Francesco Guccini incanta Modena, la sua "Piccola città"
Cultura e Spettacolo Emilia Romagna

Francesco Guccini incanta Modena, la sua "Piccola città"

giovedì 1 luglio, 2010

MODENA - Alla fine non li ha accontentati. Eppure tutta Modena, la “Piccola città”, ieri sera era concentrata in Piazza Grande ad osannarlo, cantando come fossero inni sacri le sue canzoni. E lui, di contro, decide di non parlare di quel “bastardo posto”, giusto per citarne il primo verso.[MORE]
Francesco Guccini ottiene uno straordinario successo da tutto esaurito e con l'aria sorniona, fregandosene dell'evento che chiude il suo tour estivo, in scaletta mette le sue solite 15 canzoni, senza modificarne neppure l'ordine.
Chi lo conosce sa che non avrebbe mai iniziato senza “Canzone per un'amica” o finito con “La locomotiva”, tra i pugni chiusi di due generazioni: padri, madri e figli ed una “fiaccola dell'anarchia” sempre accesa, specie in questi tempi in cui “occhio a fotografarmi con tutti questi telefonini” dice il Guccio “perchè potete finire in galera!!!” (il riferimento, non troppo velato e volutamente sarcastico, è al ddl intercettazioni).
In mezzo molti classici, da “Dio è morto” a “Il vecchio e il bambino”, passando per un trittico di canzoni devastanti, psicologicamente parlando: “Canzone quasi d'amore”, “Incontro”, e “Ti ricordi quei giorni”. Il colpo finale arriva con “Farewell”, forse una delle più intense ed ispirate composizioni del cantautore perchè è racchiuso il suo mondo: il vino, le chitarre, la fragile illusione di una passione spinta dall' amore per la Musica e di colpo svanita sul calar dell' estate perchè “ora il tempo ci usura e ci stritola in ogni giorno che passa correndo”.
I vent' anni diventano simboli e allora te li vedi, in piazza, quelli che ce l' hanno davvero quell'età, cucirsi addosso i versi mentre gli altri, quelli che magari domani hanno l'orale della muturità o che domani hanno la sveglia alle sette perchè devono andare in banca, fanno avanti e indietro coi ricordi, perchè il tempo ha preso, prende o prenderà velocità.
Francesco ama spiegare (là dove una spiegazione c'è...) la genesi delle canzoni e così il concerto diventa una specie di storia raccontata, tra battute e fantastici siparietti, come la sigla di “Ufo Robot” e il “Be bop alula” improvvisati dalla Band, composta dai musicisti di sempre, e sempre più bravi (su tutti, Ellade Bandini alla batteria e Flaco Biondini alle chitarre).
Un spettacolo unico, in una piazza simbolo di Modena e del modo di vivere di Guccini.
“Non starò più a cercare parole che non trovo”.
E così ci limitiamo a dire: bravo Francesco, e tanti auguri per i tuoi 70 anni.
Ad avercene, di Cyrano così.

[Francesco Guccini a Modena, in Piazza Grande. Foto di Giulia Fasiello]
 


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