Gesù modello di perfetta obbedienza
Parola e Fede

Gesù modello di perfetta obbedienza

venerdì 10 agosto, 2012

Oggi rispondiamo a Graziella da Palermo , Chiara da Bologna e Filippo da Milano.

D. Secondo i Vangeli, dopo essere stato battezzato, Gesù digiuna per quaranta giorni e quaranta notti nel deserto. In questo periodo il diavolo lo tenta. Il Verbo si è fatto carne - ma è sempre Dio, - ma anche se è uomo, non gli veniva difficile superare le tentazioni. Datemi informazioni comprensibili. Grazie. Graziella da Palermo.

R. Gesù è il Figlio di Dio, in altre parole la seconda persona della Santissima Trinità che si è fatto carne. È sempre la persona del Verbo eterno che si è fatto uomo, ma non per questo finisce di essere e rimanere Dio (dunque resta sempre nella sua natura divina). Però, nell’essersi fatto uomo ha assunto una natura umana vera, cioè dotata di corpo, anima, spirito, volontà, intelligenza, libertà. La tentazione seduce la persona di Gesù perché come ogni altro essere umano intende farlo cadere dall’obbedienza al Padre suo. Certo, la tentazione, come per qualunque uomo, è difficile, sottile, diabolica. Cristo doveva insegnare agli uomini come si vive nella perfetta obbedienza a Dio, come si conquista la salvezza. Se si legge Il vangelo ci si può accorgere come Gesù riusciva a superare le tentazioni: viveva nella costante preghiera fortificandosi nella grazia, si confrontava nel silenzio col Padre suo, discerneva il bene dal male, si lasciava illuminare costantemente dallo Spirito Santo, insomma il suo cuore era sempre proteso per le cose del cielo. Egli viveva quel che insegnava e le sue parole erano espressione di una vita vissuta nella perfetta volontà di Dio. Cristo è l’esempio per eccellenza di come si vive la fede e di come si combatte la tentazione.[MORE]

D. Dio non può fare il male. Perché sento dire che Dio maledice? Chiara da Bologna.

R. È vero: Dio non può fare il male perché significherebbe andare contro la sua natura divina e la sua volontà. Dio dona, sempre, la possibilità all’uomo di salvarsi. Nel manifestargli la Sua bontà gli indica non solo la strada del bene, ma anche le eventuali conseguenze cui l’uomo potrebbe andare incontro, nel caso rifiutasse di accogliere i comandi divini. Nella Sacra Scrittura si evince che Dio “dice il male” (male dice) quando vede l’uomo lontano dalla sua Legge e fermo nel proposito cattivo di fare il male. Dio, dunque, “male dice”, “dice il male”, cioè legge le conseguenze letali in chi si ostina nel suo peccato e non è più capace di individuare le conseguenze nefaste che lo vedono sulla via della sua perdizione eterna. Il male ha delle conseguenza storiche che, da quanto rivela la Bibbia, sono indicate come maledizioni, cioè conseguenze di male che si abbattono, persino, nelle generazioni future. Al contrario, la benedizione (“dice bene”) è la visione che Dio ha di chi, docilmente, accoglie la Sua parola e, questa, ha creato frutti di vita eterna e di bene nella propria vita spirituale nella storia futura.

D. Il mafioso può prendere la comunione? E se la prende che valore ha? Il sacerdote ė obbligato a darla a chi la chiede, anche se non n'ė degno? Grazie. Filippo da Milano.

R. L’eucaristia si accoglie in grazia di Dio e con la consapevolezza di ciò che essa significa e richiede nella vita di ogni cristiano. Pertanto, non è una categoria di persone a non poter ricevere l’eucaristia, ma chiunque fa il male e non è in grazia di Dio, cioè non è nella condizione spirituale di poter fare la comunione. Dunque, chi riceve l’eucaristia senza le dovute disposizioni spirituali, tale sacramento non porta nessun effetto nella sua vita.
I sacerdoti sono chiamati a formare i fedeli nell’importanza dei sacramenti e a far capire loro la gravità dei peccati e la necessità della fede in ordine alla fede e alla morale cristiana. Sarà il singolo, dopo avere ascoltato e accolto la parola di Dio, ad avvertire la necessità di confessarsi e a chiedere perdono a Dio dei propri peccati. Nessun sacerdote pertanto, può mai leggere il cuore di una persona e sapere se chi, in quel momento è in procinto di fare la comunione, è veramente pentito dei suoi peccati o si è confessato da qualche ministro. I sacerdoti sono chiamati a donare l’eucaristia a chiunque la chieda.
 

Don Alessandro Carioti
Docente di Teologia Fondamentale nell’Istituto Pio XI di Reggio Calabria


Si ricorda che ognuno può porre i propri dubbi, i propri interrogativi scrivendo al seguente indirizzo di posta elettronica [email protected]. Si cercherà di fornire a tutti una risposta.

 


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