Giovedi dell'ottava di Pasqua: Pace a voi!
Parola e Fede Lazio

Giovedi dell'ottava di Pasqua: Pace a voi!

giovedì 20 aprile, 2017

I discepoli di Emmaus dopo aver incontrato il Risorto ritornano dagli altri e raccontano ogni cosa, ciò che era avvenuto sulla via del ritorno e in casa. Meditiamo il Vangelo del giorno (Lc 28,35-48)[MORE]

Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!».

I discepoli di Emmaus stanno ancora parlando quando ecco che viene Gesù in persona, sta in mezzo a loro e dice: “Pace a voi!”. È questo il saluto del Risorto.
Un uomo è in pace quando è nella verità, quando vive di verità. Un uomo è in pace quando da persona che è tutta nella verità fa della sua vita uno strumento di amore e di infinita carità. Allora e solo allora l’uomo è nella pace.

Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma.

I discepoli non sono ancora abituati a vedere Gesù risorto. Gesù ora è nella dimensione dello spirito, non più della carne. Lo spirito non è più soggetto al luogo e allo spazio. È in ogni luogo e in ogni spazio. Non entra e non esce. È e basta. Poiché è, appare e scompare. Lo spirito non viene in un luogo. È già nel luogo. Solo che è invisibile.

Gesù non è un fantasma. Il fantasma è una figura evanescente. Quella di Gesù invece è presenza reale. È presenza della sua Persona divina nella sua duplice natura, umana e divina. Gesù è presente da vero Dio e da vero uomo, da perfetto Dio e perfetto uomo.

Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?».

Per convincerli della sua verità Gesù li invita a guardare le sue mani e i suoi piedi. Questi portano i segni della sua passione, cioè dei chiodi.

Vedono. Sono nella gioia per quel che vedono. Sono nello stupore per quello che toccano e guardano. Ma il dubbio ancora rimane. Sarà veramente così? È se fosse tutta un’illusione? Gesù toglie ogni dubbio chiedendo da mangiare. Mangia solo chi è vivo. Chi è morto o è un fantasma non mangia.

Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi».

Ora Gesù compie con i discepoli di Gerusalemme quanto aveva già compiuto con i due discepoli di Emmaus. Spiega e illustra loro la verità del Messia del Signore in tutto come questa è contenuta nella legge di Mosè, nei profeti e nei Salmi.

Qual è la verità del Messia del Signore? La sua verità è una sola: la sua croce, la sua passione, la sua morte violenta e crudele. Un Messia senza croce è invenzione solo degli uomini. Il Messia di Dio è crocifisso, rigettato, rinnegato, è pietra scartata dai costruttori.

Come ai discepoli di Emmaus, anche ai discepoli di Gerusalemme mancava la croce tra tutte le verità che possedevano sul Messia del Signore.

Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni.


Per comprendere questa verità occorre una vera grazia soprannaturale. Occorre loro un dono speciale dello Spirito Santo. Gesù fa loro questo dono. Conferisce loro l’intelligenza nello Spirito Santo di comprendere le Scritture. È questo un vero dono soprannaturale, una vera grazia speciale, anzi specialissima. In un istante si apre la loro mente e l’incomprensibile diviene comprensibile e ciò che finora era sconosciuto diviene notissimo.

Tutte le genti dovranno essere salvate nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno. Tutte le genti dovranno conoscere Gesù Cristo, il Nazareno. Come si conosce Gesù Cristo, il Nazareno? Attraverso la predicazione. Possiamo “fare” tante cose meravigliose ma se non predichiamo Cristo, il suo Vangelo, se non seminiamo la Parola nei cuori, nessun uomo sarà attratto veramente a Cristo.

Don Francesco Cristofaro


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