Ecco le scienziate Castilletti e Colavita donne del sud, hanno isolato il Coronavirus
Salute Lazio Roma

Ecco le scienziate Castilletti e Colavita donne del sud, hanno isolato il Coronavirus

domenica 2 febbraio, 2020

ROMA, 2 FEB - Sono due donne del sud le scienziate che hanno isolato il coronavirus allo Spallanzani
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato che il coronavirus è stato isolato all’Istituto Spallanzani di Roma: una notizia che fa tirare un sospiro di sollievo nell’ambito dello studio e della prevenzione per frenare il contagio del virus. Un primato tutto italiano, avvenuto ad opera della dottoressa Concetta Castilletti e la ricercatrice Francesca Colavita, intervistate dal Messaggero.

“Abbiamo lavorato per cinque ore al giorno nel laboratorio ad alta protezione, usando tute, mascherine e precauzioni, ci siamo coccolati il virus, perché mica è semplice. Però alla fine ce l’abbiamo fatta. Venerdì alle 22.30 abbiamo avuto la certezza che era stato isolato”, ha affermato Castilletti, siciliana 56enne, responsabile dell’Unità virus emergenti dell’Istituto Spallanzani.

Francesca Colavita, 30 anni, di Campobasso, ha contribuito a isolare il coronavirus dopo un’importante esperienza in Africa ai tempi dell’epidemia di ebola. L’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, ha affermato quanto riportato dal Messaggero: “Francesca Colavita sarà stabilizzata, perché rientra nei criteri normativi. Ma queste persone che lavorano in silenzio sono risorse insostituibili per noi tutti”.

Concetta Castilletti ha aggiunto: “Qui da noi, nel nostro laboratorio, abbiamo già ottenuto risultati notevoli. In passato abbiamo isolato il virus dell’ebola, lo Zika. Questa volta siamo stati rapidi, perché abbiamo iniziato a lavorare il 30, quando i due pazienti sono risultati positivi al test“.

“Non è semplice – ha precisato Castilletti – tra le precauzioni che vanno prese c’è il fatto che si lavora in un laboratorio a pressione negativa, l’aria entra ma non esce. Ora questo risultato apre importanti possibilità sul fronte dell’individuazione anche nei pazienti asintomatici, nella cura e nel lavoro di ricerca per il virus”.

In merito alla paura di contagio, la dottoressa ha spiegato: “La paura c’è e ci deve essere perché ti aiuta a essere meticoloso nel rispetto di tutte le procedure di sicurezza”


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