Catanzaro, festeggiamenti per il santo Patrono
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Catanzaro, festeggiamenti per il santo Patrono

venerdì 16 luglio, 2010

CATANZARO -  Come ogni anno si rinnova l'appuntamento con la tradizione religiosa della processione di San Vitaliano protettore del Capoluogo di regione. La processione che ha avuto inizio alle 18, partendo dal Duomo cittadino, ha visto numerosi i cittadini catanzaresi che hanno percorso assieme al busto del Santo le vie del centro cittadino.
La processione è stata aperta dai gonfaloni di associazioni ed ordini religiosi rd è stata accompagnata dalle note della banda di Guardavalle. A conclusione  l'Arcivescovo mons. Antonio Ciliberti ha rivolto una riflessione sull’emergenza educativa di cui integralmente riportiamo il testo: [MORE]

Carissimi
Con devoto raccoglimento, abbiamo seguito il nostro celeste Patrono attraversare il centro storico della nostra amata Città per benedirla e sollecitare in tutti i suoi figli la pratica delle virtù morali, al servizio dell’autentica civiltà di cui dobbiamo essere protagonisti.
S. Vitaliano, infatti, fu così profondamente inserito nella sua comunità, che amò teneramente, nonostante le infedeltà ed i tradimenti, da consumare la sua vita, sull’esemplarità del maestro divino, in una dimensione di oblatività, al servizio del suo popolo che, in fine, ne esaltò le virtù e ne conserva fedele memoria.
Per cui l’esemplarità della sua vita e della sua missione, nella perenne attualità della storia, si ripropongono come inesauribile fonte di ispirazione per la vita e la storica missione di ogni uomo di buona volontà, ma soprattutto di coloro che sono preposti a dirigere e a governare.
Ecco allora alcune utili indicazioni che ci derivano dalla sua testimonianza: nel contesto dell’attuale cultura, la solidarietà dovrebbe costituire la forza più efficace per edificare la vera civiltà. Al lume della logica più elementare, si capisce come lavorando insieme, integrandosi reciprocamente, a servizio dell’uomo e del bene comune, si può costruire un mondo nuovo.
Ma la logica non ha potere sull’egoismo che cerca l’affermazione dell’io e il proprio tornaconto. In questa spirale maligna restano irretiti molte volte tanti nostri fratelli e, non ultimi, uomini di governo.
Tale situazione verifica la contraddittorietà in cui si dimena la nostra società, già stigmatizzata dal profeta e dal poeta: “video bona, proboque, deteriora sequor – vedo il bene, l’approvo e faccio il male”.
Tuttavia, il grado crescente di maturazione culturale ci dice che oggi, nella nuova civiltà non dovrebbe esserci spazio per il contraddittorio egoismo dei furbi: infatti, o insieme cresceremo, in un processo solidale di sviluppo, oppure tutti e ciascuno resteremo più poveri.
Non può esserci affermazione di sé, se non a servizio degli altri.
È necessario farsi prossimo di chi ha bisogno. L’umanità reclama un cuore che veda dove c’è bisogno di amore e agisca in maniera conseguente. L’amore crea, non uccide.
È necessario, quindi, un salto di qualità!
La lettura dei dati configura una grande emergenza: quella educativa. È per questo che la Chiesa dell’emergenza educativa ne ha fatto il tema di approfondimento e di impegno pastorale del prossimo decennio 2011-2020.
È necessario che la famiglia torni ad essere la cellula viva per risanare la società malata. È il sacrario della vita, il dono più grande che Dio fa all’umanità. Essa è e rimane la prima e più importante agenzia educativa.
Accanto alla famiglia, la Scuola dovrà recuperare il suo insostituibile ruolo per essere ogni giorno di più ciò che deve essere sempre: palestra di formazione alla vita.
Con la famiglia e la scuola, la Chiesa dovrà riscoprire l’attualità del suo ruolo ed aiutare ogni uomo a maturare spiritualmente, affine di armonizzare una robusta personalità capace di agire responsabilmente e in piena libertà, a servizio della comunità.
Oggi, più che mai, queste tre importanti agenzie educative dovranno operare sinergicamente per poter assolvere in modo efficace la loro missione educativa.
In misura in cui la formazione crescerà, saranno attenuati molti fattori negativi che incresciosamente avvertiamo nell’attuale società: l’illegalità diffusa, la criminalità organizzata, la mancanza di rispetto per la sacralità della vita, per l’innocenza dei piccoli, la dignità della donna.
Proporzionatamente al grado di formazione crescente, farà riscontro il progetto di sviluppo integrale che utilizzerà le professionalità e tante energie, creando lavoro e riducendo disoccupazione e povertà.
In questa prospettiva, tutte le istituzioni, a qualunque livello, dovranno avvertire il dovere supremo di animare la formazione e coerentemente sostenere le tre importanti agenzie educative: Famiglia, Scuola, Chiesa.
Sappiamo bene che le istituzioni, a seconda della loro identità, hanno molte cose da fare, e spesso anche indilazionabili ed importanti, ma tutte hanno il dovere supremo di collaborare efficacemente a costruire il capolavoro più grande dell’umanità che è l’uomo.
Infatti, è l’uomo che, ben formato, nel perenne dinamismo della sua storica operatività, irradia gli autentici valori che incarna e che costituiscono l’anima della vera civiltà.
Carissimi, il nostro Santo Patrono, con l’esemplarità della sua vita e della sua missione, ha ispirato la semplicità di queste attuali riflessioni.
Ora vogliamo rivolgere a Lui la nostra comunitaria preghiera perché, attraverso la sua mediazione, ci ottenga da Dio la forza dello Spirito che ci abilita ad essere insieme costruttori della civiltà dell’amore. Amen!

 


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