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Festival d'Autunno, conferenza stampa con il maestro Bregovic prima dello spettacolo

Filippo Coppoletta
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Festival d'Autunno, conferenza stampa con il maestro Bregovic prima dello spettacolo
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CATANZARO, 21 LUGLIO - Non c'è occasione in cui Goran Bregovic, una vita da gitano, non professi la sua idea di un mondo che deve cambiare, che deve "imparare a vivere insieme". Lo ha detto anche ai giornalisti calabresi che, ieri mattina, lo hanno incontrato in occasione del concerto in esclusiva per il sud Italia che l'artista bosniaco ha tenuto ieri sera presso il Politeama di Catanzaro. [MORE]

Seduto accanto al direttore artistico del Festival d'Autunno, Antonietta Santacroce, il maestro ha dato qualche anticipazione su quanto il pubblico avrebbe visto ieri sera: "Presenterò brani storici tratti dalla mia scrittura per il cinema o dall'opera "Karmen" - ha spiegato - ma anche qualcosa di nuovo tratto dal mio prossimo lavoro discografico in uscita ad ottobre". Ma guai a chiedergli una scaletta. Perché la sua è un'esibizione "estemporanea": "Vedremo cosa susciteranno in me gli spettatori - ha raccontato sorridendo - visto che ogni concerto non è uguale a un altro. Una cosa è certa: sarà difficile restare fermi". Poi ritorna serio, quando gli viene posta una domanda sugli emigrati, sugli episodi di razzismo, sulla paura del "diverso": "A che porta avere paura? A cosa porta la distanza? C'è solo una via da perseguire: rispettarsi e condividere". Si passa da temi più complessi (l'integrazione), a quelli legati allo spettacolo che avrà, come protagonista, la sua inseparabile "Wedding & funeral band": "Perché questo nome? Facile: io sono bosniaco e nel mio paese, sia durante i matrimoni che ai funerali si fa musica e si mangia". Insomma, in una sola parola, si fa festa. Ed è ciò che si farà stasera in un teatro perfettamente climatizzato, pronto a vivere un appuntamento davvero indimenticabile, come ha spiegato Santacroce: "La sua musica - ha detto - è caratterizzata da ritmi travolgenti e da sonorità fragorose. Presenta moltissime contaminazioni che vanno dalla fanfara tzigana alle polifonie tradizionali bulgare, sfociando al rock. La sua è un'esibizione che emana un'energia straordinaria ed è per questo che la sagoma di Bregovic è stata utilizzata per tutta la comunicazione del Festival: l'avete riconosciuta in locandine, manifesti, cartoline... Questo perché non c'è un musicista più di lui che riesca ad incarnare il ritmo, quello che è alla base di questa XV edizione della nostra rassegna".


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Scritto da Filippo Coppoletta

Giornalista di InfoOggi

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