Calcioscommesse: intercettati, "quella p... di guardialinee"
Cronaca Calabria

Calcioscommesse: intercettati, "quella p... di guardialinee"

mercoledì 20 maggio, 2015

CATANZARO, 20 MAGGIO 2015 - Non sempre i risultati delle partite "combinate" dagli organizzatori del sistema di calcioscommesse scoperto dalla Dda di Catanzaro andavano secondo i piani. Accadde, per esempio, il 2 novembre 2014. Il Neapolis, squadra del presidente Mario Moxedano, uno dei protagonisti del sistema, perde per una rete a zero sul campo del Due Torri. Per telefono, il patron chiede spegazioni al ds Antonio Ciccarone.  [MORE]

Tra i due avvengono diversi colloqui telefonici. Nel mirino finisce una guardialinee donna, accusata di essere eccessivamente attenta ad un calcitore, richiamando frequentemente l'attenzione dell'arbitro sul suo comportamento. Al presidente Ciccarone riferisce delle difficolta' tecniche dovute all'eccessivo agonismo degli avversari, ma anche e soprattutto dell'inferorita' numerica dei suoi giocatori in seguito a un'espulsione: "Preside', ma non e' che abbiamo giocato.. Cioe'... Abbiamo trovato una squadra contro agguerrita, in tutti i sensi preside'. Addirittura, a fine primo tempo, Raffaele si stva facendo cacciare fuori perche' e' stato provocato da uno e poi io non me ne ero nemmeno accorto, se n'e' accorto il ragazzo c'era una guardialinee donna che chiamava sempre la panchina: attenti al 10... Attenti al 10 ... che stava chiamando l'arbitro".

L'allenatore, per evitare l'espulsione, sostituisce il giocatore. Ciccarone riferisce al presidente l'accaduto e dice di aver chiesto all'allenatore le ragioni della sotituzione: "...gli ho detto perche' l'hai sostituito perche' giustamente si era innervosito e c'era una guardialinee, una puttana.. la' terra... che richiamava l'attenzione che lo vedeva nervoso e Bruno ha pensato: "che vedo vare, lo devo far cacciare fuori a questo? E a 10 minuti dalla fine ha pensato che era meglio levarlo di mezzo per non farlo cacciare fuori".

indagati, "schiacciate la testa a quel porco"
Meritava una lezione "il porco" che non era stato ai patti, facendo perdere la partita con il Due Torri al Neapolis di Mario Moxedano; un 2 novembre, quello dello scorso anno, nefasto per la squadra campana. Il presidente della societa', l'allenatore Bruno Mandragora ed il direttore sportivo Antonio Ciccarone vanno su tutte le furie e accusano qualcuno di aver violato i patti. Gli inquirenti intercettano un colloquio, avvenuto nel dopo gara, tra il ds e il mister, senza pero' riuscire a individuare i "traditore", evidentemente ben noto ai due.

"Il tradimento subito - annotano gli inquirenti, - stando a Ciccarone, era imperdonabile e quel "porco" che era andato finoa casa del presidente Moxedano a prenderlo in giro stringendo patti che aveva poi vuiolato, avrebbe meritato una severa punizione". Il colloqui tra i due e' eeoquente. Ciccarone dice: "Lui sa il danno che ha fatto... Luo e questo porco! E dai...sicuro... Tutto a posto... Tutto a posto... Dopo la prima cosa che tu dovevi dire, prendimi... Prendi a questo porco e dagli una mazzata in testa e schiacciagli la testa... Perche' se noi abbiamo fatto un passo del genere e' perche' siamo in difficolta'... O no Bru...?" 

Presentate richieste convalida fermi
Sono state avviate le richieste di convalida dei fermi predisposti dalla Procura di Catanzaro nell'ambito dell'inchiesta sul calcioscommesse che coinvolge dirigenti sportivi, ex calciatori e calciatori di Lega Pro e Lega D. Dopo i 50 fermi emessi dalla Dda di Catanzaro, a firma del sostituto procuratore Elio Romano, saranno i pm delle procure competenti sui luoghi dove i singoli soggetti sono stati fermati a chiedere la convalida del provvedimento al giudice per le indagini preliminari. La richiesta va fatta entro 48 ore dal fermo e, in molti casi, risulta gia' avviata.

Presidente Torres, mai venduto niente
"Io non ho venduto niente, chi dice il contrario sbaglia o e' in malafede". Il presidente della Torres, Domenico Capitani, commenta cosi' l'intercettazione, pubblicata oggi dai quotidiani sardi, di una sua telefonata con Ercole Di Nicola, direttore sportivo dell'Aquila Calcio e considerato dalla procura di Catanzaro uno dei boss del nuovo filone del calcioscommesse nell'inchiesta 'Dirty soccer'. "La Torres non costa 5000 euro o 15" afferma Capitani, riferendosi alla conversazione riportata dalla stampa, in cui la procura ipotizza un accordo tra il patron rossoblu e Di Nicola in merito alla "sospetta" partita di coppa Italia Pisa-Torres

Secondo i magistrati, la presunta combine si intuisce dalle parole "15 diviso 3" pronunciate da Di Nicola, cui Capitani risponde con un "Va bene", nella conversazione intercettata prima della partita. "Se i tifosi pensano che io possa fare un'operazione del genere per due noccioline allora mi ritengono davvero un cretino" prosegue il presidente, che poi aggiunge di essere "rattristato da quel che legge rispetto all'avvocato Nucifora (l'ex ds della Torres arrestato ieri, ndr)" ma ssicura che "per quanto lo riguarda chiarira' tutto al momento opportuno". "Quello che mi interessa ora - sottolinea Capitani - e' la Torres e la vicenda in corso non cambia i propositi. Sto pensando alle questioni relative allo stadio e alla Regione sui contributi. Questo e' il mio pensiero ora e sulla base di questo continuero' a lavorare per la Torres, come ho fatto in questi anni, con grandi sacrifici".

Abodi, "ulteriore ferita,ma non tutti coinvolti"
  "Purtroppo ho sentito giudizi troppo generalizzati, non ho mai creduto ai daspo di gruppo, per me chi sbaglia paga, il nostro e' un sistema fragile ma c'e' anche tanto impegno che va riconosciuto, non siamo tutti coinvolti, e' una ferita ulteriore ma la reputazione del calcio non puo' essere determinata solo dagli errori di qualcuno". Andrea Abodi, il presidente della Lega di Serie B, non vuole che si generalizzi e che dopo l'ultima inchiesta sul calcioscommesse si faccia di tutta l'erba un fascio.

"Al momento - spiega ai microfoni di Sky Sport 24 - non c'e' nessun coinvolgimento nella Lega di B, ci sono 470 partite e piu' di mille persone che da noi giocano, allenano e dirigono le nostre societa', per noi tutto quello che avvenuto e' una ferita sia come amanti del calcio che come dirigenti, ma e' anche una mortificazione per il lavoro che portiamo avanti per contrastare certi comportamenti illeciti per cui abbiamo chiesto un inasprimento di pene. Ho ripreso i contatti con il ministero degli Interni, vogliamo inserire tra le pene per reati di frode sportiva anche il sequestro preventivo e la confisca dei beni". Abodi aggiunge: "noi ci mettiamo tutto il nostro impegno e la nostra passione e ci dispiace vedere il nostro lavoro vanificato con il rischio che certi giudizi si allarghino a tutti. Noi lavoriamo per migliorare i nostri fatturati e in questo senso la credibilita' di una competizione e' centrale, se viene messa in discussione perche' genericamente giudicata e' un grandissimo errore"(Agi)


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