Concordia, le parole di De Falco 5 anni dopo la tragedia
Cronaca Lazio

Concordia, le parole di De Falco 5 anni dopo la tragedia

venerdì 13 gennaio, 2017

ROMA, 13 GENNAIO – ‘’All’inizio la situazione sembrava controllabile. In realtà passò troppo tempo prima che ci dicessero qual era la situazione reale’’, le parole del racconto del capitano di fregata Gregorio De Falco, noto alla cronaca per le frasi urlate all’ex capitano Francesco Schettino durante il disastro della Costa Concordia (32 morti tra passeggeri e membri dell’equipaggio).[MORE]

Mentre Schettino aspetta la sentenza definitiva dopo la condanna in appello a 16 anni, De Falco non è più in una sala operativa della Guardia Costiera, ma è stato ‘’promosso’’ (o come asserisce l’ufficiale ‘’rimosso’’), al comando logistico della Marina militare, a Nisida, vicino Napoli.

De falco, rispondendo alle domande de Il Fatto Quotidiano, commenta la frase “Salga a bordo, cazzo” che ha girato il mondo nelle ore successive alla tragedia, sottolineando come fosse necessaria al momento dell’accaduto: ‘’Era l’unico modo che avevo per cercare di farmi ascoltare. Ero consapevole che avevo bisogno della autorità da bordo. Guardi, non serviva un comandante superman, ma solo qualcuno che avesse autorità e conoscenza della situazione che disponesse l’organizzazione delle operazioni a bordo e che ci aiutasse a fare le nostre considerazioni fornendoci elementi di conoscenza reali e diretti. Invece non ci fu nessuno a bordo che usò l’autorità di prendere decisioni anche semplici, quasi banali.’’.

Gli errori e le vittime Si sarebbero potuti evitare le 32 vittime del disastro del Giglio, sostiene De Falco: ‘’La costa dell’isola era a poche decine di metri dalla nave, sulle scialuppe si sarebbe potuto imbarcare più persone rispetto al limite consentito: due, tre, quattro ciascuna. Erano pochi colpi di remo.’’ Poi il racconto della storia di una delle vittime: ‘’Giuseppe Girolamo, un musicista, lasciò il posto a un bambino, pur nella consapevolezza di non saper nuotare. Era chiaro che si stava sacrificando. Non era un tragitto ampio, in cui c’era bisogno di viveri, attraverso l’Oceano Indiano. Ma non essendovi più l’autorità a bordo, nessuno assunse la – tra l’altro modesta – responsabilità di assumere quella decisione.’’


Maria Azzarello


[fonte immagine: L'Huffington Post]
 


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