Emilia Romagna, crisi della frutta: a rischio 6000 posti di lavoro
Economia Emilia Romagna

Emilia Romagna, crisi della frutta: a rischio 6000 posti di lavoro

martedì 29 luglio, 2014

BOLOGNA, 29 LUGLIO 2014 - “In Emilia-Romagna più di un milione di giornate di lavoro, quasi 6.000 posti stagionali, rischiano di saltare se la Commissione Europea non darà subito l'assenso alla procedura di emergenza per la crisi della frutta estiva. Procedura che garantirebbe al settore 'ortofrutticolo estivo', di Cui quello emiliano-romagnolo è leader indiscusso, un prezzo minimo di ritiro al prodotto”.  [MORE]

L'allarme è stato lanciato dalle tre categorie del settore di Cisl, Cgil e Uil dell'Emilia Romagna, dopo che nei giorni scorsi è stato registrato un calo vertiginoso dei prezzi nelle vendite, facendo incombere il rischio concreto di una grave ripercussione sull'occupazione. “La nostra regione – proseguono i sindacati – e in particolare la zona della Romagna e le province di Ferrara e Modena, sono i territori più vocati a questi tipi di produzioni, e quindi i più a rischio. Difatti, gli attuali prezzi al produttore della frutta estiva, in media pari a circa 20 centesimi al chilo, specie per pesche, albicocche e susine, non rendono economicamente conveniente sia la raccolta del prodotto sia, in prospettiva, gli investimenti sulla futura coltivazione”.

“Una situazione che potrebbe diventare irreversibile, e non più congiunturale, nel caso in cui i frutticoltori decidessero di estirpare i frutteti. Per queste ragioni chiediamo al Governo, e al premier Renzi in particolare, un impegno straordinario per indurre la Commissione Europea ad attivare la procedura di emergenza per la crisi della frutta estiva”, concludono. Sarebbe quindi necessario che istituzioni, politica e sindacati facciano fronte comune in maniera tale da arginare la piaga del sotto salario, del lavoro nero e dell'illegalità. Questa fase drammatica va ad inserirsi in un contesto più ampio, quello della crisi che il paese sta attraversando, e l'arma vincente per risanare le sorti del settore ortofrutticolo estivo non sembra di certo essere essere l'ulteriore riduzione del salario dei lavoratori addetti alla raccolta.

Stefania Putzu


Autore
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