali.

Ecco perchè l’Eurogruppo fa pressing su Atene affinchè attui il programma di austerity da 78 miliardi di nuovi tagli e aumenti di imposte prima del rilascio della quinta tranche da 12 miliardi di euro (8,7 miliardi dagli stati membri dell'euro e 3,3 miliardi dal Fondo monetario internazionale).
Accanto al pacchetto di aiuti iniziale (110 miliardi deciso nel maggio scorso), è stato previsto un secondo piano di salvataggio per la Grecia che includerà anche il coinvolgimento di investitori privati che detengono il debito greco. Infatti, come si legge nel comunicato, i ministri dell'Eurozona "accolgono favorevolmente la ricerca di un coinvolgimento volontario del settore privato nella forma di un informale e volontario roll over dell'attuale debito greco alla sua scadenza, per una sostanziale riduzione dei finanziamenti necessari anno per anno, evitando un default della Grecia".

Nonostante ciò, la “non decisione” da parte dell’Eurogruppo non ha fatto attendere la reazione da parte delle borse europee, che stamattina hanno aperto al ribasso.

Com’era prevedibile, la peggior performance, a metà seduta, l’ha fatta registrare Piazza Affari. Conseguenza anche dell’annuncio fatto venerdì da Moody’s sul rating del dedito sovrano italiano. Infatti, il Btp a 10 anni fa segnare un rialzo di 4 punti base, al 4,86%, portando così lo spread con il corrispettivo Bund tedesco a 194,2 punti.

Sulla base di ciò, non stupisce se i titoli che stanno andando peggio sono soprattutti i bancari, visto che il loro andamento è legato a doppio filo al rischio di insolvenza paesi emittenti di debito. Ed è proprio a causa della paura di un default della Grecia che alcune banche britanniche ( tra le quali Barclays e standard Chartered) hanno deciso di ritirare miliardi di sterline dalla zona euro.

La suddetta decisione non fa altro che altro che destabilizzare ulteriormente i mercati finanziari europei, innestando possibili speculazioni da parte degli investitori.

Rosy Merola


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