Bankitalia: Calabria, nel 2015 occupazione di nuovo in calo
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Bankitalia: Calabria, nel 2015 occupazione di nuovo in calo

giovedì 16 giugno, 2016

"Dopo la sostanziale stasi registrata l'anno precedente, l'occupazione e' tornata a scendere nel 2015. In base ai dati della rilevazione sulle forze di lavoro dell'Istat, gli occupati sono diminuiti dell'1,4 per cento, in controtendenza rispetto alla crescita osservata nel Mezzogiorno e in Italia (rispettivamente 1,6 e 0,8 per cento". Lo si legge nella relazione della Banca d'Italia sull'economia calabrese. "La riduzione - si evidenzia nel rapporto - ha riguardato sia gli uomini sia le donne (rispettivamente -1,6 e -1,1 per cento); ha interessato tutti i settori, con l'eccezione dell'agricoltura. [MORE]

Le dinamiche del mercato del lavoro sono state ancora una volta differenziate per fascia di eta': l'occupazione e' scesa significativamente per i giovani tra i 15 e i 34 anni (-7,7 per cento); e' rimasta stabile per gli individui tra i 35 e i 54 anni (-0,1 per cento), mentre e' continuata a salire per i lavoratori di 55 anni e oltre (1,8 per cento), anche in relazione all'innalzamento dei requisiti anagrafici previdenziali. Gli occupati sono calati tra i soggetti in possesso al piu' della licenza media, mentre sono rimasti stabili tra i laureati (rispettivamente -4,6 e 0,3 per cento)". Il calo dell'occupazione ha riguardato soltanto i lavoratori dipendenti (-3,3 per cento), mentre il numero dei lavoratori autonomi e' cresciuto (3,9 per cento). 

"Tra i lavoratori dipendenti - si legge nel rapporto - , e' comunque aumentato il numero dei rapporti di lavoro trasformati da tempo determinato a indeterminato; secondo i dati dell'Osservatorio sul precariato diffusi dall'INPS, nel 2015 i contratti stabili, di nuova stipula o trasformati da precedenti rapporti a termine, hanno rappresentato circa la meta' dei nuovi rapporti di lavoro subordinato (8 punti percentuali in piu' rispetto all'anno precedente). Il tasso di occupazione della popolazione in eta' lavorativa (15-64 anni) e' sceso al 38,9 per cento, un livello inferiore a quello registrato nel Mezzogiorno e in Italia (rispettivamente, 42,5 e 56,3 per cento). Il divario con la media nazionale permane piu' elevato per le donne e per i giovani nella fascia di eta' tra i 25 e i 34 anni". L'offerta di lavoro, cioe' la somma degli occupati e disoccupati con piu' di 15 anni di eta', "si e' ridotta - prosegue la relazione - nel 2015 del 2,0 per cento , a fronte della stabilita' registrata nel Mezzogiorno e in Italia; al calo degli occupati si e' associato un decremento delle persone in cerca di occupazione (-4,1 per cento). Il tasso di attivita' delle persone con eta' compresa tra 15 e 64 anni - si legge - e' sceso al 50,7 per cento. I soggetti in cerca di lavoro sono stati in media 153 mila; rispetto al 2014, sono cresciuti tra gli uomini, mentre si sono ridotti tra le donne".

Nel rapporto si sottolinea che "i disoccupati di lunga durata (ovvero da piu' di un anno) erano i due terzi del totale, una quota superiore al resto del paese. Nella media del periodo 2013-15 la quasi totalita' dei disoccupati di lunga durata possedeva al massimo un diploma. Il 48 per cento non aveva precedenti esperienze lavorative, mentre il 55 per cento dei disoccupati di lunga durata aveva meno di 35 anni. Il tasso di disoccupazione - si legge - si e' attestato al 22,9 per cento, un dato superiore alla media del Mezzogiorno e a quella nazionale (rispettivamente 19,4 e 11,9 per cento). L'incidenza della disoccupazione si e' ridotta per i soggetti con piu' di 35 anni, mentre ha continuato ad aumentare per i giovani tra i 15 e i 34 anni. La quota di giovani calabresi in tale classe di eta' che non lavorano, non studiano e non seguono un percorso di formazione per il lavoro (Neet) e' stata pari nel 2015 al 43,1 per cento (27,0 nella media nazionale)". Questo dato, secondo il rapporto, "e' cresciuto significativamente negli ultimi anni (era il 32,6 per cento nel 2007), anche in connessione al calo delle immatricolazioni universitarie. Alla riduzione dei Neet e' in particolare rivolto il programma "Garanzia giovani", partito nel 2014 a livello nazionale con lo scopo di garantire ai giovani tra i 15 e i 29 anni un'offerta appropriata di lavoro o di formazione entro quattro mesi dall'inizio della disoccupazione o dall'uscita dal sistema di istruzione formale. Secondo il Report di monitoraggio del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, a marzo 2016 i giovani residenti in Calabria che si sono registrati al programma erano circa 53 mila. Il numero di giovani presi in carico, ossia di coloro per i quali e' stato effettuato il colloquio presso i Centri per l'impiego, identificato il "profilo" e firmato il Patto di servizio, e' pari a circa 29 mila, il 54,9 per cento del numero complessivo di registrazioni (64,3 per cento in media a livello nazionale). La quasi totalita' dei presi in carico sono giovani che hanno un grado di difficolta' a entrare sul mercato del lavoro definito "medio alto" o "alto" (94,0 per cento; 83,2 a livello nazionale). Sulla base dei dati Inps, si e' accentuato il calo delle ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni (CIG), che ha interessato tutte le componenti. L'incidenza degli occupati equivalenti in CIG sul totale dell'occupazione dipendente e' scesa allo 0,6 per cento (1,4 nel 2014), un dato - si evidenzia - in linea con il resto del paese".

Sculco, drammatica emergenza giovani senza lavoro
"Tra le criticita' su cui si sofferma il Rapporto Bankitalia sull'economia calabrese, colpisce la percentuale (50 per cento) da capogiro dei giovani che non studiano e non lavorano. L'emergenza disoccupazione giovanile, specie nel Mezzogiorno, e' di quelle che non dovrebbe far dormire la notte chi ha a cuore le sorti della democrazia". Lo sostiene la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco, secondo la quale "se in Italia le diseguaglianze sociali, da quando e' iniziata la crisi piu' grave dal dopoguerra che ha tagliato un milione di posti di lavoro, ha il volto dei giovani a cui e' negato l'inserimento nel mercato del lavoro, nelle aree piu' svantaggiate come la Calabria questo aspetto della crisi assume forme acute.

Dinanzi ai dati complessivi sull'economia regionale che si sommano agli storici ritardi di sviluppo e alle tante emergenze tra cui la fragilita' del welfare e l'impoverimento delle famiglie, e' urgente che le Istituzioni svolgano la loro funzione con un supplemento di responsabilita' e di concretezza. Come possono i nostri giovani interessarsi del futuro della nostra democrazia o dei risvolti che si annunciano dall'eventuale uscita delle Gran Bretagna dall'Europa, se la realta' in cui vivono non riconosce loro i diritti costituzionali di base? E' gia' un miracolo - sottolinea la consigliera regionale - se ancora i giovani votano per il rinnovo dei consigli comunali.

L'auspicio e' che ci si occupi di un'intera generazione che rischia di restare prigioniera nello scandalo sociale del precariato e dell'assenza di una prospettiva occupazione indispensabile per realizzare progetti di vita a medio termine. Cosi come e' importante che nell'utilizzo delle ingenti risorse a disposizione della Regione si utilizzi un'accorta valutazione dell'impatto delle politiche pubbliche sull'economia reale e segnatamente sull'emergenza disoccupazione giovanile. Alla Calabria non serve la spesa per la spesa, indiscriminata e in continuita' con gli errori commessi nei decenni scorsi.

E' tempo - conclude Flora Sculco - di mettere le Istituzioni al servizio della Calabria. Semplificando i passaggi burocratici e orientando la spesa su obiettivi determinati e verificando costantemente gli effetti dell'utilizzo delle risorse. Non serve a nessuno spendere, se non si ottengono risultati tangibili e finalizzati a dare alla Calabria una boccata d'ossigeno". (Agi)


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