"Alì ha gli occhi azzurri", un adolescente sospeso tra due culture
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"Alì ha gli occhi azzurri", un adolescente sospeso tra due culture

mercoledì 21 novembre, 2012

Alla VII Edizione del Festival di Roma (che si conclude con la vittoria della pellicola di Larry Clark, Marfa Girl) il premio speciale della giuria va ad Alì ha gli occhi azzurri di Claudio Giovannesi, con cui l’autore prosegue il percorso di indagine sulle problematiche della società multietnica che aveva iniziato nel documentario Fratelli d’Italia; così l’adolescente egiziano Nader diventa un personaggio.

Il film racconta una settimana della vita di un adolescente di origine egiziana, Nader, nato e cresciuto in Italia, e del suo amico Stefano, italiano.
Nader ha una fidanzata italiana; i suoi genitori, a causa della religione musulmana, non accettano che a 16 anni abbia una ragazza e lo mandano via di casa.
La storia ha come sfondo le abitazioni urbane, le periferie di Roma, il lungomare di Ostia; il film sotto ogni aspetto, con i suoi attori non professionisti (Nader è il ragazzo che l’autore aveva filmato nel documentario Fratelli d’Italia), ha una fortissima carica di realismo, voluta e sottolineata dalla fotografia di Daniele Ciprì (che privilegia l’uso della luce naturale), dalle inquadrature degli spazi urbani e dai numerosissimi primi piani.
La vicenda è narrata dal punto di vista degli adolescenti, attraverso il racconto delle prime esperienze di piccola delinquenza, amicizia e amore, mostrando la loro fragilità e contemporaneamente il coraggio con cui cercano di affermare le proprie scelte.

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Nader, con una parte di sé, va contro l’educazione ricevuta dalla famiglia perché vuole vivere come un ragazzo italiano. E’ disposto infatti a fare a meno di un letto e di un tetto sulla testa pur di difendere la sua relazione sentimentale.
Con l’altra parte di sé, ma ugualmente forte ed istintiva, determinata dall’educazione musulmana, arriva a picchiare e poi rincorrere l’amico Stefano con una pistola, perché ha tentato di corteggiare sua sorella.
Nader è dunque un adolescente sospeso tra due mondi, pericolosamente in bilico fra due culture che, mentre si scontrano, cercano di convivere.
Ma se per gli adulti la vita nel Paese che li ospita è più semplice, in quanto hanno già “scelto” i propri valori nella terra d’origine, negli adolescenti, figli di immigrati, si agitano forze contrastanti, quelle provenienti dall’educazione e quelle che si formano attraverso la convivenza sociale.
Il film non dà una risposta ideologica a questo delicato interrogativo, ma ha il merito di metterlo in campo, di sottolinearlo attraverso una storia che si svolge con un punto di vista sempre interno agli adolescenti e al loro mondo.

L’autore segue Nader per sette giorni, durante i momenti quotidiani della sua vita, con lo scopo di far vedere e comprendere che le problematiche di una società multietnica non sono solo quelle derivate da due culture a confronto – ognuna il più delle volte è ancorata a difendere i propri valori e respinge l’altra giudicandola in modo negativo – ma sono soprattutto quelle che riguardano i giovani, educati da due mondi, quando si trovano a non sapere quale sia quello giusto; quando non possono scegliere, perché qualcuno o qualcosa, dentro di loro, glielo impedisce.
È questo il caso in cui la scelta giusta non esiste. L’autore conclude il film, coerentemente al realismo con cui ha raccontato la storia (che ha una durata di sette giorni), senza far intravedere il futuro di Nader ma sottolineando nel finale, in maniera incisiva ed amara, la separazione fra due culture che addirittura convivono nella stessa famiglia.

La tematica indagata da Alì ha gli occhi azzurri è dunque attualissima, essendo la realtà presente e viva di tante città italiane; simbolicamente la “conclusione del film”, girato forse a tal scopo in forma estremamente realistica, è il futuro di questi ragazzi che, diventati adulti, saranno riusciti a costruire la loro identità, ma che oggi si trovano a dover scegliere e a fare dei sacrifici per trovare una verità possibile, fra tante date loro per certe, assolute, ma spesso diverse ed opposte.

Regia: Claudio Giovannesi
Interpreti: Nader Sarhan, Stefano Rabatti, Brigitte Apruzzesi, Marian Valenti Adrian
Distribuzione: BIM
Durata: 100’
Origine: Italia, 2012

(in foto Nader Sarhan)

Gisella Rotiroti


 


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